La spettacolarizzazione delle vicende giudiziarie nelle trasmissioni televisive non giornalistiche ai tempi dei social?
di Pietro Cusati detto Pierino
Giustizia e informazione,il Presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli, ha scritto al Presidente AGcom, Giacomo Lasorella, per chiedere il ripristino del Comitato per l’applicazione del Codice di autoregolamentazione in materia di rappresentazione di vicende giudiziarie nelle trasmissioni televisive.
Il Presidente Carlo Bartoli ha informato Giacomo Lasorella della costituzione del tavolo di lavoro, su iniziativa dell’Ordine nazionale dei giornalisti, sul tema “giustizia e informazione”, al quale hanno aderito la prima presidente della Corte di Cassazione, il procuratore generale presso la Corte di Cassazione, i presidenti di Consiglio nazionale forense e dell’Unione Camere penali oltre al Garante per la privacy, con l’obiettivo di affrontare le relative problematiche, di grande rilievo e attualità. “Tra le criticità emerge il numero sempre crescente delle trasmissioni radiotelevisive, molte delle quali non giornalistiche, dedicate ad inchieste e processi giudiziari. Il 21 maggio 2009 è stato sottoscritto, presso la sede dell’Agcom, a Roma il “Codice di autoregolamentazione in materia di rappresentazione di vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive”, con l’obiettivo di contrastare il fenomeno della spettacolarizzazione delle vicende giudiziarie. Per dare applicazione al Codice, che esegue un atto di indirizzo dell’ Agcom assunto con delibera 13/08/CSP, pubblicata in G.U. il 15 febbraio 2008 n. 39, si insediò presso l’Agcom un apposito Comitato con il compito di accertare eventuali violazioni e proporre le misure del caso. Tale Comitato, a quanto risulta, non si riunisce più da lungo tempo e non vi sono più notizie in merito all’applicazione del Codice di autoregolamentazione, a fronte di una situazione nella quale uno strumento di questo tipo potrebbe avere una grande importanza per garantire la correttezza dell’informazione ed evitare eccessi e strumentalizzazioni nella rappresentazione di casi giudiziari, in particolare da parte di programmi di intrattenimento non di carattere giornalistico.”La missiva si conclude con una richiesta di disponibilità e di volontà a proseguire l’iniziativa e chiede a nome del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, quali iniziative possano essere intraprese per consentire la ripresa dei lavori del Comitato, garantendo l’ applicazione del Codice di autoregolamentazione.Una notizia giudiziaria data in maniera errata nelle trasmissioni televisive non giornalistiche è in grado di raggiungere facilmente un numero impreciso di persone. L’enorme effetto di “cassa di risonanza” delle informazioni in TV e sul web, spesso a prescindere dalla loro effettiva veridicità, può risultare però alquanto pericoloso. I mass media hanno assunto un potere sempre più consistente e pericoloso. In questo contesto si inserisce una norma costituzionale piuttosto importante, ossia l’art. 27 comma 2 della Costituzione, fino a che la condanna può ancora essere riformata da un giudice, in altri termini il soggetto si presume comunque innocente fino a prova contraria. Spesso il principio costituzionale viene disatteso attraverso forme di manifestazione del pensiero che possono generare rischi per l’autore, compromettere lo svolgimento di indagini e processi, oltre che confondere i non addetti ai lavori sul funzionamento del procedimento penale.