Manlio Rossi-Doria: il Meridione, i contadini, l’emigrazione
di Antonella Casaburi
Manlio Rossi-Doria fu meridionalista, studioso di economia e politica agraria, direttore dell’Istituto di Economia Agraria dell’Università federiciana e Senatore delle Repubblica Italiana. Nato a Roma, trascorre gran parte della sua vita lavorativa a Portici, dedicandosi al Mezzogiorno. Fu fortemente legato alla Lucania, e grande confidente e amico di Rocco Scotellaro che lo considerava un fratello maggiore. Quando Scotellaro, che era stato ingiustamente incarcerato e che decise di dimettersi dalla carica di sindaco di Tricarico, cercò lavoro fuori regione, Rossi-Doria, direttore del Centro di Portici, che affettuosamente Scotellaro chiamava “il professore di Portici”, lo chiamò a Portici per coinvolgerlo, nel corso del 1950, in un’inchiesta sulle campagne meridionali. Il Centro di Portici che dirigeva su incarico dell’Associazione per lo Sviluppo del Mezzogiorno (SVIMEZ) doveva redigere un piano di sviluppo per la regione Basilicata, e il poeta lucano di Tricarico, di cui l’economista romano aveva seguito le vicende, era l’uomo giusto per questo incarico. Nei tre anni in cui Scotellaro vive a Portici è fitta e proficua la collaborazione con Rossi-Doria: ricerche sul territorio, sull’analfabetismo, sulle condizioni sanitarie e sociali della Basilicata; ricerche che convergono nel Piano di Sviluppo coordinato dal professore Rossi-Doria. Quando nel 1953, ancora trentenne, Scotellaro muore per un infarto (muore a Portici, di ritorno da un viaggio di ricerche in Basilicata) lasciando opere inedite e incompiute, Rossi Doria, insieme a Carlo Levi e ad altri amici di Scotellaro, si impegna a pubblicare postume. “Contadini del Sud”, l’ambiziosa opera incompiuta di Scotellaro commissionata da Laterza, che analizza le condizioni dei contadini del Meridione, viene pubblicata postuma con un’accurata prefazione scritta da Manlio Rossi-Doria.
Rossi-Doria, legatissimo alla Basilicata, che considera la sua seconda casa dopo Roma, e a tutto il Sud, nel 1968 viene eletto senatore del partito socialista in un collegio dell’Irpinia. Successivamente si dedica a promuovere ricerche in Irpinia e in Basilicata: due territori del Meridione in cui conduce studi sulle condizioni di vita dei contadini e, soprattutto, sull’emigrazione. Per Rossi-Doria l’emigrazione, per quanto scelta difficile e sofferta, ha consentito ai contadini di avere opportunità e sbocchi, e la possibilità di sottrarsi a una vita durissima. E, riferendosi agli anni in cui l’ emigrazione dalle campagne del Sud raggiunse il picco, dichiara (Scritti sul Mezzogiorno): “Oggi la miseria contadina – la miseria di gente che non aveva scarpe, che viveva nelle capanne o in una sola stanza, che non aveva da mangiare a sufficienza, perché secondo il vecchio detto mangiava pane ed erba cotta – non esiste più nelle zone interne e questo sostanziale progresso è dovuto all’emigrazione”.
Antonella Casaburi