Sanità alla deriva nel Vallo di Diano. A Teggiano la Conferenza dei Sindaci: “Uniamoci e aiutiamo il territorio”
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Si è tenuta ieri sera a Teggiano, nell’Aula Consiliare “Antonio Senatore” nel Complesso Monumentale della Santissima Pietà, la Conferenza dei Sindaci del Vallo di Diano con la presenza dei consiglieri regionali Corrado Matera e Tommaso Pellegrino.
Il punto focale della riunione, che ha trovato d’accordo e uniti tutti i presenti, è stata la sanità nel comprensorio del Vallo di Diano ed in particolare le criticità legate all’ospedale di Polla.
Presenti i Sindaci di Teggiano, Michele Di Candia, Presidente della Conferenza dei Sindaci, San Rufo, Michele Marmo, Presidente del Distretto Sanitario 72, Montesano sulla Marcellana, Giuseppe Rinaldi, Sassano, Domenico Rubino, Buonabitacolo, Giancarlo Guercio, Sanza, Vittorio Esposito, Sala Consilina, Francesco Cavallone, Auletta, Pietro Pessolano, Sant’Arsenio, Donato Pica, San Pietro al Tanagro, Domenico Quaranta, Polla, Massimo Loviso e Atena Lucana, Luigi Vertucci. Tra gli altri, il consigliere con delega alla Sanità al Comune di Polla, Antonio Filpo, e il consigliere Giuseppe Tierno in rappresentanza della Sindaca di Padula Michela Cimino. “E’ necessario prendere una posizione – ha esordito il consigliere regionale Corrado Matera -. In passato abbiamo immaginato per il Vallo di Diano una struttura che guardasse con attenzione al territorio e che di fatto si potesse integrare. L’ospedale di Polla è una struttura che deve essere attenzionata. Quindi chiedo l’intervento di tutti. Ci soffermeremo in particolare sul problema dei punti nascita, un problema reale perché non ci sono i numeri richiesti, sull’oncologia che merita attenzione se vogliamo riuscire a portarla effettivamente nel nostro territorio e che ad oggi è ferma perché manca la documentazione che doveva essere inviata dal direttore sanitario e sulla carenza di personale e attrezzature, acquistate mai consegnate. Infine, riscontro una certa carenza per quanto riguarda la radiologia che ha liste d’attesa infinite. Un punto toccherà anche all’emergenza territoriale. Propongo quindi di redigere un documento con le tematiche da affrontare”.
Il Presidente della Conferenza dei Sindaci, Michele Di Candia, durante il suo intervento ha rimarcato l’importanza di restare coesi per raggiungere gli obiettivi prefissati perché è necessario che si intervenga in modo unito sulla sanità, al fine di garantire ai cittadini l’assistenza di cui hanno bisogno. Pugno duro, poi, contro il Direttore Sanitario Pasquale Vastola: “Più volte io e Marmo abbiamo evidenziato queste criticità, c’è un clima di terrore e abbiamo bisogno di più sostegno dall’ospedale. Non c’è comunicazione tra territorio e ospedale. Con il direttore Mandia c’erano tante richieste, oggi vanno tutti via, il reparto di Oculistica è allo sbaraglio, Otorinolaringoiatra non parte, Chirurgia va come va, lo scantinato dell’ospedale fa paura. Chi dirige l’ospedale non accoglie e non ascolta i Sindaci e il territorio. Questo scoglio va superato, il cittadino se la prende con noi perché siamo noi a rappresentare il territorio. La risonanza magnetica non lavora 6 giorni su 7 e il personale c’è, il cittadino non deve mettere le mani in tasca per fare un esame diagnostico. La gente ha bisogno di essere assistita. Se non facciamo i concorsi, l’attività professionale non si apre al territorio. Purtroppo la sanità è anche economia e non possiamo perderla, l’abbiamo già persa con il tribunale”.
In merito è intervenuto anche il Presidente del Distretto Sanitario, Michele Marmo, che sostiene di non avere più rapporti con il Direttore Sanitario “dall’ultima riunione in cui mi ha cacciato. Prima di febbraio non si potrà fare niente e quindi ci tocca sopportare. Per la sanità la problematica è complessa, ma dobbiamo sapere che gli ospedali sono ormai aziende che devono produrre. Dobbiamo capire quali sono le specializzazioni che possiamo avere e farle lavorare bene. Dobbiamo capire di cosa ha bisogno Polla. Non possiamo avere tutto, ma lavoriamo bene su ciò che si può rendere possibile”.
A dividere, però, sanità e politica è intervenuto il consigliere Tommaso Pellegrino che ha chiarito che cercherà di fare il possibile per ciò che concerne il suo ambito, ma non può sostituirsi al suo ruolo e risolvere problematiche gestionali. Inoltre ha sottolineato come la Campania stia vivendo un grosso problema legato alla sanità e al personale e il Presidente De Luca a riguardo cercherà di far rivedere i criteri di ripartizione dei fondi che hanno penalizzato la nostra regione.
Entrando più nello specifico, inoltre, Pellegrino ha affermato che “come priorità deve funzionare la rete dell’emergenza nei territori come il nostro, solo così possiamo risolvere il 50% dei nostri problemi; i grandi interventi, poi, possono essere svolti ovunque. E per l’emergenza non basta solo il Pronto Soccorso, c’è bisogno anche dei mezzi di soccorso, altrimenti mettiamo a rischio i nostri cittadini. Quando non ci danno la disponibilità del 118, non solo mettiamo a rischio il cittadino ma lo mettiamo in una situazione di incertezza: non è possibile che passano 24 ore e non si può spostare un paziente. Stiamo lavorando per far partire l’oncologia a Polla. Ci sono già disponibilità a mandare personale per Polla, ma sottolineo che fare la chemioterapia è un tema serio, non si mette un ago in vena e vengono abbandonati i pazienti. Bisogna quindi lavorare per rafforzare questo servizio. Così vale per il punto nascita, anche qui bisogna fare chiarezza: non bisogna pensare e pretendere. Non possiamo prendere i nostri numeri e confrontarli con quelli di Napoli. La nostra è un’area interna con piccoli comuni e siamo svantaggiati. È normale che chiediamo determinati servizi, non ci serve un finanziamento ogni tanto, il punto nascite è fondamentale per noi”. Pellegrino, poi, ha dimostrato il suo disaccordo per le case di comunità: “In Italia spenderemo un miliardo di euro per ospedali di comunità, a mio avviso un grande spreco. Se non abbiamo personale chi ci mettiamo dentro? Allora invece di spendere un miliardo così, spendiamolo per strutture esistenti. C’è da affrontare il tema dell’assistenza dei pazienti oncologici o cronici, che qui è inesistente, soprattutto per i pazienti oncologici domiciliati che sono abbandonati a loro stessi”.
D’accordo per quanto riguarda l’emergenza territoriale anche il Sindaco Giuseppe Rinaldi che ha espresso ancora una volta la richiesta di intervenire nell’area sud del Vallo di Diano. L’ex clinica Fischietti ha a disposizione un’ambulanza ma non sempre è presente il personale medico e quando l’ambulanza è impegnata i cittadini dell’area sud impiegano anche un’ora e mezza prima di arrivare a Polla.
Io partecipo alla sanità – ha affermato il Sindaco di Sassano Domenico Rubino – l’ospedale di Polla è la mia prima casa e per amore di questa azienda ricordo come era e vedo come sta andando. Oggi potremmo definirlo ultimo in Campania. Per la prima volta questa riunione ci trova tutti uniti, ciò significa che abbiamo tutti a cuore questa tematica e vogliamo risolverla. Non abbiamo sostenuto le richieste come meritavano. Già 12 anni fa avevo intuito che per salvare l’urologia il reparto dovesse reinventarsi per diventare attrazione. Diventa necessario accorpare i reparti perché non abbiamo i numeri per tenere i reparti aperti singolarmente. La rete oncologica ci ha tagliato fuori perché non avevamo i numeri per rivendicare gli interventi oncologici, ma dobbiamo far riferimento alle aree interne e quindi non possiamo paragonare Polla al ‘Cardarelli’, sono diversi, ma questo non significa che non possiamo intervenire sui nostri pazienti. Ci deve essere concesso ciò che possiamo fare. Ci è stato riconosciuto il day hospital oncologico e non siamo stati capaci di farlo partire. Ad oggi a Polla nessun reparto ha i numeri per esistere. Non dimentichiamo però cosa è stato Polla durante la pandemia, come ha gestito tutto quando eravamo disarmati e abbiamo ricevuto i complimenti per la gestione, va ricordato. È arrivato il momento che ci sediamo al tavolo e programmiamo
come si deve la nostra sanità”.
E mentre il Sindaco di Atena Lucana, Luigi Vertucci, sostiene di non prendersi le responsabilità per gli errori della politica, il Sindaco di Buonabitacolo, Giancarlo Guercio, afferma che “le responsabilità sono di tutti, che ci piacciano o meno. È una mancanza di noi Sindaci non essere stati pressanti sulle tematiche che toccavano tutti. Capisco che il mondo della sanità ha tanti reticoli che solo oggi mi sono più chiari. Resta il fatto che la salute riguarda i cittadini e il Sindaco ha responsabilità nei loro confronti. Il Vallo di Diano esiste anche con strumenti maggiori rispetto ad altri territori, se siamo riusciti come territorio ad ottenere una strategia probabilmente sul tema della sanità si può fare qualcosa. Dobbiamo essere pragmatici, perché le opportunità perse si potevano collegare a nuove opportunità future. Dobbiamo programmare bene e in modo univoco. Chiediamo un incontro tra Sindaci e rappresentanti sanitari se necessario”.
Per Vittorio Esposito la questione sanità non riguarda solo Polla, ma tutta la Campania. Gli ospedali si svuotano senza implementare nuovo personale. Mancano medici di base e personale medico e sanitario. Si dovrebbero affrontare poche tematiche per volta, secondo Esposito, e metterle in chiaro al Presidente della Regione.
Francesco Cavallone, d’accordo con il primo cittadino di Atena Lucana, ha affermato che la programmazione è stata tentata una volta ma senza successo. “Avremmo anche sbagliato, ma una volta che abbiamo fatto bene siamo stati ignorati – ha affermato – Per la questione della psichiatria, ne abbiamo parlato una volta, aspettavamo gli emendamenti e non sono mai arrivati”.
E infatti, proprio della psichiatria ne aveva chiesto l’implementazione il Sindaco Rinaldi, che visto assente l’ambito nell’area sud del Vallo di Diano, vede i pazienti lasciati in balia del destino che in caso di necessità devono spostarsi presso il nosocomio di Vallo della Lucania a spese proprie. Drammatica la situazione quando vengono richiesti i Tso.
“Vorrei che facessimo tutti un mea culpa in questa sala – ha chiosato Massimo Loviso – perché non possiamo parlare di sanità una volta ogni 6 mesi. Dovremmo incontrarci più spesso. Abbiamo una somma salvezza come territorio: essere uniti. Stiamo vivendo un momento di criticità con la sanità, con la giustizia, con la sicurezza. Quando la sanità non funziona la responsabilità viene affidata al Sindaco, quando una visita ambulatoriale viene rimandata a mesi di distanza il cittadino si chiede il perché e noi non sappiamo dare una risposta”.
In conclusione tutti i Sindaci hanno affermato all’unanimità di essere d’accordo a redigere un documento da far valutare a chi di competenza per cercare di salvare quel che resta della sanità nel Vallo di Diano.