Nel cristianesimo non si uccide. Esecrabile l’azione criminosa del Tardio.
Di Angelo Perriello
Conduciamo l’analisi sul piano etico e politico. Il boia che arma la mano del Tardio, non so e mi è difficile, molto difficile, la vicenda di Campora richiama alla mente il giorno della civetta. Gli intrighi locali commisti agli arricchimenti sono tipici di una cultura sanguinaria. La lezione che possiamo trarne è che non si uccide il valore della conoscenza e della scienza. Beccaria è ancora del tutto attuale. Stiamo attenti. Oggi Tardio, con la tesi del delitto e delle pene, sarebbe sopravvissuto. Forse in un carcere a vita. Ma Pasolini, Giordano Bruno tuttora ci indicano la via. La verità è universale non di una parte e non si connota con la faziosità del vincitore. Come nella guerra tra Montecchi e Capuleti a Verona pagano due giovani. Nel Cilento, la vicenda di Campora, ancora una volta ci insegna che i poteri forti romani non hanno alcun interesse a tutelare la nostra identità della “restanza” su cui proprio un piagginese insiste e indaga nella direzione antropologica. Il Prof. Cosmo Guazzo che presenta questo pezzo molto ha scritto su un evento di amore della seconda guerra mondiale legato ai campi di concentramento celebrato a Castel San Lorenzo e a Kiev, Ucraina. Parco degli innamorati. Invitiamo perciò la chiesa di Roma a stabilire la sede di un Nunzio apostolico nel Cilento con la missione di far incontrare le parti e far cessare le armi e ripristinare la pace. Basta con le faziosità e gli intrighi. Gli opposti si superano con la luce della cooperazione.