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7 Aprile 2025

di Alfredo Imbellone

Il filosofo Gian Mario Quinto ha dato alle stampe l’interessante libretto “La voce e l’origine, Estetica e musicologia evolutiva” (Clinamen, 2023) che in poco meno di cento pagine fornisce una ricca serie di spunti di riflessione sulla musica. La lettura dell’opera consente di farsi un’idea su quale sia lo stato dell’arte nell’interpretare un fenomeno così particolare come quello musicale, facendo convergere le analisi da molti settori di ricerca quali la bio-musicologia, la psicologia e l’estetica.

Se gli aspetti culturali e antropologici dell’esperienza musicale risultano evidenti e ampiamente studiati, nell’opera di Quinto si va invece a indagare quanto gli studi dell’ultimo secolo abbiano aggiunto in termini di conoscenza e riflessione sull’origine della musica stessa, a livello di singolo individuo e di specie umana. Si passa così dal considerare gli studi sull’origine della musica alle teorie che prendono in considerazione la musica come origine, fino a individuare un carattere originariamente musicale dell’intera esperienza umana, al di là di quella più strettamente collegata all’attività musicale stessa.

La prospettiva evoluzionista offre in tal senso una prospettiva estremamente feconda di spunti di ricerca. La musica sarebbe una sorta di pre-linguaggio, comune ad altre specie animali che nell’uomo da un lato ha presieduto alla nascita e sviluppo del linguaggio verbale, dall’altro ha mantenuto la sua significatività sia sul piano del funzionamento cognitivo sia su quello emotivo.

La pratica musicale precede le attività intenzionalmente semiotiche e simboliche e ci fornisce un approccio estetico al mondo che viene prima di ogni altra forma di comprensione, rendendo al tempo stesso queste ultime possibili. Una sorta di lingua in cui non si operino rigide distinzioni tra significato e significante e non si applichino gli schemi logici che siamo abituati ad assegnare quando abbiamo a che fare con le parole. In questo modo la musica è in grado di interagire sia con il cervello, rappresentando per esso una sorta di allenamento per le operazioni di sequenziamento della realtà, sia con la nostra parte emotiva nella scansione delle varie emozioni.

Quel che viene proposto in ambito evolutivo trova un riscontro negli studi psicologici e psicoanalitici, in special modo per quel che riguarda il ruolo della musica nello sviluppo dell’individuo e nei legami affettivi con la madre.

Una ben curata bibliografia e un puntuale sistema di note a piè di pagina permettono a chi voglia di approfondire tanti simili spunti contenuti nel libro. In effetti, l’opera ha il merito di offrire al lettore in forma di agile rassegna le diverse prospettive di ricerca che su questi temi hanno insistito negli studi recenti. Una rassegna fortemente ragionata quella di Quinto che assume il suo senso filosofico proprio nella selezione del percorso di studi che restituiscono al lettore una riflessione estetica nel senso più generale e profondo del termine.

G.M. Quinto,
La voce e l’origine. Estetica e musicologia evolutiva,
Editrice Clinamen, pp. 99,
€18.90

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