L’IMMANE TRAGEDIA MOBY PRINCE,un disastro che l’Italia ha il dovere di chiarire!
10 aprile 1991, il disastro più grave nella storia della nostra navigazione civile, in cui persero la vita 140 persone,una ferita aperta per il nostro Paese. Sono passati 32 anni dal disastro della Moby Prince e ancora non si sa come sia potuto succedere. Una tragedia rimasta un mistero, i motivi ancora oggi non sono chiari e finora senza colpevoli? Sulla Moby Prince centoquaranta persone tra passeggeri ed equipaggio, persero la vita alle ore 22.25 del 10 aprile del 1991, in seguito alla collisione con una petroliera e all’incendio che ne scaturì. Si salvò solo un mozzo napoletano, Alessio Bertrand. I soccorsi arrivarono in ritardo? E’ stato il disastro più grave nella storia della nostra navigazione civile. Il popolo italiano non può dimenticare. Come non dimentica la città di Livorno, che vide divampare il rogo a poche miglia dal porto e assistette sgomenta alla convulsa organizzazione dei soccorsi e al loro drammatico ritardo. La Moby Prince era un traghetto della compagnia Navarma. La sera del 10 aprile del 1991 la nave aveva lasciato il porto di Livorno diretta a Olbia, con a bordo 65 membri dell’equipaggio e 76 passeggeri. La AGIP Abruzzo era una petroliera da 127mila tonnellate lunga il doppio e alta tre volte la Moby Prince, ed era ancorata a un paio di miglia marine dalla costa, lungo la rotta del traghetto. Ancora oggi non si è ancora riusciti a fare definitivamente chiarezza. Proverà a fare luce sul più grave incidente della marineria italiana la commissione d’inchiesta , per fare una volta per tutte chiarezza? Madri e padri, figlie e figli, sorelle e fratelli, amiche e amici che ancora vivono in una memoria di affetti, mai scalfita dal tempo! Come disse papa Francesco nell’enciclica ‘Fratelli tutti’, è un lavoro paziente di ricerca della verità e della giustizia, che onora la memoria delle vittime e che apre, passo dopo passo, a una speranza comune.