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13 Aprile 2025

26 agosto, Women’s Equality Day 2024, tra discrepanze di retribuzione e ‘soffitti di cristallo’

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di Antonella Casaburi

Il 26 agosto di ogni anno si celebra il diritto di voto alle donne, un diritto ritenuto scontato dalle nuove generazioni. Eppure, fino a non molti decenni fa, il mondo intero negava il diritto di voto al sesso femminile. 

Il primo Stato a interrompere tale discriminazione di genere è stata la Nuova Zelanda, nel 1893, seguita da Australia, nel 1901, Finlandia nel 1906 e Norveglia nel 1907. In Italia le donne hanno dovuto attendere il 1945 per votare. 

Le giovani di oggi dovrebbero tenere a nìmente che le loro nonne e le loro bisnonne sono state tenute lontane dalle urne da una società chiusa alle donne; più ancora, dovrebbero riflettere sul fatto che molti dei diritti che ritengono scontati sono il rispulato di anni di lotte portati avanti da altre donne che, prima di loro, hanno combattuto contro una società sessista e patriarcale. Ed è bene che le ragazze riflettano sul fatto che la moderna società in cui vivono non è ancora paritaria, come erroneamente tendono a credere. Sebbene le donne, oggi, siano equiparate per legge agli uomini, celati dietro comportamenti dai contorni subdoli e sfuocati, il maschilismo e la discriminazione pervadono ogni aspetto della vita delle donne, anche negli stati considerati più aperti. 

Una realtà spessa taciuta è la discrepanza di retribuzione fra i generi: a parità di lavoro le donne vengono pagate di meno. 

Si pensi poi al ‘soffitto di cristallo’, chiara metafora di quell’invisibile barriera che interrompe la carriera delle donne, soprattutto di quelle giunte faticosamente a sfiorare i vertici. 

Sono troppi e taciuti i diritti calpestati delle donne in una società che pure, legalmente, le tutela. Le discriminazioni di genere si ripercuotono fra le mura domestiche, dove non è solo la violenza fisica a calpestare la dignità delle donne,  spesso sottomesse psicologicamente, educate fin da piccole a sacrificarsi per la famiglia, loro e non i fratelli maschi, talvolta perfino, ancora,  invogliate a rinunciare a a legittimi desideri di affermazione personale e professionale e ad accettare che dentro e fuori casa sia un uomo a decidere per loro. 

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