21 Novembre 2024


di Pina Cimmino

L’ennesimo proditorio, indiscriminato e vile attacco aereo perpetrato a Rafah, nel territorio di Gaza, da parte israeliana, contro inermi civili, accampati nelle tendopoli è, senza mezzi termini, un GENOCIDIO che in alcun modo può e deve essere giustificato.
È ora che si costringa Israele a fermarsi. È ora che il popolo di Israele si ribelli ai diktat militari che vengono intollerabilmente imposti dal dittatore Netanyahu e dal suo governo, che consegnano alla storia una vergognosa immagine di Israele.
Non è oltremisura tollerabile che il piede di Netanyahu schiacci un intero popolo, come fosse un formicaio infestante.
In malafede era stata indicata alla popolazione civile quel territorio come luogo inviolabile d’asilo, invogliando il concentramento di masse di sfollati, per seminare poi morte atroce e terrore.
Non è concepibile che non si dia spazio a soluzioni politiche del conflitto, fomentando strategie stragiste che equiparano i contendenti Israele-Hamas.
Questa interminabile catena di attacchi e ritorsioni, si embricano in un vortice di crudeltà che ha conosciuto, nel nazismo e nello stalinismo, altre efferate stagioni storiche.
L’illusione di averle definitivamente sepolte ci fa comprendere quanto fragile sia la pace e quanto alto debba mantenersi il livello di guardia per salvaguardarla.
Ogni popolo ha diritto alla sua patria.
Questo principio dovrebbe essere universalmente sancito con un veto di orfanezza nazionale imposta ad un popolo con la forza delle armi o con politiche coercitive.

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