Pino Nano e le interviste a Natuzza Evolo: un giornalista e il tentativo di comprendere l’arcano
di Bianca Fasano
La prima intervista alla mistica di Paravati, Natuzza Evolo, effettuata dallo storico giornalista Rai Pino Nano, nel 1989 per la Testata giornalistica regionale della Calabria è da considerarsi una “pietra miliare” sia in sé e per sé, quale metodologia d’intervista che come “documento”, che al tempo e negli anni a venire diventerà un punto di avvio indispensabile, molte volte ripreso da numerosissime altre reti Rai.
Pino Nano intervista Natuzza, in un momento in cui la mistica di Paravati (provincia di Vibo Valentia), non riceveva le centinaia di persone che le si rivolgono, fosse soltanto per un sorriso. Difatti, nella “Settimana Santa”, durante la quale il cristianesimo celebra gli eventi di fede correlati agli ultimi giorni di Gesù, che comprende in particolare la sua passione, la morte in croce e quindi la resurrezione il terzo giorno successivo, Natuzza Evolo soffriva. Sul corpo le comparivano segni particolari che la facevano sanguinare. Lei stessa raccontava di essere sofferente, incapace di “vedere gli Angeli Custodi che accompagnavano quanti le parlavano e neanche i morti del purgatorio”, che in qualche modo la ponevano in grado di aiutare gli altri. Rimarchiamo che, proprio in questo difficile periodo, Natuzza concede un’intervista al nostro pino Nano che riesce, con grande maestria sia di mestiere sia di umanità, a valorizzare la dolcezza e il misticismo intimo. Da giornalista mi commuovo nel vedere questo collega, al tempo giovane (abbiamo circa la stessa età attualmente), che prova ad avvicinarsi a questo “personaggio” così difficile da comprendere, lontano da ogni logica “politica o economica”, cercando di non dare sofferenza di non essere invasivo e neanche mostrare qualche (forse giusta), dose di diffidenza.
Dobbiamo a lui, giornalista, scrittore, autore televisivo, le tante interviste a Natuzza Evolo (Fortunata), realizzate per Rai3. Personalmente sono stata attratta da questo mistero e così ho potuto vedere, tramite i filmati che si possono trovare in rete, questi dialoghi tra un uomo, sempre più coinvolto ed interessato all’argomento, ed una donna, all’apparenza semplice e decisamente umile, che però tratta argomenti medici complessi, offre consigli, descrive la Madonna: “È bellissima, ha l’età di quindici sedici anni, è bruna vestita di bianco, è bellissima…”. Pino Nano le chiede cosa altro le appaia e così apprendiamo che, oltre ad avere la visione pressoché continua degli angeli custodi e ricevere spesso le visite di Gesù e della Madonna, ella aveva la capacità di vedere le anime dei trapassati e di poter colloquiare con loro.
Appare chiaro che Natuzza non si sente per niente “importante” rispetto a quanto le accade. Difatti, alla domanda che le pone il giornalista in una delle interviste: “Natuzza, se lei dovesse spiegare alla gente chi è in realtà Natuzza Evolo, lei che cosa risponderebbe?”- Risponde: “Direi la verità, e direi che sono soltanto una poveraccia. io sono soltanto un povero verme di terra…”
Ammettendo che “le vie del Signore sono infinite”, occorre ricordare che a Paravati, per la sua volontà, oggi esiste una Grande Basilica, frutto delle preghiere e della testimonianza in terra di questa donna e la Fondazione Cuore Immacolato Di Maria Rifugio Delle Anime.
La mistica di Paravati è deceduta il primo novembre 2009. Dobbiamo a Pino Nano, il quale nella sua permanenza in Calabria è stato il giornalista che più di ogni altro ha conosciuto, incontrato e parlato con Natuzza, la possibilità di “conoscerla personalmente, ascoltare le sue confidenze, sentirle raccontare la sua incredibile storia”. Fortunata Evolo, detta Natuzza, è nata a Paravati il ventitré agosto 1924, morta il primo novembre 2009. Da bambina non ricevette una particolare formazione religiosa, cercò di aiutare la madre ad accudire gli altri fratelli e non ebbe modo di frequentare regolarmente la scuola, per cui era analfabeta. A quattordici anni, andò a lavorare come domestica in casa dell’avvocato Silvio Colloca. Già in quel periodo Natuzza fu al centro di presunti fenomeni paranormali, quali la visione di persone defunte e a causa di ciò osservata in paese. Nel 1941 si licenziò dal posto di lavoro e andò a vivere presso la nonna materna. Pensava di farsi suora, giacché già viveva esperienze straordinarie che la facevano sentire vicina a Dio. Tuttavia la madre (cosa che avveniva piuttosto spesso all’epoca con le figlie femmine in quei paesi), decise per lei un matrimonio combinato con un giovane, figlio di amici, che in quel momento prestava servizio nell’esercito. Il matrimonio avvenne per procura il 14 agosto 1943.
Nacquero cinque figli: Antonio Nicolace, Salvatore Nicolace, Anna Maria Nicolace, Francesco Nicolace, Angela Nicolace. Malgrado le esperienze che viveva, questo non le impediva di assolvere agli impegni familiari, diceva infatti di se stessa: “Non ho mai sacrificato la famiglia anche se ricevo ogni giorno tanta gente. Mi alzo molto presto al mattino e svolgo tutte le faccende. Mai ho lasciato i miei figli senza mangiare oppure senza una camicia stirata”. È stato calcolato che Natuzza dormisse circa 37 minuti al giorno, benché sembri assurdo, specialmente pensando che riuscisse a rappresentare, per quanti vi ricorrevano, un chiaro esempio di chi ha donato se stesso per diffondere il messaggio di Cristo. Un Dio che ha amato fino alla fine. Occorre ricordare che ha convissuto con fenomeni paranormali quali: apparizioni, bilocazione, conversazioni con l’Angelo Custode, nodi del rosario. Tante sono le persone che hanno raccontato di aver ricevuto il suo aiuto. A lei è stata anche intitolata una fondazione, presieduta da Pasquale Anastasi. Sul portone della chiesa la scritta “io sono amore e misericordia”, frase che la mistica ripeteva ogniqualvolta incontrava i suoi seguaci, sparsi in gran numero non soltanto in Calabria.
Tante sono le persone che hanno raccontato di aver ricevuto il suo aiuto. Uomini e donne che hanno davvero sentito sulla propria pelle, la veridicità dell’operato di Natuzza la quale il 7 aprile 2019 è stata proclamata serva di Dio dalla Chiesa cattolica.
È morta all’età di 85 anni a causa di un blocco renale, alle 5 di mattina del 1º novembre 2009, nel centro per anziani da lei fondato con le offerte dei fedeli e sepolta dal 3 novembre 2009 nella Fondazione Cuore Immacolato Di Maria Rifugio Delle Anime di Paravati.
Le molte interviste a Natuzza Evolo, che a tutt’oggi rappresentano documenti esclusivi visionabili grazie agli archivi Rai, sono testimonianze di una importanza ineguagliabile e le dobbiamo al giornalista Pino Nano, di cui non riportiamo la biografia per intero, limitandoci a dire che dal 2020 è Editorialista dell’Agenzia Nazionale di Stampa Quotidiana “Prima Pagina NEWS”, e dal gennaio del 2021 Vice Direttore di “Nuova Armonia” il Magazine House Organ di RAI Senior.