22 Novembre 2024

Redazione/Francesco Sampogna

Un Platone meridionale? Non proprio! Ma sicuramente, quello che ci propone l’ultimo saggio di Stefano Cazzato, è un filosofo attento a quanto accade nel Sud d’Italia, in particolare a Siracusa (dove compie tre viaggi della speranza) e a Taranto, dove gode dei benefici dovuti all’ascendenza che la sua filosofia esercita su Archita, il politico reggente di ispirazione pitagorica.

Si tratta di un’attenzione politica (solo negli ultimi anni della sua vita Platone abbandonerà il progetto di riformare gli Stati reali alla luce del suo Stato ideale) ma soprattutto culturale.

Il libro ricostruisce, con intrigante andamento narrativo e ampiezza di fonti antiche e contemporanee, il percorso filosofico di Platone, in particolare a partire dagli anni che precedono la morte di Socrate e poi a partire da quella. Un percorso che può essere letto in tre modi: psicanaliticamente, come il tentativo di liberarsi dall’eredità di un padre-maestro troppo rigido; teoricamente, come il bisogno di affiancare alla dialettica altri mezzi di conoscenza, soprattutto per avvicinarsi a quelle realtà divine inavvicinabili dalla ragione; e personalmente, come l’urgenza di riscoprire un vecchio desiderio, quello di fare poesia, di coltivare il sogno, di rintracciare dentro e fuori Atene quanto restava del vecchio spirito dionisiaco, che era lo spirito della libertà, della passione, della fantasia, della bellezza, del piacere, pulsioni troppo a lungo inibite dalla ferrea etica socratica.

Stefano Cazzato – Autore

Ecco dunque i viaggi del cuore: a Heliopolis d’Egitto, a Cirene, a Megara e, come dicevamo, a Siracusa e a Taranto, luoghi dell’anti-socratismo dove persisteva o era stata restaurata una concezione iniziatica ed esoterica della vita e del pensiero.

Qui, in queste città più marginali ma ricchissime di tradizioni, di religiosità e di cultura, Platone ha la conferma di un’intuizione già maturata molti anni prima in Atene, e cioè che la Grecia non era solo Socrate e la logica, le leggi e la virtù inflessibile del maestro, spinta sino al sacrificio estremo della morte, ma la terra dove ancora, e per fortuna, risuonavano voci diverse: di indovini e oracoli, sacerdoti e profetesse, divinatori e rapsodi, semidei e aruspici, muse e sibille, eroi presi dal sacro furore e poeti ispirati, iniziatori e iniziati.

E’ grazie al contatto con questo mondo non normato ma ricco di potenzialità metafisiche e di risorse intellettuali il filosofo si lasciò definitivamente andare alle avventure del mito e dell’immaginazione più compatibili, secondo l’autore di questo bel saggio, con il suo temperamento estetico ed estatico.

S, Cazzato, Il divino Platone. Filosofia e misticismo, Introduzione di L. Saviani, Moretti&Vitali, giugno 2022, pp. 118, euro 14.00

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