8 Settembre 2024

di Giovanna De Luca

Sta per partire per l’Australia Giuseppe De Rosa, ultramaratoneta, campione del mondo 2022 e primo italiano ad aver terminato il Roadsign Continental Challange, il campionato mondiale di ultramaratona in autosufficienza. Dieci giorni di gara, dal 17 al 26 maggio, 520 km totali da percorrere nella natura incontaminata australiana, con uno zaino sulle spalle a contenere cibo, sacco a pelo e tutto il necessario per la sopravvivenza. Giuseppe De Rosa non è di certo nuovo a queste gare. Da quando ha iniziato il Roadsign Continental Challange, campionato che comprende cinque gare in cinque diversi continenti, nel marzo 2017, ha attraversato i luoghi più inaccessibili della Terra, portando con sé forza fisica, spirito di adattamento ma soprattutto tanta voglia di sfidare se stesso e di farcela da solo.

Quando ho contattato Giuseppe dicendogli che avrei voluto scrivere un articolo su di lui la sua risposta è stata: “puoi scrivere di me quello che vuoi ma non chiamarmi Superman come fanno tanti”. Continuando la chiacchierata ho capito esattamente cosa intendeva: tutto quello che Giuseppe ha fatto e ha ottenuto nella sua carriera da sportivo è stato frutto di costanza, dedizione, sacrifici e, a volte, anche di errori. Giuseppe mi spiega: “Non sono seguito da un personal trainer, né da un nutrizionista. Sono un autodidatta e, come tale, a volte sbaglio pagandone io stesso le spese sia in termini fisici che di risultato”. Nonostante questo Giuseppe ha sempre continuato ad allenarsi e a organizzare i viaggi successivi, senza mai abbandonare il suo lavoro da barman e senza smettere di credere in quello che fa. “Molte persone hanno dubitato di me negli anni. Sono stato abbandonato da molti e molti non hanno mai creduto che potessi farcela. Altri, vedendomi correre per il paese con uno zaino sulle spalle, hanno pensato che fossi impazzito. Io, però, non ho mai smesso di crederci e ho lavorato al raggiungimento dei miei obiettivi ogni giorno. Ho venduto la macchina e la moto per poter coprire le spese dei miei viaggi. Ho sacrificato tante cose, ho detto di no a molte serate con gli amici, ma ho sempre creduto in quello che stavo facendo. Se non ci avessi creduto in questo modo ora non sarei qui a sognare a occhi aperti”. Ha ragione Giuseppe a pensare che questa immagine da supereroe che spesso gli viene cucita addosso gli stia stretta. Visto tutto quello che ha affrontato e tutto il lavoro che giorno dopo giorno continua a fare per raggiungere i suoi obiettivi, dargli del Superman significherebbe sminuirlo. Significherebbe riconoscergli delle abilità innate straordinarie, diverse rispetto a quelle di tutti gli altri esseri umani, solo grazie alle quali sarebbe arrivato ai risultati che ha ottenuto. Giuseppe De Rosa è un uomo come tanti, cresciuto in un piccolo centro dell’entroterra salernitano, che ha fatto del suo sogno, girare il mondo sfidando se stesso, il centro della sua vita e non ha avuto paura di sacrificarsi e di lavorare duramente pur di raggiungerlo.Dopo quasi quattro di assenza il prossimo mese Giuseppe tornerà a gareggiare in Australia. “Ogni gara per me è sempre un’emozione nuova. Spero di ottenere un buon risultato per me ma soprattutto per tutte le persone che ogni giorno mi dimostrano il loro affetto”.

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