22 Ottobre 2024

Sul mercato librario “L’angelo della mente” di Salvatore Esposito

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Sul mercato librario “L’angelo della mente” di Salvatore Esposito (Autore) (Dialoghi. Grida Thriller)

di Bianca Fasano

Leggere il romanzo (sottilmente thriller), di Salvatore Esposito è un impegno per la mente: i protagonisti sono molto “vivi”, descritti nel carattere e negli ambienti in cui si muovono. Nel rapporto con il proprio pensiero e nei dialoghi che effettuano con gli altri personaggi.

Il primo a presentarsi alla nostra attenzione è degno di merito: Matteo Ruffo, “stimato psichiatra e psicoterapeuta napoletano”, ha molte sfaccettature di cui, almeno la passione per lo yoga, da lettori curiosi possiamo assimilare a esperienze dell’autore. In ogni caso tiene desta la nostra attenzione per il lavoro che fa, per mezzo del quale ci verranno presentati le figure essenziali del romanzo. Tra cui Sofia.

A conti fatti, leggibile, scorrevole, molto completo nei tempi, nei luoghi, nelle descrizioni, a una prima analisi non riscontriamo il lato “giallo”, che sarà chiaro nelle pagine successive.

I salti nel tempo, ci lanciano in storie di vita che, all’apparenza, non sono collegate tra di loro, però, via via leggendo, ci si rende conto che ognuna di quelle “vite”, in qualche modo, come per il filo di una matassina, ci condurrà a comprendere, collegare, intuire e infine svelare appunto “il fine” dell’autore, che non perde mai i collegamenti, non devia, non si confonde.

Nel lavoro, si riscontrano tutte le peculiarità conoscitive personali dell’autore, che si ribaltano nella chiarezza espositiva, nella capacità di non perdere mai di vista i personaggi, sia primari sia secondari, scandendo i tempi, rendendo fluida la storia e preparando il lettore, di volta in volta, alla successione degli eventi.

I viaggi, gli spostamenti, le strade percorse, i tempi, sono inseriti in una logica che non fa rischiare al lettore di perdere di vista l’insieme della storia, per cui, pagina per pagina, si comincia a delineare il thriller nascosto.

Ecco così che ci si rende conto di come la suspense, i pensieri complessi, le intuizioni di Matteo Ruffo, non siano soltanto dovute al tipo di lavoro che svolge, quanto alla possibilità che le circostanze che si presentano nascondano fattori complessi.

I passaggi tra Napoli e Milano che il racconto prevede, gli avvenimenti che si svolgono “dal vivo” e quelli nati sul video del P.C. a causa della necessità di servirsi delle piattaforme virtuali a motivo della pandemia che “ (…)aveva stravolto tutto e avrebbe mutato irrimediabilmente la vita di tutti”, si delineano portandoci nel vivo delle situazioni.

Lo psichiatra si era -appunto- registrato come psicoterapeuta sull’app.“Tu mi ascolti” per proseguire il suo lavoro non potendolo più svolgere di persona e la necessità, anche dopo la soluzione della pandemia, sarà la falsariga che porterà al caso poliziesco.

Seguendo il percorso ben organizzato del romanzo, il lettore napoletano ritroverà strade ben riconoscibili della sua città e nell’antipatia che lo psichiatra prova nei confronti di chi, da napoletano appunto, tifa per una squadra avversaria, riconoscerà (forse), la propria.

Le date e gli orari ben indicati chiariscono il desiderio dello scrittore che il percorso offerto al lettore, benché di per sé intricato per la complessità della storia narrata, resti evidente. Che permetta di ritrovare i presupposti della vita di ciascuno dei protagonisti primari e secondari e lo svolgersi delle vite negli anni trascorsi, anche offrendo così la caratterizzazione dei personaggi, le motivazioni delle scelte, le verità nascoste e quelle che soltanto il tempo permetterà di svelare.

Evidentemente, l’autore non cerca eroi, anzi, sottolinea le caratteristiche più umane di ciascuno, delinea l’ombra negativa insinuante della malattia forse più lesiva e nascosta della società attuale: La depressione1, definita dall’OMS come il “Il male del secolo”. Stigmatizza, dove occorra, come sia lesivo non riconoscerla, così come la depressione post-partum2 che causerà danni ad alcuni personaggi della storia nel passato, proiettandosi nel futuro.

In effetti, nell’insieme dello svolgimento della narrazione, si possono apprezzare le conoscenze dello scrittore che si avvale di queste per meglio chiarire lati altrimenti oscuri del narrato.

Quel romanzo che si può iniziare a leggere come una storia complessa, capace di introdurci nelle difficoltà psicologiche di coloro che lo caratterizzano, lentamente ci condurrà a vedere quanto di “poco chiaro” contrassegnino alcuni avvenimenti, portandoci cautamente a chiederci cosa si nasconda dietro gli eventi, quale mano oscura li abbia organizzati così bene da farli sembrare causati soltanto dalla natura.

Il consiglio: leggere il lavoro di Salvatore Esposito godendosi i paesaggi, le sfumature, le descrizioni, lo svolgersi degli eventi, pagina per pagina, senza la fretta di comprendere “gli avvenimenti successivi”. Al momento opportuno il puzzle tra passato e presente si completerà da solo offrendoci chiaramente il thriller che si nasconde dietro il romanzo.

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Biografia dell’autore. Salvatore Esposito è nato a Napoli nel 1978. Dopo il diploma di maturità scientifica ha conseguito la laurea in Economia aziendale e si è trasferito in Svizzera per svolgere un master in Finanza aziendale. Nel 2003 è entrato in un primario istituto di credito italiano percorrendo tutte le tappe professionali che l’hanno portato oggi a ricoprire il ruolo di Senior Credit Analyst. Nel 2016 si è avvicinato alla pratica dello yoga fino ad ottenere il brevetto di insegnante nel 2020. Nel 2021 ha conseguito la laurea in Scienze e tecniche psicologiche.

1 Il disturbo depressivo maggiore, noto anche come depressione clinica, depressione maggiore, depressione endogena, depressione unipolare, disturbo unipolare o depressione ricorrente (nel caso di ripetuti episodi), è una patologia psichiatrica o disturbo dell’umore, caratterizzata da episodi di umore abbassato e prostrato, accompagnati principalmente da una ridotta autostima e perdita di interesse o piacere nelle attività normalmente piacevoli (anedonia).

2 Si verifica nel 7% delle donne durante il primo anno dopo il parto.

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