L’attualità del pensiero di Sandro Pertini, il settimo Presidente della Repubblica italiana, dal 9 luglio 1978 al 23 giugno 1985, il più amato dagli Italiani
di Pietro Cusati detto Pierino
Libertà e giustizia sociale costituiscono un binomio inscindibile, non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà, come non vi può essere vera libertà senza giustizia sociale. L’8 luglio 1978 il socialista Sandro Pertini ,Medaglia d’Oro al Valor Militare,venne eletto “il Presidente della Repubblica di tutti gli italiani, fratello a tutti nell’amore di patria e nell’aspirazione costante alla libertà e alla giustizia”.Si presentò alle Camere il 9 luglio 1978, giorno successivo alla sua elezione, per giurare solennemente fedeltà alla Repubblica italiana. Subito dopo pronunciò il suo discorso d’insediamento. Espresse alti concetti, con esemplare semplicità e sobrietà di stile, ma facendo emozionare l’assemblea. « L’Italia, a mio avviso, deve essere nel mondo portatrice di pace: si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai, sorgente di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame. Il nostro popolo generoso si è sempre sentito fratello a tutti i popoli della terra. Questa la strada, la strada della pace che noi dobbiamo seguire. Dobbiamo operare perché, pur nel necessario e civile raffronto fra tutte le ideologie politiche, espressione di una vera democrazia, la concordia si realizzi nel nostro paese. Farò quanto mi sarà possibile, senza tuttavia mai valicare i poteri tassativamente prescrittimi dalla Costituzione, perché l’unità nazionale, di cui la mia elezione è un’espressione, si consolidi e si rafforzi. Questa unità è necessaria e, se per disavventura si spezzasse, giorni tristi attenderebbero il nostro paese. Questo diciamo, perché vogliamo la libertà, riconquistata dopo lunga e dura lotta, si consolidi nel nostro paese. E vada la nostra fraterna solidarietà a quanti in ogni parte del mondo sono iniquamente perseguitati per le loro idee. » «Certo noi abbiamo sempre considerato la libertà un bene prezioso, inalienabile. Tutta la nostra giovinezza abbiamo gettato nella lotta, senza badare a rinunce per riconquistare la libertà perduta. Ma se a me, socialista da sempre, offrissero la più radicale delle riforme sociali a prezzo della libertà, io la rifiuterei, perché la libertà non può mai essere barattata. Tuttavia essa diviene una fragile conquista e sarà pienamente goduta solo da una minoranza, se non riceverà il suo contenuto naturale che è la giustizia sociale. 8 luglio 1978: Sandro Pertini,a larghissima maggioranza 82%, diventò con 832 voti su 995,il settimo Presidente della repubblica, il più amato dagli italiani. Da Presidente della Repubblica Pertini si rivolse ai giovani : “Ascoltatemi, vi prego. Non armate la vostra mano. Non ricorrete alla violenza perché la violenza fa prevalere la bestia sull’uomo. Armate invece il vostro animo di una fede vigorosa: sceglietela voi liberamente purché la vostra scelta presupponga il principio di libertà. Se non lo presuppone voi dovreste respingerla, perché sareste dei servitori in ginocchio, mentre io vi esorto ad essere sempre degli uomini in piedi”. Sandro Pertini era nato a Stella (Savona) il 25 settembre 1896, Coniugato con Carla Voltolina, deceduto il 24 febbraio 1990.Laureato in giurisprudenza e in scienze politiche e sociali. Dopo la prima guerra mondiale, alla quale ha partecipato, ha intrapreso la professione forense. Socialista, dopo una prima condanna ad otto mesi di carcere per la sua attività antifascista, Sandro (con questo nome gli italiani lo hanno conosciuto ed amato), è condannato nel 1926 a cinque anni di confino. Si sottrae alla cattura e si rifugia prima a Milano e poi in Francia, dove ottiene asilo politico. Ma pure nel paese che lo ospita e dove lavora anche da muratore, subisce due processi per la sua attività politica. Tornato in Italia nel 1929, Pertini viene arrestato e il Tribunale speciale per la difesa dello Stato lo condanna a 10 anni e 9 mesi di reclusione. Ne sconta sette e poi viene assegnato per otto anni al confino: ha rifiutato di chiedere la grazia, anche quando la domanda è stata firmata dalla madre. Tornato libero nell’agosto del 1943, entra nel primo Esecutivo del Partito socialista italiano. La libertà per Pertini dura poco: catturato dalle SS viene condannato a morte e incarcerato nell’attesa dell’esecuzione. Evade dal carcere con Giuseppe Saragat e raggiunge Milano. Qui – siamo nel 1944 – assume la carica di segretario del Partito socialista nei territori occupati dai tedeschi e dirige, in rappresentanza dei socialisti, la lotta partigiana. Conclusa la lotta armata, per cui è stato insignito di Medaglia d’Oro al Valor Militare, Pertini si dedica al giornalismo e alla vita politica. Direttore dell’Avanti! dal 1945 al 1946, del quotidiano genovese Il Lavoro nel 1947, di nuovo direttore dell’Avanti! dal 1950 al 1952: questi i tempi della sua attività giornalistica. Le date principali dell’attività più strettamente politica di Sandro Pertini nell’Italia liberata sono: 1945, segretario del Partito socialista italiano di unità proletaria e deputato all’Assemblea costituente; 1948 senatore; deputato eletto nel 1953, 1958, 1963, 1968, 1972, 1976; vice Presidente della Camera dei deputati nel 1963; presidente della stessa Assemblea nel 1968 e nel 1972. Sandro Pertini fu eletto Presidente della Repubblica il 9 luglio 1978, con 832 voti su 995, al sedicesimo scrutinio. Dal Quirinale intrecciò un fitto dialogo con il paese, e soprattutto con i giovani e i giovanissimi, meritandosi una enorme popolarità. Dal 1985 Pertini è stato senatore a vita, quale ex Presidente della Repubblica. Il 22 febbraio 2009, nel paese natale di Pertini sono stati inaugurati la Casa museo e il Centro studi a lui intitolati.