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16 Maggio 2025

Un anno dalla scomparsa di Eugenio Scalfari, il maestro del giornalismo innovativo.

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di Pietro Cusati detto Pierino

Eugenio Scalfari ,Il Maestro innovativo che  rivoluzionò il mondo del giornalismo italiano ,con  “L’Espresso” e la “Repubblica”.

Era nato a Civitavecchia il 6 aprile del 1924, Scalfari è stato il  primo direttore-manager dell’editoria italiana, padre di due creature editoriali, L’Espresso e Repubblica, nate dal nulla ma che in pochi anni non solo hanno raggiunto i vertici della diffusione, ma hanno anche lasciato un’impronta indelebile nella storia del Paese.  “A Montecitorio mi annoiai mortalmente” è fondò il 14 gennaio 1976 il quotidiano la Repubblica :“il peso del giornale equivale a quello d’un partito importante, sia pure molto sui generis”. “Un conto è il linguaggio del giornalista e un conto è il linguaggio dello scrittore, quando non prosegue nei libri i temi del suo giornalismo.’’  Eugenio Scalfari  oltre ad essere un brillante giornalista, era anche uno scrittore che nei suoi lavori  si è molto interrogato sul senso della vita all’interno di libri a carattere filosofico come “Incontro con Io”, “Alla ricerca della morale perduta”, “L’uomo che non credeva in Dio”, “Per l’alto mare aperto”, “Scuote l’anima mia Eros” e  “Dialogo tra credenti e non credenti”, una conversazione con Papa Francesco sui temi della laicità e della fede. Eugenio Scalfari  è stato l’inventore di un nuovo modo   di raccontare la politica e l’economia, senza paura di schierarsi in modo netto quando lo riteneva opportuno.  Nei primi anni ’50 inizia con il Mondo di Pannunzio e l’Europeo di Arrigo Benedetti. Nel ’55 fonda L’Espresso, primo settimanale italiano d’inchiesta. Nel ’62, diventa il primo direttore-manager italiano, una figura all’epoca assolutamente inedita per l’Italia. Questo doppio ruolo sarà poi anche uno dei fattori del successo di Repubblica. Infatti  è la seconda grande impresa di Scalfari, una sfida per creare un giornale d’elite e di massa che il ‘Fondatore’ dirige e controlla in tutto e per tutto. Il 3 maggio del 1996 si congeda dopo circa 20 anni  da Repubblica tra  gli applausi dei suoi redattori. Lascia il posto a Ezio Mauro, ma resta editorialista del quotidiano .

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