22 Novembre 2024

Perché è giusto tassare gli extra profitti delle banche, delle assicurazioni e delle imprese energetiche

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Nel primo semestre del 2023, le principali banche italiane (Intesa Sanpaolo, UniCredit, Mediobanca, Banco BPM, BPER e MPS) hanno registrato un aumento dei profitti del 60% rispetto allo stesso periodo del 2022, come rivelato da uno studio del Sole 24 Ore. Questo boom degli utili, che equivale a circa 11 miliardi di euro in più, è legato principalmente all’aumento dei tassi di interesse sui mutui e prestiti, una conseguenza delle decisioni della Banca Centrale Europea (BCE) di alzare i tassi per combattere l’inflazione. Di fronte a questa crescita vertiginosa, l’immobilismo del governo italiano nell’implementare misure di tassazione sugli extra profitti solleva non pochi interrogativi.

Il sostanziale incremento dei profitti bancari non deriva da innovazioni tecnologiche, miglioramenti della produttività o strategie manageriali di successo, bensì da un meccanismo esterno, ovvero la politica monetaria restrittiva della BCE. L’aumento dei tassi d’interesse, pur essendo stato necessario per contenere l’inflazione, ha avuto un impatto sproporzionato sulle famiglie e sulle imprese italiane. I mutui più costosi e i prestiti meno accessibili hanno gravato sulle finanze di milioni di cittadini, mentre le banche, senza particolari sforzi interni, hanno beneficiato di margini di profitto più ampi, gonfiando i propri bilanci in modo massiccio.

Questo contesto economico ha portato persino i sindacati dei lavoratori bancari a chiedere aumenti contrattuali, sottolineando l’iniquità della situazione. Se le banche, che vedono una crescita così imponente dei propri profitti, non redistribuiscono parte della loro ricchezza ai lavoratori e, soprattutto, alla comunità nazionale, il quadro diventa insostenibile da un punto di vista sociale.

Tassare gli extra profitti non è una misura punitiva, ma un atto di giustizia sociale ed economica. Quando imprese di settori chiave come quello bancario, assicurativo o energetico realizzano guadagni straordinari per circostanze esterne, è giusto che una parte di tali profitti venga reindirizzata verso la collettività. Questo principio, noto come “tassazione dei windfall profits”, trova giustificazione quando gli incrementi di utili non sono il frutto di investimenti, capacità imprenditoriale o innovazione, ma piuttosto di condizioni economiche che sfuggono al controllo diretto delle imprese stesse.

Nel caso delle banche, le circostanze che hanno favorito l’aumento dei loro utili non sono state create da una crescita economica solida o da una ripresa strutturale del sistema finanziario, bensì dalle politiche monetarie anti-inflazionistiche, che, paradossalmente, hanno danneggiato i cittadini comuni. Tassare questi profitti sarebbe dunque una maniera per riequilibrare il sistema e aiutare la popolazione ad affrontare le difficoltà economiche.

Anche per le imprese energetiche e assicurative, che hanno visto aumentare i loro profitti a causa delle turbolenze nei mercati delle materie prime e delle coperture assicurative, una tassazione straordinaria servirebbe a ridurre le disuguaglianze. Le imprese energetiche, in particolare, hanno beneficiato dell’aumento vertiginoso dei prezzi dell’energia dovuto alla guerra in Ucraina e alle crisi di approvvigionamento, mentre i consumatori hanno subito bollette esorbitanti.

Nonostante questi dati evidenti e le pressanti richieste da parte dei sindacati, il governo italiano si mostra reticente nel mettere in atto una vera tassazione sugli extra profitti. Una decisione che va contro il principio di equità fiscale, in un periodo in cui la popolazione soffre le conseguenze di un’inflazione elevata e della riduzione del potere d’acquisto. L’attuale esecutivo sembra più incline a proteggere gli interessi delle grandi imprese piuttosto che pensare al bene comune.

Questo immobilismo politico, infatti, non solo priva lo Stato di una risorsa importante che potrebbe essere utilizzata per alleggerire il peso fiscale sui cittadini o finanziare politiche sociali, ma rappresenta anche un’ingiustizia per le fasce più deboli della popolazione. La mancata tassazione degli extra profitti perpetua un sistema in cui chi già possiede grandi risorse continua a guadagnare, mentre chi si trova in difficoltà non riceve alcun sostegno reale.

Tassare gli extra profitti delle banche, delle assicurazioni e delle imprese energetiche non solo è giusto, ma è una necessità. In un momento storico in cui le disuguaglianze sociali ed economiche si stanno aggravando, il governo dovrebbe adottare una posizione più coraggiosa e introdurre una tassazione straordinaria su questi guadagni. Invece, l’attuale ignavia politica continua a favorire le grandi imprese, lasciando i cittadini a pagare il prezzo più alto delle crisi economiche e delle politiche monetarie restrittive.

Se il ruolo dello Stato è quello di garantire una redistribuzione equa delle risorse e sostenere il benessere collettivo, allora è imperativo che si faccia carico della situazione e intervenga con misure concrete. La tassazione degli extra profitti rappresenta uno strumento fondamentale per bilanciare un sistema economico che, altrimenti, rischia di diventare sempre più diseguale e ingiusto.


Gianfrancesco Caputo
Coordinatore Partito Socialista Italiano Golfo di Policastro

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