Italia – Mondo Sanità. Medici del 118 in fuga, in Italia solo 2.300 dei 6.000 necessari.
Fonte ANSA
Medici del 118 in fuga, in Italia solo 2.300 dei 6.000 necessari. Sempre di meno e sempre più stremati, i medici del 118 in Italia sono meno della metà di quelli necessari e molti continuano ad andare via.
A denunciare questa continua emorragia sono gli operatori sanitari dell’emergenza territoriale, che hanno manifestato a Roma. Medici che, non solo non hanno ricevuto alcun ristoro economico in pandemia, ma non riceveranno nemmeno quelli ora previsti per il pronto soccorso. Mentre in Senato è stato presentato un Ddl per ripensare il sistema di emergenza territoriale, tanti i temi sul tavolo discussi con il ministro Schillaci.
Indossando i caratteristici gilet rossi con catarifrangenti, esponenti nazionali, regionali e provinciali della Società Italiana Sistema 118 si sono dati appuntamento a piazza Santi Apostoli per far sentire la loro voce da anni inascoltata.
Dall’ultima rilevazione ufficiale – spiega Francesco Marino, segretario della Fimmg 118 – emerge che il numero dei medici del 118 in Italia, nel 2021 era 2.900 a fronte di 6.000 che dovrebbero esserci, se fossero applicati i criteri previsti. Nel 2022, c’è stata una diminuzione di 300 medici, che ha portato a 2.600 unità. Quindi, da gennaio 2023 a fine giugno ne sono andati via altrettanti, arrivando a circa 2.300 unità. In tutta Italia siamo a meno del 50% del fabbisogno. I motivi, spiega Mario Balzanelli, presidente della Sis 118, sono la mancanza di tutele per un servizio stressante, caratterizzato da elevato burnout, con sempre più colleghi che lo abbandonano.
A fronte di questo, i ristori per i medici ospedalieri e di pronto soccorso non sono previsti per quelli dell’emergenza territoriale. “I medici di emergenza – spiega Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Medici – sono stati dimenticati. Sono stati preziosissimi durante l’emergenza Covid per soccorrere pazienti spesso soli. Ogni giorno lavorano incessantemente sulle strade, in situazioni di disagio, a qualsiasi temperatura, coprendo carichi di lavoro per due o tre colleghi, perché manca personale. L’attenzione riconosciuta ai medici del pronto soccorso va riconosciuta anche a quelli del 118″. “Il sistema dell’emergenza territoriale è in emergenza”, dice Balzanelli che ha scritto una lettera alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in cui denuncia una situazione insostenibile: “Chiediamo di non esser più considerati fantasmi”.
Se prioritario è intervenire sulla mancata indennità per i professionisti del 118, il cuore del messaggio è anche la necessità di una riforma complessiva dell’Emergenza territoriale. “Il sistema del 118 è un servizio salvavita. Va potenziato e inquadrato con dipartimenti provinciali autonomi. Chiediamo – precisa Balzanelli – che l’accesso al 118 avvenga su chiamata diretta e che vi sia almeno un medico e un infermiere di emergenza ogni 60.000 abitanti”. Inoltre, “serve un investimento tecnologico nelle centrali operative, che sono state invece ridotte di numero negli ultimi anni”.
Queste e altre proposte sono contenute in un disegno di legge presentato in Senato, a prima firma di Mariolina Castellone, vicepresidente del Senato. “Il servizio di emergenza sanitaria 118, istituito ormai più di 30 anni fa, necessita di essere adeguato ai nuovi bisogni di salute. Già nella scorsa legislatura abbiamo depositato una proposta di riforma. Il ddl è stato depositato di nuovo all’inizio di questa legislatura – spiega la senatrice del Movimento 5 Stelle – e aspetta di essere incardinato e discusso in Commissione. Dobbiamo accelerare”. Intanto, Sis 118 ha incontrato il ministro della Salute. Schillaci, riferisce Balzanelli “ha assicurato il massimo supporto alle nostre richieste”.