RITORNO ALLA NORMALITA’ NELLA SCUOLA
Rubrica di Informazione Giuridica e Culturale a cura del Giornalista Pietro Cusati
Pietro Cusati:
GIORNALISTA – CONSIGLIERE – SEGRETARIO ASSOCIAZIONE GIORNALISTI AMICI DEL VALLO DI DIANO(SA)
Dopo tre anni di pandemia, quest’anno, per la prima volta, si tornerà a scuola senza mascherine,senza orari diversificati, senza misure di distanziamento e non è prevista la DAD ,la didattica a distanza
Terminate le vacanze estive, anche se il meteo annuncia l’arrivo di nuove giornate di caldo, martedì 13 settembre 2022, rientrano a scuola gli studenti della Campania,dopo tre anni di pandemia ,per la prima volta, senza mascherine,tranne per il personale scolastico e gli alunni a rischio, senza orari diversificati, senza misure di distanziamento e non è prevista la DAD ,la didattica a distanza. Qualora un alunno si ammalerà di Covid rimarrà a casa come quando si prende una banale influenza e non potrà seguire le lezioni da casa. Il titolare del dicastero dell’Istruzione il dimissionario Prof. Patrizio Bianchi,già noto in precedenza per essere stato il consulente della nota Ministra dei banchi a rotelle, in queste ore ha assicurato le famiglie italiane che: «Allo stato attuale cominceremo un anno scolastico in cui non mancano i docenti». Ma non la pensano così i sindacati della scuola, secondo i quali mancano circa 200 mila docenti, 15.000 personale ATA e circa 500 dirigenti scolastici previsti dall’organico. La novità di quest’anno è che si torna tutti in classe senza distanziamento, senza personale aggiuntivo Covid, senza mascherine, senza Dad,didattica a distanza. Per l’aerazione delle classi è indicato aprire le finestre e cambiare l’aria con frequenza. Via libera anche alle gite. Ma se il quadro sanitario dovesse peggiorare le scuole devono essere «preparate e pronte» a rimettere in piedi le misure assunte negli ultimi tre anni. Gli studenti e i sindacati della scuola sul rientro in classe definiscono “complicato e caotico” perché,dicono,che dal ministero dell’Istruzione non arriva chiarezza circa le misure Covid per l’ennesimo anno, all’interno di un sistema scolastico e universitario in cui non si è investito. E lamentano il fatto che :”In questa campagna elettorale si parla poco e male di scuola, di università e di giovani.’’ Rete degli Studenti Medi e Unione degli Universitari hanno scritto un manifesto con cento proposte lanciato con un flash mob al Ministero dell’Istruzione e davanti alle scuole in occasione del rientro scolastico. Le cosiddette classi pollaio resistono solo alle superiori: negli ordini inferiori il calo demografico e quindi della frequenza scolastica è impressionante. E’ calcolato che in Italia in 15 anni sono stati persi circa 800 mila alunni. Complice il caro-energia, l’anno scolastico che parte sarà anche all’insegna dei rincari. Il Codacons ha stimato che per quaderni, diari, astucci, diari, e tutto il materiale legato alla scuola gli incrementi medi dei listini sono del +7% per i costi di produzione in capo alle imprese del settore determinati dal caro-energia e la crisi delle materie. Il rapporto di Save the Children cita i dati Invalsi del 2022 e segnala una forte disparità geografica nelle “dispersione scolastica implicita”, che risulta più alta in Campania, al 19,8%, se si guarda alle competenze nelle singole materie, in Campania, Calabria e Sicilia più del 60% degli studenti non raggiungono il livello base delle competenze in italiano, mentre quelle in matematica sono disattese dal 70% degli studenti in Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. L’abbandono scolastico nella maggior parte delle regioni del sud va ben oltre la media nazionale (del 12,7%), con punte in Sicilia (21,1%) e Puglia (17,6%) e valori decisamente più alti rispetto a Centro e Nord anche in Campania (16,4%) e Calabria (14%).Un’offerta adeguata di spazi e di tempi educativi può contribuire e a ridurre le disuguaglianze educative territoriali: “Proprio dove i bambini, le bambine e gli adolescenti affrontano, con le loro famiglie, le maggiori difficoltà economiche c’è al contrario maggior bisogno di un’offerta educativa più ricca”. Occorre investire il 5% del Pil, al pari della media europea, vorrebbe dire rendere disponibili circa 93 miliardi, contro i circa 71 stanziati nel 2020.In Campania, Calabria e Sicilia più del 60% degli studenti non raggiungono il livello base delle competenze in italiano, mentre quelle in matematica sono disattese dal 70% degli studenti in Sardegna, Campania, Calabria, Sicilia.In Italia, le classi a tempo pieno (40 ore) nella scuola primaria superano di poco il 50% sono una rarità in Campania (18,8%) e Abruzzo (19,6%), mentre la media nazionale è del 37,3%.