Guerra al patrimonio: la confisca dei beni che ha accompagnato la persecuzione degli ebrei
Di Francesco Sampogna
La storia dell’Olocausto non si esaurisce alla drammatica conta dei morti e dei deportati.
Parte integrante della persecuzione, infatti, fu rappresentata dal furto legalizzato cui furono vittime gli ebrei. In Italia fu il decreto legge del 17 novembre del 1938 a definire l’esproprio dei beni dei cittadini ebraici, ma la storia racconta una lunga serie di confische, dalla Germania, all’Austria, dalla Francia alla Polonia.
Storie per lo più irrisolte con qualche celebre eccezione, come la battaglia di Maria Altmann, austriaca di origine ebraica, naturalizzata americana dopo la guerra, che riuscì a recuperare 5 tele di Klimt confiscate alla sua famiglia.
In Italia dovettero passare più di 50 anni prima che una commissione istituita dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri redigesse un rapporto per ricostruire le attività di acquisizione di beni dei cittadini ebrei da parte di organismi privati e pubblici.