RIVEDERE GLI STANDARD NON ATTUALI PER LA VALUTAZIONE DEI PUNTI NASCITA DI POLLA, SAPRI E VALLO DELLA LUCANIA, PREVISTI DIECI ANNI FA DAL DECRETO BALDUZZI
Di Pietro Cusati
UN GRAVISSIMO E ASSORDANTE SILENZIO,MODIFICARE DA SUBITO L’INATTUALE DECRETO DELL’ALLORA MINISTRO DELLA SALUTE BALDUZZI. Una concreta preoccupazione per il sud della provincia di Salerno per il prossimo primo gennaio 2023. Si continua a parlare con sistematica insistenza del decreto Balduzzi, ovvero della definitiva chiusura dei punti nascita degli Ospedali di Polla ,di Sapri e di Vallo della Lucania . Per il noto assurdo motivo del mancato raggiungimento del limite dei 400-500 parti l’anno. La questione è stata già affrontata quattro anni fa ma non risolta,soltanto prorogata,ora si confida in un interessamento del neo Ministro della Salute,del Presidente della Regione Campania, dei parlamentari eletti in provincia di Salerno,del Presidente della Provincia , dei Sindaci ,quali autorità Sanitarie Locali e dei Consigli Comunali.Il numero inventato ” quattrocento – cinquecento nati/anno” per evidenziare il criterio tra strutture ospedaliere efficienti e strutture non idonee, ha creato già dieci anni fa un equivoco madornale che purtroppo perdura ancora oggi ,senza valutare valide motivazioni legate a specifiche condizioni geografiche,come nel caso del Vallo di Dianomdel Golfo di Policastro e del Cilento. Il Governo,i parlamentari della provincia di Salerno ,i Sindaci e i consigli Comunali si rendano interpreti ,con urgenza, delle difficoltà dei nostri territori , nell’ottica della presenza a Polla ,a Sapri e a Vallo della Lucania dei punti nascita in provincia di Salerno, evitando l’emigrazione in Basilicata o in altre regioni , per migliorare la qualità della gestione delle pazienti, nella prospettiva di attuare provvedimenti finalizzati a rendere sempre più sicuro il percorso nascita. La chiusura di tre punti nascita di Polla,Sapri e Vallo della Lucania rappresenta l’indebolimento dell’identità sanitaria del Vallo di Diano,del Golfo di Policastro e del Cilento ,territori disagiati e di frontiera che cercano di contrastare il grave fenomeno dello spopolamento, attraverso il mantenimento di servizi ritenuti essenziali dai cittadini. Il decreto Balduzzi non mirava alla soppressione dei servizi, ma alla loro messa in sicurezza. La ratio del decreto Balduzzi era quella di organizzare i servizi al fine di renderli sicuri e non di eliminarli dalle aree interne che,in ogni caso, non potranno rispettare i parametri previsti per i centri urbani . Con la chiusura dei tre punti nascita si contribuisce all’abbandono di delle aree interne. Inoltre le distanze di percorrenza da Polla ,Sapri e Vallo della Lucania non garantiscono i tempi massimi di percorrenza previsti dalla norma per il mantenimento in sicurezza della gestante e del bambino, esponendo un numero piuttosto elevato di cittadine a pericoli considerevoli. In pratica si tratta di ospedali ubicati in territori di confine, le cui vie di comunicazione verso la Basilicata , in tutti e tre i casi, sono più efficienti .
Pertanto occorre rivedere gli standard sulla chiusura dei punti nascita e di convocare un tavolo di confronto con la Regione Campania considerando esclusivamente i bisogni dei cittadini.