Luigi Einaudi
24 marzo 1874 (148 anni fa) – 30 ottobre 1961 (61 anni fa)
Luigi Einaudi: Annoverato tra i padri della Repubblica Italiana, la sua personale declinazione del pensiero liberale resta ancora attuale.
Nato a Carrù, in provincia di Cuneo, e morto a Roma nell’ottobre del 1961, fu attivo come economista, politico e giornalista italiano. E’ stato il secondo Presidente della Repubblica Italiana e gli sono state conferite lauree “honoris causa” dall’Università di Oxford, dall’Università di Parigi, da quella di Trieste e dall’Università di Algeri.
Laureatosi in Giurisprudenza presso l’Università di Torino, si avvicinò in quegli anni al movimento socialista, dalle cui idee si distaccherà a partire dai primi anni del Novecento. Nella sua lunga carriera ricoprì la cattedra di “Scienza delle finanze” all’università torinese, di “Legislazione industriale ed Economica politica” al Politecnico di Torino e “Scienza delle finanze” all’Università Bocconi di Milano.
Fu, inoltre, membro dell’”Accademia dei Lincei”, socio dell’”Accademia delle Scienze” di Torino e membro del Consiglio Direttivo dell'”Istituto Italiano per gli Studi Storici” fondato da Benedetto Croce, oltre che presidente onorario della “International Economic Association” e di molte altre accademie e associazioni internazionali.
Costretto a fuggire in Svizzera dal regime fascista, dopo la caduta di quest’ultimo rientrò in Italia ricevendo la nomina a Rettore dell’Università di Torino nel 1943 e, due anni dopo, a Governatore della Banca d’Italia.
Eletto senatore nel 1948, ricoprì gli incarichi di Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle Finanze e del Tesoro nel IV Governo De Gasperi. Grazie alla sua politica economica, caratterizzata dalla diminuzione delle tasse e dei dazi doganali, egli pose la basi per il boom economico che caratterizzò la nazione negli anni ’50 e ’60. Nel 1948 completò la carriera istituzionale con l’elezione a Capo dello Stato.
Einaudi era convinto assertore del liberalismo, applicato in tutti gli aspetti della vita politica, sociale ed economica. Secondo l’economista, l’uomo è spinto a perfezionarsi solo se è libero di realizzarsi secondo le proprie attitudini e, più è competente o creativo, più rende migliore la sua opera. Era anche fautore di un’unica politica economica europea, basata sulla libertà economica, in grado di reggere le pressioni provenienti da oriente e confrontarsi con quelle americane.