21 Novembre 2024

di Francesco Sampogna

Scandalo in Curia, il sindaco di Buonabitacolo: “Io accostato a questa vicenda solo perchè omosessuale”

Il sindaco di Buonabitacolo ha sporto denuncia ai carabinieri per accertare l’identità dell’autore del documento diffamatorio che sta circolando. “Voglio sapere dall’Autorità Giudiziaria chi con leggerezza ha inserito il mio nome in quel falso comunicato stampa che circola su whatsapp e sulla rete relativo allo scandalo dei preti gay”: Giancarlo Guercio, sindaco di Buonabitacolo, si è pronunciato così sulle false accuse presenti sui social.

Guercio, primo cittadino di Buonabitacolo è stato “inopportunamente citato”, in quanto parente di uno dei sacerdoti coinvolti, elencati nella nota stampa.

“In quel comunicato – dice Guercio in una lunga intervista a 105Tv – vengo indicato come sindaco e non come persona. Per questo a tutela della comunità che rappresento ho ritenuto opportuno sporgere denuncia. E sono convinto che l’accostamento del mio nome in questa vicenda sia stato fatto perché sono un omosessuale”. Il sindaco, che si dichiara omosessuale, punta il dito contro Francesco Mangiacapra, l’ex avvocato escort che ha fatto esplodere il caso dei preti gay, consegnando il dossier alla Curia di Napoli.

I fatti e le vicende precedenti:

La documentazione/dossier è stata consegnata al cardinale di Napoli.

Un vero e proprio dossier su una presunta rete di incontri tra preti gay (anche a pagamento) è stato consegnato alla Curia di Napoli: su 58 sacerdoti coinvolti in tutta Italia, 13 sono in provincia di Salerno. Sette appartengono alla diocesi di Teggiano (6 in servizio tra Salerno, Amalfi-Cava e Nocera-Sarno). Si tratta – rivela La Città – di 1200 pagine divise in schede personali, testimonianze, foto e circa un migliaio di screenshoot relativi a chat hard. Tra le diocesi salernitane si concentra il più alto numero di religiosi interessati: 7 operano a Teggiano-Policastro, 2 a Salerno-Campagna- Acerno, 2 a Nocera-Sarno, 2 ad Amalfi-Cava. Nel Cilento risiederebbe la quota più elevata di ecclesiastici citati nella documentazione, riversata su un cd rom e affidata lunedì a padre Luigi Ortaglio, cancelliere diocesano. L’arcivescovo Crescenzio Sepe era assente al momento della consegna, ed è rientrato nei giorni successivi. A raccogliere il dossier, dove non risultano esserci casi di pedofilia, è stato il giovane escort napoletano Francesco Mangiacapra, un ex avvocato, che, in passato, ha già denunciato alcuni sacerdoti per altre questioni.

Il vescovo De Luca: “Sanzioni per chi ha sbagliato” Dopo la notizia, mai smentita, di un dossier su presunti preti gay, anche in provincia di Salerno, il vescovo della diocesi di Teggiano-Policastro Monsignor Antonio De Luca annuncia la linea dura. E con una lettera indirizzata al fedeli prova a riportare un po’ di serenità.

De Luca entra subito nel merito della questione:

“La divulgazione di notizie riguardante i comportamenti scandalosi di alcuni membri del clero di molte diocesi del Mezzogiorno – scrive –  addolora in maniera grave la nostra comunità diocesana. La consegna del dossier da parte della Curia di Napoli permetterà di prendere visione delle responsabilità e le necessarie iniziative canoniche che la Santa Sede stabilisce in questi casi.  Nel frattempo – aggiunge – non possiamo non esprimere la vicinanza alle comunità turbate e preoccupate di fronte al rischio di vedere vanificata una consolidata esperienza di fede e di cultura religiosa che da sempre ha contraddistinto questa terra. Ci sta a cuore altresì riaffermare e riconoscere l’opera meritoria di moltissimi nostri sacerdoti che nella quotidiana fedeltà alla loro vocazione e alla loro missione hanno scritto pagine di memorabile tradizione. Ancora oggi i nostri sacerdoti incidono in maniera notevole e creativa nel tessuto vitale delle nostre comunità, con un’attenzione spiccata verso le istanze educative, sociali, e familiari. Ad essi va il grato riconoscimento, e per questa generosa offerta di sé stessi le nostre comunità non si sentano tradite”.Incombe l’obbligo di riconoscere sbagli, errori, opache testimonianze, e richiesta di perdono; perciò con la fermezza che ha ispirato sempre i percorsi e le decisioni, riaffermiamo come Chiesa la totale disponibilità a intraprendere le decisioni e le sanzioni canoniche per un necessario cammino di purificazione vissuto con profonda attenzione alle denunce e con sensibile cautela verso possibili false accuse. Il vescovo, il presbiterio diocesano, gli operatori pastorali, lavoreranno per riportare la bellezza della fedeltà sul volto della nostra chiesa. La certezza del comune servizio alla verità del Vangelo rafforzi i nostri vincoli ecclesiali” conclude il vescovo.

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