Riavvicinare i cittadini alla Giustizia
di Pietro Cusati
Riavvicinare i cittadini alla giustizia, semplificando la legislazione, la presidente del Consiglio Nazionale Forense ha commentato favorevolmente le linee programmatiche del ministro della Giustizia.
Semplificazione della legislazione, ottimizzazione dell’organizzazione giudiziaria da attuarsi anche con la collaborazione degli avvocati attraverso i consigli dell’ordine, revisione del sistema delle intercettazioni e modernizzazione del sistema carcerario in un’ottica di riconciliazione sociale, sono iniziative che trovano convergenti gli avvocati ma non sempre i magistrati. La situazione delle carceri non è più sostenibile , come emerso dallo studio del Garante dei detenuti Mauro Palma sull’alto tasso di suicidi.Già in occasione dell’incontro con il ministro Nordio, il Cnf aveva espresso l’auspicio di un intervento normativo sugli aspetti più critici della riforma della giustizia civile che, senza comprimere le parti, riequilibrasse il rapporto nella giurisdizione tra magistrati e avvocati e fosse in grado di raggiungere gli obiettivi e gli standard di efficienza imposti dal Pnrr per risollevare l’economia del Paese e attrarre investimenti esteri. Un equilibrio nella giurisdizione che potrebbe essere reso possibile anche con la presenza degli avvocati nella composizione dell’ufficio legislativo del ministero della Giustizia per la collaborazione istituzionale alla redazione delle norme. Sul fronte della riforma della giustizia penale rimangono le perplessità dell’avvocatura sui contenuti e sulla funzionalità e agibilità degli uffici giudiziari. In riferimento alla “revisione profonda” del reato di abuso d’ufficio, il Cnf reputa l’attuale struttura un freno inibitore per gli amministratori pubblici che non sempre poi trova una sostenibilità in tesi di accusa. Bene la revisione delle intercettazioni, su cui è opportuno coprire con il segreto fino allo stralcio di quelle irrilevanti e rafforzare il controllo deontologico per gli operatori della giustizia. E se la deontologia non basta, far scattare sanzioni pesanti», è la conclusione dell’avvocata Maria Masi. Il piano del Guardasigilli Carlo Nordio per riformare la giustizia tocca diversi ambiti, dalla separazione delle carriere alla differenza tra il giudice del fatto e il giudice del diritto, passando per la discrezionalità dell’azione penale. Il ministro della Giustizia ha detto che spesso si assiste all’abuso della custodia cautelare “come surrogato temporaneo dell’incapacità dell’ordinamento di mantenere i suoi propositi”. Si è impegnato di rimodulare l’abuso d’ufficio. Il Ministro Nordio ha messo in evidenza le criticità della giustizia italiana e non ha usato mezzi termini, denunciando che a volte le intercettazioni vengono diffuse in maniera “selezionata e pilotata” , uno “strumento micidiale di delegittimazione personale e politica” che finisce per rappresentare un vero e proprio “pericolo per la riservatezza e l’onore delle persone”. Il presidente dell’ANM Giuseppe Santalucia, ha condannato le dichiarazioni del ministro Nordio: “Siamo d’accordo che le intercettazioni non devono essere divulgate, ma bisogna contestualizzare un’accusa così grave”. Santalucia ha richiamato la legge che ha riscritto le norme sulle intercettazioni per evitarne la diffusione indebita: “Vorremmo capire se quella legge ha avuto una effettiva attuazione, se ci sono lacune o carenze”. Secondo il Presidente dell’ANM : “Nessuno vuole fondare la democrazia sulle intercettazioni, ma nei contesti di omertà come si fa a ricercare la prova? Non c’è una enfatizzazione delle intercettazioni. Non vorrei che le parole del ministro sviliscano lo strumento investigativo, che senza essere idolatrato resta indispensabile”. Dopo le proteste dell’Anm, anche i consiglieri togati del Consiglio Superiore della Magistratura di Area criticano il Guardasigilli Carlo Nordio, per il suo intervento al Senato, in cui ha parlato di intercettazioni “usate per delegittimare” e di “intollerabile arbitrio” sull’obbligatorietà dell’azione penale. I consiglieri del Csm di Area hanno chiesto al Comitato di presidenza di Palazzo dei Marescialli di invitare il ministro Nordio a un Plenum, una riunione plenaria dell’organismo, “per un confronto istituzionale sulle ricadute delle riforme proposte sulla organizzazione del sistema giudiziario e sull’efficacia dell’azione di contrasto alla criminalità”. Il presidente dell’ANM Giuseppe Santalucia ha condannato le dichiarazioni del ministro: “Siamo d’accordo che le intercettazioni non devono essere divulgate, ma bisogna contestualizzare un’accusa così grave”. Santalucia ha richiamato la legge che ha riscritto le norme sulle intercettazioni per evitarne la diffusione indebita: “Vorremmo capire se quella legge ha avuto una effettiva attuazione, se ci sono lacune o carenze”.