Il Focus
Cilento-Arabia, ponte culturale
PASQUALE SCALDAFERRI
idea è ambiziosa, trasformare il Cilento da territorio rurale a comprensorio di elevata cultura. E parte dalla visione cosmica di uno tra gli scrittori più apprezzati, non solo in Italia e all’estero, ma da oggi anche nel mondo arabo.
Menotti Lerro, critico letterario, già premiato tra le Eccellenze Italiane per la letteratura, alza l’asticella su qualità ed eleganza, con la creazione della Piramide Culturale e il Movimento Empatico. Entrambi con un denominatore comune nel cuore e nella mente: il Cilento.
Al-Jadeed, organo di informazione seguitissimo dalla folta comunità arabica a Londra, gli dedica un’intervista a tutto campo, pubblicata nella sezione Scrittori dal Mondo.
Lerro, con il consueto stile di chi studia prima di parlare, traccia uno scenario letterario italiano molto problematico: <<Segue la corruzione generale che imperversa nel nostro Paese. I grandi critici e i grandi poeti vengono puntualmente ostracizzati affinché la mediocrità al vertice non venga messa in ombra. Detto questo, credo che la poesia italiana sia viva, sofferente, ma viva. La grande tradizione dei nostri classici influenza ancora il presente e la poeticità della nostra penisola stimola al bello, al vero, all’innovazione, sebbene, ripeto, tutto ciò viene troppo spesso soffocato da chi dovrebbe invece valorizzarlo. Per quanto mi riguarda ho avuto la fortuna di essere educato da grandi Maestri: da Giorgio Barberi Squarotti ad Alessandro Serpieri, da Remo Bodei a Maria Teresa Chialant, da Carolyn Williams Lyle a Giuseppe Gentile, da Franco Loi a Giampiero Neri da Roberto Carifi a Enrico Testa e ancora altri: mi hanno insegnato ad avere occhi in grado di vedere e non solo persi in un inutile guardare>>.
LAVORO LETTERARIO – Il poeta che nel 2020 ha fondato il movimento artistico, filosofico e culturale internazionale, ha pubblicato Aforismi e pensieri nel 2013, partorito opere apparse sulla rivista Nuovi Argomenti della Mondadori e al giornale Al-Jadeed svela il segreto per un primo approccio con il lettore.
<<Sono nato nella polvere, e nella follia della cenere del mio camino scoprii la poesia, i miei “ceppi incerti” che mi sembravano simboleggiare perfettamente la mia condizione di giovane uomo che non riusciva ad ardere come avrebbe voluto. Fermai quel pensiero su carta e poi il testo diede nome alla prima raccolta di versi Ceppi incerti (2003) appunto. Consiglierei al lettore di partire da quel volume poiché contiene anche un’ampia premessa dove spiego che cos’è per me la poesia e perché mi fu vitale per poter strutturare la mia identità. Da allora non mi sono più fermato e ho tentato di confrontarmi con ogni genere letterario, cercando di innovare ciò che mi sembrava obsoleto. I drammi teatrali Donna Giovanna (versione femminile del Don Giovanni) e Il Dottor Faust, ne sono un esempio concreto. Ma anche attraverso la saggistica ho cercato di apportate un contributo innovativo opponendomi alle tesi di Philippe Lejeune in merito al genere autobiografico, proponendo, per la prima volta, la supremazia di un’autobiografia in versi rispetto ad una in prosa>>.
VISTO DA DENTRO – Per l’intellettuale Menotti Lerro, 44 anni, una carriera prestigiosa, arricchita da venti libri di poesie, quattro di prosa, altrettanti di saggistica e teatro.
<<La gente soffre e non riesce a godersi le meraviglie del mondo. Guardando il mare dalla spiaggia di Acciaroli tutto mi appare così semplice e perfetto e invece ricordo che l’umanità sta andando verso la deriva perché schiava e vinta dai sentimenti negativi, dall’ipertrofia dell’io, dalle ambizioni che vanno oltre il talento individuale. A volte penso che senza gli esseri umani il mondo sarebbe in equilibrio, in pace con se stesso, nonostante le dure leggi di natura. Se chiudo gli occhi e provo a immedesimarmi in un cervo, sento in me la pace. I pensieri per un attimo si spengono e solo rivedo ciò che più ho amato. Sono assalito da un continuo desiderio di fuga, eppure nessun luogo riesce a donarmi la pace che cerco. Tutto ciò, devo dire, è diventato più cupo in me in questi ultimi anni a causa di un incidente che mi ha costretto a lottare molto per ritrovarmi. Ma chi nasce, come accennato, nella polvere, ama la vita e lotta per andare avanti sempre e comunque. Fuori dalla mia finestra le stagioni si rincorrono amorevolmente e scandiscono le tradizioni culturali del luogo. La dolce biblioteca di famiglia mi racconta chi furono i grandi uomini della nostra cultura artistico-letteraria-filosofica e in loro trovo da sempre risposte ai miei tanti perché. Il canone occidentale, a cui io appartengo, è affascinante, sì, ma è anche basato sulla ferocia della nostra storia: penso all’oscurantismo medievale, alle incolpevoli streghe, alle crociate rinascimentali e alla vendita delle indulgenze: simboli dell’ipocrisia della religione. Poi ripenso ancora a Dante e a Shakespeare e quasi non mi serve altro per sentirmi orgoglioso. E pazienza, dunque, se poi dobbiamo fare i conti con anomali scrittori fruiti in eccesso o con abietti personaggi televisivi che si fanno chiamare filosofi preferendo starnazzare nei salotti più squallidi e corrotti anziché rinchiudersi al fresco antico delle biblioteche come invece hanno sempre fatto quei Maestri da me citati>>.
SCELTE DI VITA – <<Scelsi la poesia per cercare l’essenza della verità mia e dell’universo. Pensavo che questo mi avrebbe donato la saggezza e la felicità; ma oggi ho capito che il mondo, con le sue armi, è più forte di questa stanca penna. Se potessi tornare indietro dedicherei meno tempo agli studi e molto di più ai viaggi, ai giochi, all’amore, cercando con più impegno la donna giusta, che non ho mai trovato.
La vita è così breve per trascorrerla senza un vero amore: in questo mi sento colpevole perché ho dato sempre priorità alla mia sete di conoscenza. E come Faust mi accorgo che il tempo mi sta sfuggendo di mano rapidamente. Ma non demordo, proverò a recuperare.
Il problema del mondo è la mediocrità media dell’essere umano.
Una maggioranza negativa e ignorante comporta inevitabilmente un regresso. Come mai i politici sono sempre più mediocri? In Italia il premier non ha la laurea. E qualche anno fa il ministro dell’Istruzione neanche l’aveva. Un semplice esempio, quest’ultimo, per far capire come ad un apparente, o parziale, progresso si verificano tremendi passi indietro nella società.
Le minoranze colte vengono inoltre “bastonate” sistematicamente perché danno fastidio (ripenso a quanto detto in merito alla poesia in Italia). Mi dispiace, ma credo che da tutto questo non si uscirà mai, se non attraverso una sorta di miracolo. Oggi l’occidente vive una condizione sedicente civile, oserei dire neo medievale. Come è stato possibile arrivare a tutto questo? Darwin resterebbe sconvolto nell’apprendere come è degenerata la “competizione tra gli uomini” che conduce alla selezione naturale. Il Cuore di tenebra, di cui così bene scrisse Conrad, ci permette di comprendere molto. Ecco, per il mondo desidero un miracolo>>.
INCONTRO IMMAGINARIO – <<Mi piacerebbe conoscere William Shakespeare. In primis per capire cosa si nasconde veramente dietro la sua figura, chi è stato veramente.
Sogno, a differenza di quanto si sostiene sempre con più insistenza, che sia stato un singolo uomo dall’acume straordinario. Allora sarebbe così entusiasmante ascoltarlo, ammirarlo, magari osservarlo mentre crea, o nella sua quotidianità, scovarne pregi e difetti, carpirne i segreti, gli umori, i limiti umani. Mi piacerebbe sentirmene umile allievo e struggermi nella dolcezza e nella potenza del suo estro. Si dice che Shakespeare sia morto dopo una profonda sbornia presa con i suoi migliori amici. Ecco, l’ultimo mio giorno lo vorrei passare perdendomi nell’ilarità amicale nel corso di una sonora sbornia presa insieme a lui tra una portata e un’altra di un banchetto>>.
LIBERTA’ DI SCRIVERE – Lo scrittore rimarca il concetto su come la vera sfida sia trovare gli stimoli in un mondo che premia i nullafacenti, i cosiddetti influencer, le spogliarelliste, in genere i furbi.
<<A cosa serve cercare la purezza se la purezza non interessa più a nessuno? Dunque, bisogna resistere, pensare che se anche la propria scrittura avrà migliorato o divertito un singolo essere umano o finanche solo se stessi, allora ne sarà valsa la pena. Personalmente mi consola pensare di essere riuscito a scendere in determinate profondità personali e del mondo attraverso lo scavo della scrittura. È, come detto prima, una piccola consolazione in realtà, perché a volte comprendere è troppo doloroso. Ma va bene così, ogni libertà deve per forza avere un prezzo in un mondo che non è mai, in verità, stato libero. Nel mio lavoro ho raccontato la vita difficile di un uomo nato in una famiglia e un villaggio povero e colmo di gente arrabbiata. Poi ho aperto i miei orizzonti e ho cercato di raccontare l’altro da me e del globo terrestre, per quel poco che mi è possibile data la limitata conoscenza che ognuno di noi, per quanto studi e viaggi, ha dello stesso. In seguito, ad un certo punto, ho capito che le arti non potevano essere divise poiché la pulsione di base è sempre la stessa per ognuna di esse. Questo mi gettò nello sconforto poiché sentivo che avrei dovuto possedere tutte le arti per poter esprimere il mare infuocato e dolce che percepivo dentro me. Per questa ragione decisi di fondare il Movimento Empatico nel 2020 affinché le arti potessero riunirsi dando vita ad un’Arte suprema, capace di esprime ciò che “lingua mortale non dice”. L’Empatismo, nato nel massimo isolamento della pandemia, è stata la risposta che ho sentito di voler dare agli artisti, ai popoli, alla natura stessa al fine di migliorarci tutti>>.
TRADUTTORI – Dialogando con Al-Jadeed, Menotti Lerro è esplicito, essendo tra l’altro un linguista.
<<Sul male necessario e utilissimo che a volte può addirittura migliorare il testo d’origine, non posso che elogiarne il fine. E devo aggiungere che può essere anche molto piacevole e intrigante per lo stesso traduttore. Il rischio si cela nelle cattive traduzioni, che possono fare molti danni. In generale chi traduce sta a sua volta componendo, mettendo nel testo la sua sensibilità, la sua cultura (che deve comprendere la cultura dell’autore tradotto). Per quanto mi riguarda, dei miei scritti sono stati tradotti in varie lingue e questo mi ha permesso di dialogare con altre culture. Direi dunque che non c’è perdita, se non in rarissimi casi.
L’italiano è una lingua molto raffinata, armoniosa e suasiva e dunque la sento particolarmente adatta alla poesia. Si pensi all’opera musicale, ad esempio e a quanto la lingua italiana sia stata concepita centrale in tutto questo, sebbene la stessa rispondeva principalmente alle esigenze dei compositori italiani che erano in molti, piuttosto che a una scelta linguistica specifica da parte del pubblico. Di certo anche questo la fece, di conseguenza, diventare una lingua percepita come capace di esprimere la poesia più alta. Detto ciò, devo dire che a mio parere non esiste lingua più bella di un’altra. Sono gli interpreti a renderla sublime elevandola con la loro arte>>.
AUTORI DIMENTICATI – La maggioranza dei poeti viene dimenticata presto. E lo scrittore cilentano ne menziona due, ma la lista sarebbe infinita: <<Alberto Bevilacqua, Edoardo Sanguineti, scomparsi da meno di quindici anni e che già quasi non li troviamo più in libreria. Ne potrei citare altri che suonerebbero ai lettori italiani medi come totalmente sconosciuti. La verità è che ci illudiamo di essere immortali attraverso la poesia, i film o le arti visive, ma siamo già polvere e i nostri versi ammuffiranno su qualche scaffale fino a quando i caratteri non saranno più leggibili. La poesia cerca l’immortalità, ma l’immortalità, che non appartiene nemmeno al mondo o all’universo, come potrebbe appartenere a noi? >>.
MESSAGGIO AI POSTERI – Il drammaturgo, autore anche di un cd musicale I battiti della notte, gradirebbe essere ricordato come una brava persona. <<Nata sfortunata e che decise di dare tutto se stesso alla poesia pur avendo i mezzi intellettivi per poter diventare ricco, magari davvero famoso in questo tipo di società. Un uomo che scelse la strada più difficile per migliorare se stesso e il prossimo e che non accettò mai nessun tipo di compromesso, nessuna corruzione. Un uomo a cui queste scelte costarono care in un mondo dove la purezza è vista come un fastidio e dunque da sporcare, denigrare, sopprimere. Ma anche un uomo che, attraverso le sue scelte, per un attimo, arrivato alla vetta che aveva ambito fin da ragazzo, si sentii felice: un distillato puro di gioia indescrivibile che per lui ebbe più valore di tutti i tesori della Terra. Un istante che valse una vita>>.
LETTORE ARABO – <<Ho sempre sentito il vostro mondo vicino al mio mondo interiore. Le strade asfaltate che percorsi furono per me deserti. Con i miei amici arabi mi sono inginocchiato e ho pregato dopo essermi lavato i piedi e i gomiti. Al lettore arabo dico che sarebbe un onore per me conoscerci meglio. Nella mia poesia c’è un fremito simile a quello che scorgo nei vostri occhi fieri, spesso malinconici, ma sempre carichi di speranza. Siate empatici!>> -chiosa Menotti Lerro.