Angelo Inveduto e Tra cielo e terra: le opere dell’artista partenopeo Michelangelo Della Morte
di Antonella Casaburi.
Michelangelo Della Morte è un talentuoso artista napoletano ispirato dalla pittura seicentesca di cui conosce l’arte e i segreti. Nelle sue opere, Michelangelo Della Morte pone l’attenzione sull’urgenza di “riappropriarsi di una tradizione pittorica antichissima ormai perduta, per ricordare all’uomo moderno che solo per mezzo delle virtù conosciamo periodi antichi come emblema di bellezza mai più ripetibili”.
Angelo Invedutoè un mirabile esempio pittorico in cui l’estetica di gusto classico, attraverso una ricerca archetipica e simbolica, supera il concetto stesso di pura bellezza e si attualizza per proiettarsi nella contemporaneità.
Nel dipinto Tra cielo e terra la diade maschile/femminilein maniera metaforica esprime il razionale e l’irrazionale che, presenti in ciascuno di noi, tentano di incontrarsi.
“Leonardo Da Vinci pone come prima domanda nel suo trattato sulla pittura, se la pittura è una scienza o no. Egli deduce che la pittura è una scienza, attribuendone un significato di senso originario partendo dal termine greco (episteme: scienza) da cui scaturisce la conoscenza, e dal significato di conoscenza (anamnesi) cui deriva il ricordo di sé, della propria origine” dichiara l’artista Michelangelo Della Morte, che chiarisce: “Infatti nei luoghi più profondi dell’essere umano, l’intima sua natura è ontologicamente cosciente e creativa. Quando si entra a far parte del mondo materiale, la coscienza è soggetta a vari strati di ottenebramento annullandone il ricordo, ma che possono essere rimossi via solo attraverso la virtù. Le virtù sono frequenze conoscitive ed emotive dell’anima, che sull’uomo possono interagire attraverso un atto di volontà che ne vanno a modificare le dinamiche esistenziali e comportamentali.
Quando si perseguono modelli esistenziali di natura virtuosa, la coscienza inizia ad essere simile ad uno specchio coperto da una coltre di polvere, in cui si intravede la propria vera immagine riflessa, la vera essenza del proprio Sé nella sua totalità, poiché tramite la virtù si apprende il metodo per esternare tutte o parte delle proprie forze non ancora conosciute, che fanno parte della totalità della natura dell’uomo nel bene e nel male. A questo punto la coscienza individuale che è anch’essa una frequenza è costretta a cambiare esattamente come viene abituata. Quello che accade quando la coscienza viene coltivata in un certo modo, è che la coscienza stessa inizia a percepirsi come realtà vera, e soprattutto le leggi presenti della natura cominciano ad essere avvertite e inglobate nelle leggi presenti dentro di Sé, e siccome l’uomo è il mediatore di tutte le leggi, allora diviene capace di elaborare la realtà virtuale (lo spazio e il tempo) in modo differente. Questo vuol dire che la manipolazione dello spazio tempo in questo modo, a livello strutturale, consente un certo tipo di prodotto finale che viene chiamata creazione. La sintassi dell’universo che determina la creazione è sostanzialmente costituito dagli archètipi che sono il linguaggio primordiale preesistente all’uomo e alle cose, che l’uomo stesso lo esprime attraverso il simbolo; gli archètipi rappresentano il primo esemplare di tutte le cose, simili a dei mattoni con cui è costruito l’universo e sono costituiti da simboli primordiali chiamate geometrie. È il linguaggio da cui nascono i linguaggi, come per esempio la matematica, la scrittura o il disegno, ma sono perfino il fondamento di tutte le religioni e le vie iniziatiche, perché anch’esse linguaggi. Normalmente quando si pensa alla geometria platonica, gli archètipi, simboli ecc, si ha grande confusione perché l’educazione normale scolastica ed universitaria non consente l’accesso alla comprensione di queste cose. Ma affrontandole si mettono insieme i pezzi, e ci si accorge che la cosa più materiale in assoluto che l’uomo possiede sono le sue stesse idee, perché la prima forma cellulare di tutta la realtà esterna che circonda l’uomo, viene prima costruita a livello embrionale attraverso il pensiero. Leggere attraverso il simbolo”, spiega l’artista, “permette di comprendere la dualità in maniera differente, di percepire la vita e la morte come ciclo di nascita e trasformazione, capire che il passo successivo della dualità nella realtà virtuale vuol dire annichilire la stessa per aprire le porte all’Unità della realtà reale, ed è allora che si inizia a sentire una coscienza nuova in conseguenza delle qualità diverse sviluppate dentro l’uomo attraverso le virtù.
Quindi da tutto questo contesto, l’arte della Pittura è un’attività di natura coscienziale, perché ingloba il significato di conoscenza empirica del fare che determina la manifestazione delle cose, e contestualmente scatena il ricordo interiore del proprio Sé, che dà origine alla consapevolezza. Entrambi i processi fusi insieme permettono di ricevere in cambio la capacità di divenire ‘attenti’, verso tutto ciò che si realizza dentro e fuori di sé, e se quindi la pittura è una scienza come scrive Leonardo, e s manifesta attraverso una pratica di natura, contemplativa e meditativa (cioè che media tra dentro e fuori), la sua attività perpetuata diventa un pieno atto di conoscenza e consapevolezza. Una volta sviluppata attenzione, viene sollecitata la sensibilità che irreversibilmente è in grado di dare occhi nuovi verso tutta la realtà. Il filo che lega i dipinti di questa esposizione, sono le interpretazioni per immagini di contenuti coscienziali presenti in ogni essere umano. La luce che ne delinea la grammatica, modella le forme e irradia le superfici e crea le sue ombre. E l’urgenza di riappropriarsi di una tradizione pittorica antichissima ormai perduta, per ricordare all’uomo moderno che solo per mezzo delle virtù conosciamo periodi antichi come emblema di bellezze mai più ripetibili. Maestro, discepolo”, dichiara l’artista Michelangelo Della Morte.