L’uso improprio del cellulare in classe,il rispetto verso il docente ,la mancanza di sanzioni disciplinari e il principio di autonomia scolastica. Possono coesistere?
Rubrica di “informazione giuridica e culturale” a cura di Pietro Cusati
L’interesse degli studenti è stare in classe per imparare ,distrarsi con i cellulari non permette di seguire le lezioni in modo proficuo .
La recente circolare del Ministro dell’Istruzione e del Merito Prof. Giuseppe Valditara ha confermato il divieto già esistente di utilizzare il cellulare durante le lezioni, trattandosi di una mancanza di rispetto verso i docenti, come già stabilito dallo Statuto degli studenti del 1998 e dalla precedente circolare ministeriale n. 30 ,del 2007,i cellulari non potranno essere utilizzati in classe se non dopo l’autorizzazione del docente. L’uso senza criterio dei dispositivi elettronici può avere effetti dannosi su concentrazione, memoria, spirito critico dei ragazzi. Con la circolare il Ministro Valditara sottolinea che la scuola deve essere il luogo dove i talenti e la creatività dei giovani si esaltano, non vengono mortificati con un abuso reiterato dei telefonini.
La circolare Valditara non introduce sanzioni disciplinari ma si richiama al senso di responsabilità,invitando le scuole a garantire il rispetto delle norme in vigore e a promuovere, se necessario, più stringenti integrazioni dei regolamenti e dei Patti di corresponsabilità educativa, per impedire nei fatti l’utilizzo improprio di questi dispositivi. A mio avviso quando manca il senso di responsabilità dell’uso del cellulare c’è necessità delle sanzioni disciplinari che la circolare non prevede? Senza sanzioni le scuole sono in grado di garantire il rispetto delle norme ?
L’utilizzo dei cellulari e di altri dispositivi elettronici dipende dal docente? Può essere consentito, su autorizzazione del docente, e in conformità con i regolamenti di istituto, per finalità didattiche, inclusive e formative, anche nell’ambito degli obiettivi del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) e della “cittadinanza digitale”?