21 Novembre 2024

di Francesco Sampogna

Nato a Sala, fu registrato all’anagrafe come Giovan Crisostimo Martino il 28 gennaio 1852. È molto conosciuto  negli Stati Uniti d’America per essere stato l’unico superstite della battaglia di Little Big Horn contro la tribù dei Lakota. Per effetto di omonimia fu confuso con persone di altri paesi d’Italia, che se ne attribuirono impropriamente i natali.

Nel 1999 Giuseppe Colitti e Michele Esposito ne rinvennero l’atto di nascita in un «registro degli esposti». Nel 1873 s’imbarcò a Napoli sulla nave S. S. Tyrian per gli Stati Uniti, dove giunse in un periodo di massima recessione e si arruolò nell’esercito il 1° giugno 1874, partecipando a varie campagne militari. Nel marzo 1879, finito il processo di Chicago, Martin fu congedato dal 7° Cavalleria per fine ferma, come trombettiere dal buon carattere, e fu riarruolato nel 3° Reggimento di Artiglieria di stanza a Fort McHenry, vicino a Baltimora. Nello stesso anno sposò Julia Higgins, di diciannove anni, irlandese, dalla quale ebbe otto figli, ma che si separò da lui dopo averla tradita con una donna di facili costumi, anche se egli continuò ad amare lei e la famiglia. Una volta in pensione, gestì con la moglie un negozio di dolciumi e fu poi bigliettaio in una stazione della metropolitana. Il 24 dicembre 1922 si spegneva a Brooklyn ed è lì sepolto nel Cypress Hill National Cemetery: dall’epigrafe risulta essere stato sergente del 7° Cavalleria US e che «portò l’ultimo messaggio del gen. Custer nella Battaglia di Little Big Horn» del 25 giugno 1876. In qualità di trombettiere era stato inviato da Custer con un messaggio scritto in un laconico biglietto nel quale richiedeva munizioni dal capitano Benteen, che però, resosi conto della catastrofica sconfitta, rinunciò a muoversi. Per tale motivo se ne diffuse la fama tra i giornalisti e gli storici, anche per essere stato più volte unico testimone nei processi sulle responsabilità della guerra in cui gli statunitensi furono sconfitti dagl’indiani; per questo stesso motivo pare che sia stato considerato una sorta di simbolo di conciliazione tra gli stessi.

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