Presentate il 14 febbraio 2023 le proposte di legge costituzionali sulla separazione delle carriere dei Magistrati
Presentate il 14 febbraio 2023 alla camera dei deputati, le proposte di legge costituzionali sulla separazione delle carriere dei Magistrati. Un Consiglio superiore della magistratura giudicante ed uno requirente.
«Informazione Giuridico e Culturale» a cura diPietro Cusati detto Pierino, giornalista, Consigliere – Segretario dell’Associazione Giornalisti del Vallo di Diano (SA)
L’articolo 111 della Costituzione impone che il giudice sia non solo imparziale ma anche terzo. Controllore e «controllato, giudice e pubblico ministero, non possono appartenere a un unico ordine ed essere sottoposti al potere disciplinare di un unico organo, né condividere i medesimi meccanismi di selezione elettorale. La separazione delle carriere è per separare la funzione giudicante da quella requirente, per garantire il giusto processo che passa dalla terzietà del giudice. Sono state presentate il 14 febbraio 2023 , insieme all’Unione delle camere penali, le proposte di legge costituzionali sulla separazione delle carriere dei Magistrati. La riforma costituzionale prevede un Consiglio superiore della magistratura giudicante ed un Consiglio superiore della magistratura requirente. Le proposte riprendono il testo di riforma costituzionale su cui nel 2017 l’Unione delle camere penali raccolse le firme di oltre 70 mila cittadini. Alla conferenza stampa di presentazione delle proposte di legge erano presente,tra gli altri,il presidente del Comitato promotore per la separazione delle carriere,Avv. Beniamino Migliucci, ed il presidente dell’Unione delle camere penali italiane,Avv. Gian Domenico Caiazza.Nel 2017 oltre 70.000 cittadini hanno firmato la proposta di legge di riforma costituzionale dell’Unione Camere Penali Italiane, per realizzare il principio costituzionale del giusto processo e del giudice terzo, e per una efficace ed effettiva riforma dell’ordinamento giudiziario che consenta di risolvere l’annosa crisi della magistratura, rendendo indipendenti i giudici dai pubblici ministeri, e questi ultimi dalla politica. A testimonianza dell’importanza di tale riforma nella nuova legislatura alcune forze politiche sia di governo sia di opposizione hanno presentato proposte di riforma che riprendono integralmente, o in larga parte, la proposta di iniziativa popolare. “E’ la nostra battaglia identitaria. Abbiamo portato avanti l’idea in solitudine per anni, ora c’è un’attenzione crescente nel Paese, è una delle battaglie più popolari che ci sia in questo momento”, ha sottolineato il Presidente della Camere penali l’Avv. Gian Domenico Caiazza.Per l’Avv. Beniamino Migliucci, presidente del Comitato promotore per la separazione delle carriere, la separazione delle carriere contribuirà a “rafforzare l’ autorevolezza del giudice” mentre non è vero che il Pm “finirà sotto il controllo politico come dicono in tanti”. E ribadisce l’importanza di rivedere il sistema dell’obbligatorietà dell’azione penale insistendo sul fatto che dovrà “essere la legge ad indicare le priorità” da seguire. Secondo il Presidente Avv. Giandomenico Caiazza, i tempi per realizzare questa riforma “sono maturi” ed il legislatore è più determinato nel voler raggiungere l’obiettivo. “Serve un giudice terzo e la sua terzietà non può essere lasciata alla volontarietà del singolo, ma deve essere consacrata in una dimensione ordinamentale”. La separazione delle carriere esiste “nelle più grandi democrazie del mondo”. “Bisogna rimettere il giudice al centro della giurisdizione non il Pubblico ministero come accade ora”.Occorre infatti una modifica del decimo comma dell’articolo 87 della Costituzione, inserendo dopo le parole, riferite al Presidente della Repubblica: «Presiede il Consiglio superiore della magistratura» le seguenti: «giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente». Due Cms, per un “ordine giudiziario” costituito dalla “magistratura giudicante” e dalla “magistratura requirente” ma che resta “autonomo e indipendente da ogni potere”. Nel Csm “giudicante” siederà di diritto il Primo presidente della Cassazione; ed in quello requirente il Pg della Cassazione.