VALLO DELLA LUCANIA: “SU, UOMO, SVEGLIATI!”. POESIA INEDITA DI GENNARO SCELZA. IN RISPOSTA ALLA CANZONE “NEL 2023” DI DALILA DEL 1969.
di Michele D’Alessio
Con immenso piacere, in questi giorni, ho ricevuto una bellissima lirica inedita dal titolo “Su,Uomo, Svegliati!”, del poliedrico poeta e scrittore Gennaro Scelza, cittadino di Angellara (ex Maestro di scuole elementare). Un poema in versi liberi, inedita, scritta a fine gennaio 2023, in replica alla canzone “Nel 2023” cantata da Caterina Caselli e Dalida, nel 1969”, che secondo Dario Salvatori (giornalista, critico musicale, insegnante, conduttore radiofonico e scrittore italiano) è “una delle canzoni più catastrofiche di tutti i tempi, che però raggiunse al n.1 in classifica, proprio nel 1969, quando Neil Armstrong scese dall’apollo 11, per fare la sua passeggiata sulla luna. il testo accennava al misterioso futuro che incombeva, aggiungendo la frase ‘Nel 2023 l’uomo avrà smesso di lavorare’ (ci andò vicino).
Versione italiana di un brano visionario sul futuro dell’umanità, grandissimo successo internazionale nel 1968 del duo USA Zager & Evans. della canzone “In the Year 2525”. Il brano descrive, millennio dopo millennio, l’umanità che sempre di più ricorre alle macchine e ai robot fino alla sua completa disposizione. Nel corso della canzone la musica diventa sempre più incalzante come a sottolineare l’angosciante fine del mondo che si avvicina. Dalida incide il brano anche in francese col titolo “L’an 2005”.
Le previsioni pessimistiche del brano non si sono del tutto avverate. Oppure si ? La minaccia nucleare è sempre presente, quella pandemica che ai tempi era meno conosciuta è diventata tremenda, quella ecologica si è decisamente ingigantita.
Finirà l’uomo per imparare una volta per tutte ? spero per i bimbi che nascono adesso che si meritano un mondo migliore. La lirica del poeta cilentano inizia con questa esortazione :
Il mio Dio ci sarà!
Il mondo continuerà!
L’uomo si muoverà!
Cosi tutto si rifiorirà
In questa quartina, il buon poeta Scelza, replica ai versi della canzone “Verrà poi l’anno 4000./ E Dio verrà sulla terra fra di noi./ Per giudicare se è il momento ormai. / Di pronunciare la parola fine”. Il Signore Dio, ci sarà sempre, il mondo continuerà ad esiste e continuerà ad esistere nonostante tutti i problemi, l’uomo o meglio l’essere umano continuerà ad esistere con tutte le sue cose, con il suo progresso e le sue attività produttive, in modo che tutto rinascerà.
Poi il poeta continua:
Le rose saranno, rossicce.
Le viole profumeranno.
Nel campo l’uva si raccoglierà.
Un buon vino ci darà.
Nella seconda quartina di versi, l’autore, conferma, che tutto sarà come prima, le rose saranno rossicce, le viole torneranno a profumare, secondo la legge di madre Natura e del Creatore. I campi torneranno ad essere coltivati, con viti che produrranno tantissima uva da cui l’uomo otterrà dell’ottimo vino.
La lirica si conclude:
Su, Uomo, Svegliati!
Il mondo ti chiama.
Del lusso spogliati,
Andrai,si, a lavorare.
Il poeta conclude il breve poema, esortando l’uomo, a muoversi e a riprendersi, perché il mondo ha bisogno di Lui, però di spogliarsi del lusso e dell’arroganza che ha addosso, per andare a lavorare come ha fatto per secoli e come dovrà sempre fare. In contrapposizione ai versi della canzone dove si dice “Nel 3023, 23./Le mie braccia non serviranno più./E nessuno più lavorerà./ Più veloce il tempo passerà”