Autonomia differenziata: per evitare la “secessione dei ricchi” voce alta ai Presidenti delle regioni meridionali
di Rodolfo Bava
Oggi giorno, in italia, risulta considerevole il divario tra nord e Sud. Lo Stato spende, attualmente, per un cittadino del Centro Nord 17.602 euro; mentre per quello del Sud euro 13.613. E la situazione verrebbe a peggiorare con il via all’autonomia regionale. Le regioni Veneto, Lombardia ed Emilia e Romagna la pretendono e, nel caso riuscissero ad ottenerla, alle casse dello Stato verrebbero meno ben 190 milioni che rimarrebbero nei bilanci delle tre suddette Regioni: Veneto (41 miliardi), Lombardia (106 miliardi), ed Emilia e Romagna (43 miliardi).
E, pertanto, nel Mezzogiorno,, verremmo ad avere meno Infrastrutture. Però, la tutela dell’Ordine Pubblico rimarrebbe esclusiva competenza dello Stato. Potrebbero passare alle Regioni le potestà legislative attualmente della Nazione.
Ad esempio: commercio con l’Estero, tutela e sicurezza del lavoro, istruzione, ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi, tutela della salute, alimentazione, ordinamento sportivo, protezione civile, governo del territorio, porti ed aeroporti civili, grandi reti di trasporto e di navigazione, valorizzazione dei beni culturali ed ambientali, casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale, enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale.
Tutti i Presidenti delle regioni meridionali dovrebbero, di comune accordo, protestare a voce alta per evitare che il Sud diventi ancora più povero.