GLI ANNI DELL’UTOPIA IL PERIODO DI ENRICO MATTEI ?
di Rodolfo Bava
Sembra quasi impossibile poter considerare realistico l’agire di Enrico Mattei. Ecco cosa affermava: “ Faceva comodo al colonialismo incoraggiare la fatalità, la rassegnazione. Ho lottato anche io contro l’idea fissa che esisteva nel nostro Paese: che l’Italia fosse condannata ad essere povera per mancanza di materie prime e di fonti energetiche. Io ho individuato le fonti energetiche e le ho messe in valore e ne ho tratto delle materie prime. Ma prima di fare tutto questo ho dovuto fare anche io della decolonizzazione perché molti settori dell’economia italiana erano colonizzati. Anzi, direi che la stessa Italia Meridionale era stata colonizzata dal Nord Italia”. Quale grande verità. Rivelata dal grande Mattei.
E, poi, ci fa sapere che, in tutta la nazione, ha creato una rete di stazioni di servizio e di motel che risolverà anche il problema turistico. Nel 1955 Mattei chiamò da Ginevra l’economista Giorgio Foà, lo nominò suo consigliere economico personale e lo pose a capo del Centro Studi da cui dipendevano anche le iniziative culturali dell’Ente, con lui entrava anche il giovane Giorgio Ruffolo che, in seguito, avrebbe preso le sue redini al Centro Studi nei primi anni sessanta. Il bagaglio culturale ed imprenditoriale di Mattei si diffuse, anche dopo la sua tragica morte, tanto da creare una moltitudine di attività: ricerca di petrolio sia sulla terra ferma (Lucania) che in mare (Ravenna ed altre località). Ma, soprattutto, a Crotone. Succhiando al largo del mare di Crotone milioni di metri cubi di gas metano ogni anno. Crotone, vivendo Mattei, avrebbe, forse, ricevuto ottime ricompense per il metano che da, oltre cinquanta anni, estrae.