Il ricordo
Scelza, antesignano della comunicazione
PASQUALE SCALDAFERRI
on la medesima discrezione che ne contraddistinse il volitivo percorso terreno, dieci anni fa ci lasciava Antonino Scelza, mitico presidente e fondatore di Rete 7.
Dal 2014 un vuoto mai più colmato nella grande famiglia della comunicazione radio-televisiva. E non solo nel Cilento.
Nel 1992 ebbi la ventura di conoscerlo e tra noi si instaurò un rapporto talmente intenso che quando decise di realizzare il primo telegiornale di Rete 7, mi conferì l’incarico e con una redazione dinamica e incisiva creammo un prodotto editoriale che ha fatto tendenza, raccogliendo unanimi consensi e promuovendo un laboratorio di idee che contribuì a farne l’emittente del Cilento più seguita, anche al di fuori dei confini regionali.
La data fatidica (19 gennaio 1992) ebbe una coincidenza radiosa: la prima edizione del Tg7 partì lo stesso giorno del Tg5 diretto da Enrico Mentana. E sarà anch’essa una coincidenza, se oggi il direttore milanese, al timone del telegiornale de La7 di Urbano Cairo, adotta una sigla che nella base sonora ricalca quella che grafici e consulenti musicali di Scelza scelsero e approvarono 32 anni fa.
Antonino Scelza era verace e come tutte le persone che ragionano con il proprio cervello e lavorano alacremente, era suscettibile di errori. Ma la sua caparbietà, a volte testardaggine, lo aveva portato ad essere un riferimento imprescindibile nel panorama dell’informazione interregionale.
Sì, perché Scelza guardava con passione e attenzione non solo all’area nord del Cilento, ma i suoi interessi imprenditoriali erano concentrati anche nel Golfo di Policastro, inteso non come elaborato di un lessico comune, ma nella sua omogeneità geografica, ancorché estesa a tre regioni: Campania, Basilicata, Calabria.
MERAVIGLIOSA CREATURA – Aveva capito che era cessata l’era delle radio e televisioni rionali e non bisognava disperdere un patrimonio di cultura, storia e capacità intellettuali, ma con il concorso di tutti e attraverso la scelta di professionisti nel settore, riteneva fondamentale mettere al centro un programma, lottando contro la miopia ed il perbenismo dilagante di imbonitori travestiti da imprenditori e politici evanescenti, ricchi di boria, ma poveri di un’armoniosa progettualità del territorio.
Alieno da ogni forma di compromissione, allergico a qualsiasi mediazione, ancorato all’etica e alla voce della coscienza, guidato dai sani princìpi ereditati dalla famiglia e forgiato dalla precedente appartenenza all’arma dei carabinieri, Antonino Scelza è stato sempre un uomo solo al comando, coraggioso e capace di dire “no” soprattutto a chi, avanzando profferte non sempre trasparenti, cercava di ingabbiare, contaminare, distorcere un’informazione libera e imparziale.
Le sue scelte sono risultate sempre inequivoche, anche in stagioni in cui si registrava la discesa in campo di imprenditori impuri, verso i quali era più difficile stare sul fronte opposto. Ma Scelza ci è sempre riuscito magnificamente, a costo di sacrifici e rinunce, soprattutto in termini di introiti economici e raccolta pubblicitaria, risorse ineludibili per qualsiasi impresa, maggiormente per un’azienda che faceva comunicazione in un’area depressa e lontana dai grandi circuiti editoriali.
Finché ha potuto, Scelza ha coccolato, svezzato e promosso -con tenacia, schiena dritta e busto non cedevole- la sua meravigliosa creatura, preservandola dalle perturbazioni di una società scivolata inesorabilmente verso il baratro, in cui l’unica verità è ancora oggi la finzione.
Detestava lo snobismo di taluni operatori dell’informazione, petulanti e complici del potere precostituito.
Il suo concetto di comunicazione non debordava mai dall’assunto più autentico, genuino e veritiero: il giornalista deve narrare i fatti e non deformare la realtà. O peggio, diventarne protagonista. L’unico insostituibile centro di gravità permanente era la notizia: sviscerata in tutte le sue accezioni. Senza badare se essa poteva giovare o nuocere a qualcuno, ma avendo come barometro il controllo delle fonti. E questo è il testamento che ci ha lasciato in eredità Antonino Scelza, editore di provincia, con orizzonti ampi e visione lungimirante. Mai succubo di camarille e bavosi ciarlatani!