I Volti del Governo Meloni: Roberto Calderoli
a cura di Francesco Sampogna
Ministro Affari regionalie e Autonomie
Parlamentare dal 1992, tre volte vicepresidente del Senato
Leghista della prim’ora, Roberto Calderoli si appresa a giurare da ministro per la terza volta nella sua ormai più che trentennale carriera politica. Questa volta guiderà il dicastero gli Affari Regionali e delle Autonomie, dopo essere stato a capo delle Riforme istituzionali dal 2004 al 2006 e della Semplificazione normativa dal 2008 al 2011, sempre con Silvio Berlusconi presidente del consiglio.
Classe 1956, Calderoli muove i primi passi accanto a Umberto Bossi. Nel 1990 viene eletto consigliere comunale nella sua Bergamo, ruolo che ricoprirà fino al 1995. Il debutto in Parlamento è datato 1992 quando viene eletto per la prima volta deputato con la Lega Nord, di cui l’anno successivo divenne presidente e poi, dal 1995 al 2002, segretario nazionale. Resta alla Camera dei Deputati per tre legislature, fino al 2001 quando viene eletto per la prima volta al Senato. Resterà a Palazzo Madama, ininterrottamente, per 21 anni fino alla rielezione delle passate politiche. Laureato in medicina, e da sempre strenuo sostenitore delle Autonomie, tema caro al nuovo governo. Calderoli è stato anche vicepresidente del Senato per tre volte, prima con Marcello Pera, poi con Franco Marini e, infine, con Pietro Grasso e Maria Elisabetta Casellati.
Nel 2005 firmò le legge elettorale che lui stesso definì “una porcata” e che conquistò il nome di ‘Porcellum’. Una legge che poi fu bocciata dalla Corte Costituzionale.
Controverso in alcune sue dichiarazioni, è stato protagonista di un rovente faccia a faccia con l’allora ministro Cécile Kyenge.