8 Settembre 2024

Dott. Carlo Contaldi

Ebbene è… proprio il caso di dirlo “Scusate il ritardo”

non certo per ripetere la frase di un grande artista quanto per ricordarlo nella sua riservata e coinvolgente timidezza.

Bentrovati a questo nostro 5° e ultimo appuntamento

Spero di avervi fornito giuste e opportune notizie ma soprattutto fin dove può spingersi l’agopuntura.

Oggi Parleremo di varie cose e delle domande che spesso mi vengono poste.

Quanti aghi si mettono?

E’ dolorosa l’agopuntura?

Come è nata l’agopuntura?

Quanto dura ?

Quali vantaggi?

Se è vero che il numero delle medicine prescritte deve essere limitato al minimo essenziale, è però assurdo stabilire a priori un numero massimo valido per ciascuna patologia (ogni riferimento al problema della spesa sanitaria nazionale non è casuale…). Tutto dipende dalla complessità del caso specifico, oltre che dalla esperienza e dalla capacità del medico. Lo stesso dicasi per l’agopuntura, dove una patologia può richiedere tre, dieci o trenta aghi. Certamente un medico di esperienza è anche più “sicuro” e quindi utilizzerà un minor numero di aghi rispetto ad una stessa situazione affrontata da un agopuntore più giovane. Ma ciò non vuol dire che quest’ultimo non possa svolgere un ottimo programma terapeutico, anche se con più aghi. Esiste comunque una logica per l’ utilizzazione dei punti. Senza entrare nei dettagli, diciamo che nella scelta della terapia si obbedisce a più sistemi e combinazioni secondo un “sistema binario a base tre” anche questo ha un suo preciso significato clinico non certo esoterico! Si stabilisce in tal modo un procedimento terapeutico organizzato dalla associazione di punti in triplette logiche. In base a ciò è possibile enunciare in maniera generale questa regola:

• un ago: effetto nullo o scarso,

• due aghi: azione possibile ma limitata,

• tre aghi: azione logica e teoricamente completa.

La nostra vecchia scuola parte da un organizzazione dei punti in triplette logiche coordinate. Teoricamente si possono organizzare tutti i tipi di trattamenti (ma ciò non vuol dire necessariamente che il numero complessivo degli aghi sia sempre tre o multipli di tre).

Se vogliamo dare un’idea concreta, diciamo che un trattamento medio richiede dai 9 ai 15 elettrodi transcutanei, con le dovute eccezioni.

Ciò che conta, soprattutto, è dare una diagnosi valida osservare : Risonanze, esami del sangue, o TAC visitare il paziente insomma fare quello che non si fa più! Osservare il paziente e chiedere come dorme, come mangia, che pensa ecc…impostare poi una terapia logica e adeguata alla situazione del malato. I vecchi clinici osservavano la tipologia del paziente se grasso, longilineo, delicato, nervoso, brevilineo o normotipo se calmo, agitato, comprensivo ogni aspetto di questo corrisponde ad un inquadramento ben definito sia dal punto di vista medico occidentale che quello orientale ( io non faccio distinzione in medicina) o dirò semplicemente della buona logica, della razionalità feconda fusa all’irrazionalità esuberante !

In realtà sapere quanti aghi avrà sul proprio corpo dato che questi ultimi non si devono assolutamente “sentire” nel corso della seduta, conta poco perchè in due minuti possono esser messi molti aghi!

Diciamo che l’agopuntura almeno in alcuni paesi è di pertinenza chirurgica; essa non rientra nel novero della medicina interna. Certo se la consideriamo da un punto di vista anatomico (yin) allora, certo, vediamo solo aghi ovvero uno strumento ed un corpo allora si ma se la consideriamo anche sotto l’aspetto medico-clinico emozionale psichico allora deve essere anche medico oltre che chirurgico!

Se l’agopuntura fa male? In mani esperte si avverte e non sempre il pizzico della pelle punta ma il medico esperto evita anche questo fastidio!

COME E’ NATA L’AGOPUNTURA? La storia classica narra di un antico cacciatore sofferente di sciatica che, colpito accidentalmente da una freccia su un punto della caviglia, si è liberato di colpo dal dolore che lo affliggeva….e da qui sarebbe nata l’agopuntura… il punto aspirina, alla caviglia!

Qualunque sia l’origine vera o fantasiosa bisogna dire che quei dottori o personaggi antichi che la praticavano davvero la sapevano …lunga… conoscevano molte cose del corpo umano solo osservandolo e studiando la natura! Gli antichi in oriente non hanno mai aperto un corpo che era morto eppure sapevano… !

Quanto dura?

Ebbene anche in questo caso non si può generalizzare: vi sono pazienti con diagnosi importanti esempio il vomito, la nausea da farmaci chemioterapici ebbene in questi casi può durare anche 1 ora con 2 , 3 sedute a settimana in altri casi 40 minuti. Io impiego quasi sempre, genericamente, 40-50 minuti a seduta, vi sono pazienti che dopo 30 minuti scendono dal lettino e si sentono bene; consideriamo esempio di cefalee tensive, sciatiche con dolore alla schiena bassa, a una o entrambe le gambe e in questi casi si potrebbe già allentare il dolore alla Ia seduta altri che invece soffrono di Low back pain come è definito da autori americani (dolore al fondo schiena di origine fibromialgica cronica) in quel caso occorrono più sedute e con tempi anche più lunghi del normale. Il fuoco di Sant’Antonio per esempio nella mia esperienza, necessita di almeno tre sedute di 1 ora piena. Io credo che tutto dipende come sempre dal tipo di paziente, dalla diagnosi che ci porta il paziente e dalla diagnosi che noi sviluppiamo nel corso della visita e perché no anche dalle pregresse terapie infruttuose!

I vantaggi sono molteplici.

Innanzitutto non sostituisce la terapia farmacologica .

In alcune patologie con le dovute cautele può esser fatto e non sempre; più spesso va somministrata insieme ai farmaci e ad altre tecniche fisioterapiche manuali o strumentali.

Valutando, poi, sempre attentamente la diagnosi e la prognosi del paziente è possibile la riduzione del consumo dei farmaci. E’ vero in Occidente una buona parte delle malattie derivano dall’uso e abuso dei farmaci: malattie iatrogene e, in secondo luogo, della spesa farmacologica nazionale.

Basti pensare, ad esempio, alla possibilità di poter risolvere molti dolori articolari senza ricorrere agli antinfiammatori che, specie nei soggetti ulcerosi o gastritici, sono molto pericolosi o quantomeno a ridurli!

La limitazione all’uso dei farmaci “tranquillanti” o dei sonniferi è caldeggiata da molti colleghi di medicina generale e la maggior parte del consumo mondiale dei farmaci, nei paesi occidentali, infatti, è rappresentato proprio dai farmaci ansiolitici, con danni che crescono giorno per giorno . Basta guardare le casistiche sull’uso di questi farmaci e di sostanze psicotrope.

Ancora migliaia di ore l’anno sono trascorse, purtroppo, a letto da molti italiani a causa di cefalee intense e frequenti, che impediscono ogni tipo di attività sociale, permolti giorni al mese. Per non parlare poi dei dolori articolari, una vera malattia sociale, o dei dolori mestruali eccessivi, che mensilmente affliggono tantissime donne.

Con tecniche diverse , invece, si ottiene la riduzione dell’ospedalizzazione, perché i trattamenti di agopuntura sono ambulatoriali e permettono di risolvere molte situazioni che altrimenti finirebbero per richiedere un ricovero ospedaliero.

La prevenzione

L’agopuntura è una medicina preventiva, nel vero senso del termine. La diagnosi energetica e medica ci permette non solo una diagnosi precoce delle patologie, ma soprattutto di prevenirne l’insorgenza. Dicevano i vecchi maestri cinesi che “il piccolo medico cura la malattia quando essa si presenta, mentre il grande medico la cura prima del suo divenire…”

Agopuntura nei disturbi osteoarticolari

Questo è il settore di intervento per il quale le persone si rivolgono maggiormente all’agopuntura, perché essa viene presentata dagli strumenti di informazione pubblica, soprattutto come terapia “antidolore”. In realtà il dolore è soltanto una delle indicazioni dell’agopuntura. Diciamo in primo luogo che l’agopuntura non è un “analgesico” al pari dei farmaci. Se così fosse, allo stesso modo con cui il farmaco antidolorifico deve essere assunto una o due volte al giorno, anche l’agopuntura dovrebbe essere praticata almeno una volta al giorno. Invece le sedute si praticano una o al massimo due volte

la settimana. L’agopuntura fa scomparire il dolore perché elimina “selettivamente” l’infiammazione dove essa risiede così eliminando l’infiammazione si ottengono due cose, simultaneamente:

1. la scomparsa del dolore;

2. l’arresto del processo patologico (esempio artrosi).

Infatti l’infiammazione è il primo fattore che causa e fa progredire negli anni il processo artrosico. Conclusioni: l’agopuntura non ha un effetto “sintomatico” ma è “curativa” nel senso stretto del termine.

Alla fine e

al di là di tutto quello che abbiamo detto e scritto io credo che oggi, al di là dell’era tecnologica dove si fanno diagnosi in poche “ore” dove non esiste più, come si osava dire 30-40 anni fa “il medico che mi ha indovinato la malattia” dove la venuta del medico al capezzale del paziente è vista non più come un atto umanizzante e sapiente ma un atto burocratico e dovuto allora vi dico BEN VENGANO tecniche, terapie, farmaci e/o qualunque altra cosa che riavvicina l’uomo, il terapeuta, il medico … all’uomo …. e al paziente!

Cari saluti amici lettori e ancor cari saluti agli amici del giornale lavocedelmeridione e ai suoi responsabili nella speranza che venga accolta la mia richiesta, compatibilmente con gli impegni delle parti, alla nascita di una rubrica magari anche video dove sarà possibile affrontare temi sulla salute (come questo di tecniche non-conosciute) e perché no anche sulla poesia.

BUONA SALUTE

CARLO Contaldi.

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