Bruxelles scrive all’Italia: “Subito la gara per i balneari”. Ma ora a rispondere dovrà essere Meloni
dal Web
Dopo la lettera della Commissione, Garavaglia si sfila: “Tutto va rimesso al prossimo governo”. Il risultato però è che a dover varare la svolta sulle concessioni, in maniera ancora più severa di come ipotizzava Draghi, dovrà essere la leader di FdI se diventerà premier. Oppure potrà rifiutarsi, mettendo però a rischio il Pnrr.
La furbata è diventata una trappola. E neppure la consolazione di potere addossare la colpa a Mario Draghi, stavolta. Perché la manovra elusiva risoltasi in una grana che incombe sul suo esordio da premier, Giorgia Meloni dovrà imputarla a un suo alleato. E’ stato Massimo Garavaglia, ministro leghista del Turismo, a chiedere alla Commissione Ue una proroga che appariva come una scappatoia. E siccome Bruxelles ha acconsentito che tutto fosse rimesso al prossimo governo, ecco che ora toccherà alla leader di FdI intestarsi una misura che sa di beffa. Occorrerà rivedere la norma sui balneari per renderla ancora più radicale di quanto non sia quella attuale. E a farlo dovrà essere chi, come Meloni, ha sempre denunciato la norma inserita nel ddl Concorrenza come “una vergogna”.