23 Novembre 2024

Maria Di Lascio “vi racconterò tutto un poco al giorno” – la vicenda giudiziaria dell’ex sindaco di Lagonegro

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di Francesco Sampogna

Maria Di Lascio affida alle pagine di Facebook attraverso dei post la sua verità

Chi è MARIA DI LASCIO:

oggi 60 anni, originaria di Nemoli, vive e lavora a Lagonegro dal 1991, dove ha ricoperto ruoli direzionali in attività commerciali e di piccola impresa nei settori turistico-ricettivi, ristorativi ed immobiliari.

Ha rivestito in Consiglio comunale il ruolo di Capogruppo dell’opposizione e di Presidente della Commissione di garanzia Bilancio e Patrimonio per essere eletta a Sindaco di Lagonegro il 20-09-2020 con la lista civica: INSIEME CON MARIA DI LASCIO SINDACO

La vicenda:

Sindaco di Lagonegro, Maria Di Lascio, viene arrestata il 7 ottobre scorso, posta agli arresti domiciliari, coinvolta nell’inchiesta sulla sanità lucana, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo lucano. Lo scorso 27 ottobre, torna in libertà la ex sindaca di Lagonegro (Potenza), Maria Di Lascio, la decisione è stata presa nella serata del 26 ottobre ieri dal Tribunale del Riesame di Potenza. Dopo l’arresto, Di Lascio ha presentato le sue dimisssioni e attualmente il Comune di Lagonegro è guidato dal commissario prefettizio Gerardo Quaranta. L’ex Sindaco di Lagonegro, affida i suoi sfoghi e ha raccontato la sua vicenda giudiziaria attraverso dei post pubblici affidati al suo profilo di Facebook in cui afferma la propria innocenza, e dopo il primo post con cui annuncia “oggi mi è stata restituita la libertà: …”, fatto immediatamente dopo la revoca degli arresti domiciliari e la scarcerazione che qui di seguito vi alleghiamo, poi ne fa altri tre con i quali racconta la propria vicenda giudiziaria.

Oggi mi è stata restituita la libertà: ho potuto rivedere e riabbracciare mia madre, mio fratello, mia nipote; ho potuto rivedere e riabbracciare gli amici più cari. Ringrazio le tante persone che mi hanno espresso sostegno, solidarietà e affetto nel momento di grave difficoltà che ho vissuto. Ho già dimenticato le offese dei vigliacchi e degli sciacalli. Per le opposizioni, un requiem.”

AFFERMO LA MIA INNOCENZA.

Come la maggior parte di coloro che sono oggetto di “INDAGINI POLITICHE” ho la consapevolezza che nella mia personale vicenda è stata coinvolta l’intera comunità lagonegrese. Ho deciso, perciò, ora che sono venuta a conoscenza della maggior parte degli atti del procedimento, di condividere con tutti voi le accuse che mi sono state mosse, le conversazioni intercettate e le informative su cui si sono basate.

Il PUBBLICO MINISTERO, dottor Montemurro, mi accusa del reato previsto e punito dall’art. 319quater del Codice penale, ossia del reato di cui si macchia “il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità ….” (cosiddetta “INDUZIONE INDEBITA”) e poiché i reati che ritiene di aver accertato a mio carico risalgono al periodo precedente l’elezione, tempo in cui non posso essere qualificata “pubblico ufficiale”, mi contesta di averli commessi “in concorso” con Spera, Piro, Cupparo e Leone (art. 110 Codice penale).

Il GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI – GIP – dottor Amodeo, nell’Ordinanza con la quale ha consentito di effettuare l’arresto del 7 ottobre 2022, già riqualifica il reato che mi è contestato in quello, meno grave, previsto e punito dall’art. 319 Codice penale – Corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio – (cosiddetta “CORRUZIONE PROPRIA”) che si configura quando “Il pubblico ufficiale che, per omettere o ritardare o per aver omesso o ritardato un atto del suo ufficio, ovvero per compiere o per aver compiuto un ATTO CONTRARIO AI DOVERI DI UFFICIO, riceve, per sé o per un terzo, denaro od ALTRA UTILITÀ, o ne accetta la PROMESSA, è punito …” Ho scritto in maiuscolo le parole “PROMESSA” e “ALTRA UTILITÀ” perché dalle indagini finora espletate non risulta alcun “movimento di denaro”, non risultano essersi concretizzate “altre utilità”, ma soltanto l’eventuale “SCAMBIO DI PROMESSE”.

Il TRIBUNALE DEL RIESAME DI POTENZA, presieduto dal dottor Gubitosi e composto dai Giudici dott.ssa Stante e dottor Vecchio, ha accolto il riesame, annullato l’ordinanza del GIP e disposto la mia immediata liberazione in data 26 ottobre 2022. Il Tribunale del Riesame ha anche rigettato l’appello del Pubblico Ministero che contestava i domiciliari chiedendo che io fossi detenuta in carcere.

Attendiamo il deposito delle motivazioni dell’ordinanza di remissione in libertà.

Il giorno dopo la scarcerazione, il Pubblico Ministero, dottor Montemurro, pervicacemente, ha notificato di aver disposto la prosecuzione dell’indagine per altri sei mesi…

Questa indagine dura da TRE ANNI, gli atti formati sono complessi e io non voglio abusare della pazienza di nessuno. Penso, perciò, di raccontarvi tutto un poco al giorno così che possiamo discutere di ciascuno dei fatti che vi narrerò e documenterò allo scopo che VOI, IL MIO GIUDICE MORALE, possiate formarvi una libera convinzione di quanto è accaduto e continua ad accadere. Volete affrontare questo viaggio con me?

L’indagine ha preso avvio dalla denuncia del Direttore Generale del San Carlo, Massimo Barresi, del 21 novembre 2019, denuncia reiterata e approfondita il 28 luglio 2020, nei confronti dell’Assessore alla sanità Rocco Leone.

La Procura di Potenza, a dicembre 2019, installa le telecamere nell’ufficio di Leone al Dipartimento regionale e comincia a intercettarlo. Leone, di Forza Italia, parla e si incontra con i suoi colleghi di partito, Cupparo e Piro. E la Procura ottiene che siano autorizzate le intercettazioni anche nei confronti di Cupparo, prima, e di Piro, poi.

Le indagini in corso in quei mesi hanno nomi suggestivi: l’indagine “RE DI DENARI”, il cui principale indagato è Mario Araneo, confluisce nella nuova indagine “RE MIDA” in cui Mario Araneo diventa il supertestimone della Procura di Potenza! (fonte: Leo Amato dal Quotidiano del Sud)

Vi lascio riflettere, in attesa dell’intervista che rilascerò domani al Direttore Paride Leporace nel corso del programma “Oltre il giardino”. (Serena domenica a tutti.)

LA DENUNCIA DI BARRESI E LA RICHIESTA DI ATTIVAZIONE INTERCETTAZIONI

Il dottor Massimo Barresi è nominato Direttore Generale del San Carlo dalla Vicepresidente del Consiglio regionale Flavia Franconi, nel periodo durante il quale ella sostituisce il Presidente Pittella che era agli arresti domiciliari.

Barresi è, quindi, un dirigente di un’altra regione, non è un lucano, scelto dal centrosinistra, che si trova a doversi confrontare con il nuovo governo di centrodestra, eletto nel 2019.

Quando l’ingegner Spera, che è nella sua stessa graduatoria formata per la nomina a Direttore Generale, presenta ricorso al Giudice amministrativo contro la nomina di Barresi, Barresi va in Procura e denuncia.

Gli esposti del dottor Barresi sono quattro: 21 novembre 2019 e 28 luglio 2020 – resi personalmente; 27 novembre 2020 e 3 novembre 2021- resi tramite nota del suo avvocato: ho letto con molta attenzione i verbali e le note e ho scoperto che BARRESI CITA L’OSPEDALE DI LAGONEGRO SOLTANTO NEL TERZO DOCUMENTO, LA NOTA DEL SUO AVVOCATO DATATA 27 NOVEMBRE 2020.

Il documento che sottopongo oggi alla Vostra attenzione è la richiesta del Pubblico Ministero intesa ad ottenere l’avvio della mia intercettazione e che segna il mio ingresso ufficiale in questa inchiesta: è il primo atto con il quale si infanga il mio onore e la mia credibilità ed è un documento infarcito di informazioni FALSE e SBAGLIATE.

Se lo leggiamo nel pieno del suo significato è, però, anche il documento che dimostra con chiarezza INCONTESTABILE l’impegno istituzionale che Piro e io abbiamo profuso in favore della nostra comunità, così come emerge in modo EVIDENTE l’intenzione di “qualcuno” di “fermare” la realizzazione dell’Ospedale di Lagonegro per via giudiziaria: la comunità con questo atto viene scippata di una legittima aspettativa alla quale hanno lavorato alacremente i suoi rappresentanti politici LEGITTIMAMENTE ELETTI!

Analizziamo gli ERRORI/ORRORI dichiarati dai militari del RONI di Potenza nell’informativa 680/14 del 20 aprile 2020, acriticamente posti dal Pubblico Ministero a fondamento della richiesta di intercettare la mia utenza telefonica:

1) mi qualificano, ad Aprile 2020, come Vicesindaco e assessore all’Ambiente del Comune di Lagonegro- (N.B. il Consiglio comunale era stato sciolto a Maggio 2019!);

2) mi collegano alla Mavidil S.r.l. delle quale ho invece ceduto le quote GIÀ dal 2012;

3) dichiarano che la Mavidil S.r.l. esercita attività edilizie mentre, com’è noto, l’attività edilizia risulta inattiva con chiusura anche della Cassa edile;

4) asseriscono che sarei coinvolta in un rinvio a giudizio del 2019 per false fatturazioni che concerne il Midi Hotel, omettendo di precisare che, invece, il MIDI HOTEL ERA STATO VENDUTO GIÀ DAL 2009;

5) Omettono, in particolare, di dar conto del CONTRATTO DI COLLABORAZIONE a titolo gratuito che è stato sottoscritto il 6 giugno 2019 CON IL GRUPPO DI FORZA ITALIA IN CONSIGLIO REGIONALE e che spiega esattamente le ragioni dello svolgimento delle attività che mi vengono delegate dai 5 consiglieri regionali di Forza Italia.

Gli inquirenti, quindi, credono ai carabinieri che attestano con informazioni sbagliate il MIO INTERESSSE PERSONALE AD AGGIUDICARMI L’APPALTO DEI LAVORI DELL’OSPEDALE DI LAGONEGRO: e poi, mi arrestano…

Serena e santa festa di Ognissanti a tutti noi! conclude il post Maria Di Lascio.

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