Salento, lo stratosferico sogno del professore
di Giovanni farzati
Le notti agitate, gira e rigira nel letto, non si chiude occhio, conti le pecore; nemmeno si chiude occhio; ed ecco all’improvviso lo schermo gigante di un sogno si apre, e compare uno strano mondo.
In pieno Medioevo, nel sogno si può; chiuso in una torre; molto alta; il professore sognatore è circondato dai tanti personaggi del suo paese, vissuti in epoche lontane, con i loro vizi e virtù; per bacco! il primo avvocato di Salento, don Cesare, quello del 1475, senza corona e senza parenti al seguito, Donato Scarpa, “lo prevate sposato” con sua moglie Diana Granito.
Il sogno continua come un rullo compressore; fa ciao con la mano suor Celestina di Giuseppe D’Aiuto ed Eustachio Rizzo, scomunicato per percosse; Angela Maria D’Agostino, afflitta per il marito, Nicola Tomeo, che aveva decapitato in piazza il contadino Rosario; avete capito bene, decapitato; in quelle epoche; non si andava tanto per il sottile, ci voleva davvero poco ad essere spedito al camposanto anzitempo con in colpo d’ascia.
Ancora dal sogno…
sotto la torre gran folla; c’era il gesuita don Ciccio Scarpa che aveva confessato Leopardi; il sindaco Don Germano, speziale sopraffino, e don Liborio Scarpa che illuminò le strade di Salento; nessuno sa perché Marco D’Aiuto non fece il precetto pasquale nel 1686 e perché Matteo voleva chiamare la figlia Isoletta Straniera; la chiameranno, alla fine Barbara Maria, cose di paese; capricci.