20 Settembre 2024

PASQUALE SCALDAFERRI

Lintellettuale del Mezzogiorno, Pietro Mazzuca, pone l’accento sulla farsa planetaria che si sta consumando in riva alla Senna.
Dopo il tira e molla, la conferma, il no alle gare, inquinamento sì, balneabilità forse del fiume parigino, con sprofondo vergognoso della grandeur che ha raggiunto l’acme con la signora Anne Hidalgo, sindaco di Parigi, quando si è tuffata nelle acque melmose quasi a voler convincere i suoi sudditi (pardon, amministrati) che era tutto très bien per l’incolumità degli atleti, stavolta una decisa indecisione -se l’ossimòro è lecito- del Comitato Olimpico Internazionale ha penalizzato la brava e onesta pugile italiana, Angela Carini.
La boxer nata a Napoli ma residente a Marcianise, è stata costretta al ritiro dopo appena 46 secondi dopo un pugno così forte da sganciarle il casco e al timido rientro, prima dell’abbandono definitivo, un colpo inferto a mano chiusa che le ha spaccato il setto nasale decretando la fine della campagna-farsa di Parigi.
“Ho disputato tanti match in nazionale -ha detto tra le lacrime l’azzurra- e ho fatto i guanti tante volte anche con uomini, anche mio fratello (Antonio, anch’egli pugile) ma oggi ho sentito troppo dolore e per amore verso la mia famiglia ho preferito ritirarmi” -ha dichiarato a fine match tra singhiozzi, per esplodere poi in un pianto dirotto.
Fortunatamente Angela ha avuto il buonsenso di gettare la spugna, salvando vita, dignità e veri valori sportivi.
Altrimenti oggi avremmo parlato di una tragedia annunciata.
Ché quell’incontro non si doveva fare, per lo squilibrio tra i due contendenti. L’atleta intersessuale algerina, Imane Khelif, anch’ella vittima degli acerbi parrucconi del Cio, registrava infatti livelli di testosterone superiori.
Valori talmente anormali da scatenare nei giorni precedenti infinite polemiche e che già ne avevano sancito l’esclusione dal Mondiale di pugilato.
Ma i membri dell’organismo che organizza l’Olimpiade, non hanno fatto una grinza di fronte all’impari confronto. E neppure il presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Thomas Bach, si è fatto portavoce ed esecutore di un provvedimento che spazzasse via dubbi, polemiche e ambiguità.
Il tedesco, già medaglia d’oro ai Giochi olimpici di Montreal 1976 e ai Mondiali del ’77 a Buenos Aires nel Fioretto a squadre, non ha saputo agire di fioretto, piuttosto da schermidore scomposto. O forse ha dato fede all’onorificenza ricevuta in passato: Collare d’oro al merito sportivo.
Certamente in questa triste storia, la “nobile arte” -come è ribattezzata la boxe- non ha coinvolto tutta la muscolatura.
Il cervello, organo che come un muscolo ha bisogno di allenamento per restare efficiente, essere pronto all’uso e non indebolirsi, è stato privato delle sue facoltà cognitive. Lo hanno malinconicamente appreso tutti. E chissà cosa avrebbe detto il barone Pierre de Coubertin, ideatore dei Giochi, fondatore nel 1894 dell’Olimpiade che realizzò nel 1896 nella prima, fantastica, edizione ad Atene.
Il motto dell’aristocratico francese era: “Più veloce, più in alto, più forte”.
Con il rimpianto, oggi, di vedere proprio nella sua Parigi l’olimpiade più controversa, più bassa, più ambigua di questo primo scorcio di secolo.

LA NOTIZIA di LaVoce24TV: PARIGI 2024 LASCIATE PICCHIARE SELVAGGIAMENTE VERGOGNA – da Pensiero Liberato di Pietro Mazzuca del 1 agosto 2024

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