25 Novembre 2024

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella avverte i giovani magistrati: la giurisdizione può assicurare, senza condizionamenti, l’imparziale applicazione della legge.

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«Informazione Giuridico e Culturale» a cura diPietro Cusati detto Pierino, giornalista, Consigliere – Segretario dell’Associazione Giornalisti del Vallo di Diano (SA)

Alla Magistratura è affidata dalla Costituzione la tutela dei diritti, attraverso l’applicazione della legge. Sono compiti volti a garantire l’uguaglianza e la pari dignità delle persone, valori, come è noto, e ovviamente, fondamentali in uno Stato democratico. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con un  discorso in punta di diritto,sottolinea  che l’autonomia e l’indipendenza dalla magistratura non è in discussione: “l’articolo 104 della Costituzione riconosce all’ordine giudiziario l’autonomia e l’indipendenza da ogni altro potere. Sono presidi indiscutibili attraverso i quali la giurisdizione può assicurare, senza condizionamenti, l’imparziale applicazione della legge”. Il Presidente  Mattarella invita i giovani magistrati ad una  serie di richiami che hanno l’obiettivo di non far perdere credibilità alla categoria, condizione ancora più importante in tempi di riforme radicali e chiede che si mantenga “una costante e rigorosa attenzione ai comportamenti dei suoi singoli componenti”, di stare lontani da ogni “individualismo giudiziario” e da “tesi precostituite”; e soprattutto di mantenere una “assoluta sobrietà personale” al fine di evitare “il rischio di apparire condizionabili o di parte”. Un invito  quindi ,alla modestia e “all’ascolto”, aspetto indispensabile per “poter ponderare la decisione” perché “le migliori decisioni maturano all’esito di un ampio confronto”. Anche  un richiamo sullo stato delle carceri italiane: bisogna “rendere rispettosa della dignità della persona la restrizione, anche temporanea, della libertà derivante dall’applicazione di norme di legge poste a protezione del consorzio civile”. La presenza contestuale del Ministro della Giustizia , dei componenti del Csm e del direttivo della Scuola, per il Capo dello Stato , testimonia la rilevanza della giurisdizione nell’ambito dell’equilibrio costituzionale.  L’incontro si inscrive in una  consolidata tradizione, coltivata con convinzione, perché costituisce l’occasione per sottolineare l’importanza e la delicatezza delle funzioni , come giudici o come pubblici ministeri. La Magistratura deve poter fornire una risposta, attraverso la sapiente attività di applicazione della legge, che va condotta lungo i binari dei principi e dei valori costituzionali. Per questo è necessario aver presente – come di recente ribadito dalle Sezioni Unite della Corte di cassazione – che interpretare le norme vuol dire riconoscerne l’esistenza e l’effettiva portata, con esclusione di qualunque funzione direttamente creativa. Nel quadro degli equilibri costituzionali, improntati alla divisione dei poteri, infatti, i giudici sono soggetti soltanto alla legge, nel senso che la legge ne rappresenta il fondamento e al contempo il limite. Le vostre determinazioni devono essere governate dalla saggezza del diritto. Nessun timore di possibili reazioni di pubblica opinione o di interessi coinvolti ma attenta considerazione delle questioni, rifuggendo da ricostruzioni normative arbitrarie, dettate da impropri desideri di originalità o, peggio, di individualismo giudiziario. Va sempre tenuto presente che la decisione rilevante è quella che l’autorità giudiziaria nel suo complesso sarà in grado di fornire, non solo quella del suo singolo attore. Questo deve sospingere da un lato a non personalizzare la decisione – mai accanimento per sostenere tesi precostituite – e deve indurre, dall’altro, a una approfondita valutazione del caso concreto per fornire alla decisione un’elevata forza di resistenza nei vari gradi del giudizio: così trova espressione l’unicità dell’ordine giudiziario nel suo complesso. Al Consiglio Superiore della Magistratura e alla Scuola compete accompagnarvi anzitutto nella fase di avvio della vostra carriera, per approfondire e rendere sempre migliori le qualità professionali proprie della funzione giudiziaria che dovrete custodire e sviluppare accuratamente durante tutto il vostro percorso. L’impegno che vi viene richiesto in questa direzione è prezioso anche per assicurare la necessaria e proficua interlocuzione della giurisdizione italiana con la Corte di giustizia dell’Unione europea e con la Corte europea dei diritti dell’uomo.

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