LA FINTA PROFILASSI
Retorica vaccinale
e morti di Gaza
PASQUALE SCALDAFERRI
a campagna contro vaiolo e poliomelite, iniziata domenica 1 settembre nella Striscia di Gaza, lascia affiorare molte perplessità e dubbi, soprattutto quando le notizie si diffondono e sono manipolate con un tempismo da bomba a orologeria.
Non è la prima volta – e non sarà sicuramente l’ultima – che una certa vulgata intende rappresentare e incorniciare in maniera capovolta il profilo di soggetti che hanno costruito le loro fortune sugli affari. Non sempre specchiati.
Ha ragione l’intellettuale del Mezzogiorno, Pietro Mazzuca, quando con il consueto acume parla di bambini morti di fame, malnutriti, ma che saranno vaccinati per rendere più munifiche le cassaforti dei novelli profeti dell’umanità.
Tra i tanti che allo scoccar delle tragedie (guerre, pandemie, disastri annunciati o pilotati) diventano celermente servitori di donne, bambini e uomini perseguitati dalle disgrazie, un autentico capitano di vascello è Bill Gates, affarista a 360 gradi, divenuto improvvisamente filantropo, dopo un corposo maquillage di profonda e presunta verginità.
Premesso che la solidarietà non si sbandiera ma si pratica nel silenzio delle coscienze, la sua sospetta conversione è stata lanciata da un ingegneristico battage pubblicitario che fotografa irrefutabilmente il marchio antitetico di una speciale dedizione al servizio del genere umano.
Si prova sdegno e riprovazione nei confronti di meschini individui che hanno edificato le proprie ricchezze sulle sciagure altrui, cercando anche di turlupinare persone con le quali si è collaborato e per raggiungere il facile guadagno si cerca di raggirare.
Quando poi il benefattore annaffiato in laboratorio specula sulla catastrofe e la disperazione di popoli inermi, siamo giunti al delirante messaggio di chi crede di essere immortale. Ma invece è al capolinea della sua esistenza.
Dall’ovattata e mai frequentata – da povera gente ricca di dignità – villa da 125 milioni di dollari, il nipote di banchiere da parte di mamma, speriamo non ci propini mai, nel suo aureo libro di memorie, che anche il nonno durante l’esercizio del suo potere (sempre terreno, effimero e impotente) ha dispensato soldi a falegnami, artigiani, netturbini.
Naturalmente da benefattore ante litteram e giammai ricorrendo a tassi usurari.
Quale credibilità ha un uomo, se non quella di diffondere panico per rovesciare l’assunto del vero Benefattore, quando pensa esclusivamente a rimpinguare il patrimonio di famiglia?
Report di lunedì 11 maggio 2020, attraverso un’inchiesta circostanziata, ha fotografato una serie di controversie nella sua attività filantropica.
La Fondazione Bill & Melinda Gates risulta essere il secondo finanziatore dell’OMS dopo gli USA.
Secondo la trasmissione di Rai 3, ciò lo renderebbe particolarmente influente da un punto di vista decisionale, viste le difficoltà dell’Organizzazione Mondiale della Sanità a reperire fondi, sebbene il contributo degli ex coniugi Gates si aggiri attorno al 10% e le decisioni siano in realtà prese dagli organismi dell’assemblea mondiale della sanità, della quale fanno parte solo gli stati membri.
Nella trasmissione viene inoltre dato risalto agli investimenti della fondazione in case farmaceutiche, senza peraltro specificare se questi conferiscano effettivamente ad essa un peso determinante nelle scelte operative.
Ecco perche i veri facitori del bene sono gli scienziati, i ricercatori, i medici, gli operatori sanitari, gli esecutori di carità, i missionari che lasciano tutto per dedicarsi al fratello povero.
Ergo, auspichiamo che in questo secolo la scienza possa fare molti progressi in ricerca e sviluppo, ma congiuntamente si possa scoprire anche un vaccino contro le teatrali e munifiche sperimentazioni di numerosi e ineffabili soggetti.
Ma fino a quel giorno cerchiamo di chiamare in modo appropriato le persone.
Bill Gates filantropo?
No, demagogicamente spregiudicato!