3 Dicembre 2024

1924-2024, cento anni di cultura del risparmio, trasferire le risorse dal presente al futuro, per fronteggiare imprevisti

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Cento anni fa fu istituita la Giornata Mondiale del Risparmio. Il risparmio è un elemento di stabilità per la vita delle famiglie, ma è allo stesso tempo una risorsa al servizio degli investimenti per le imprese.

di Pietro Cusati detto Pierino

Cento anni fa fu istituita la Giornata Mondiale del Risparmio. Il risparmio è un elemento di stabilità per la vita delle famiglie, ma è allo stesso tempo una risorsa al servizio degli investimenti per le imprese. Risparmio e progresso economico e sociale sono strettamente connessi. E’ scritto nella Costituzione italiana, quando all’articolo 47 stabilisce che «la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme». I Costituenti decisero di includere la tutela del risparmio nella Carta costituzionale, pur consapevoli del rischio che norme analoghe all’articolo 47 potessero renderla «un memorandum e un elenco»  Secondo il  Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta ,’’risparmiare significa trasferire risorse dal presente al futuro, si risparmia per stabilizzare il consumo tra le varie fasi della vita, per fronteggiare imprevisti come la perdita del lavoro o una malattia, per finanziare un ciclo di studi, acquistare una casa, avviare un’attività. La capacità di risparmiare dipende dalle prospettive di reddito nell’intero ciclo di vita, sebbene il vincolo del reddito corrente diventi stringente per chi ,come molti giovani  hanno difficoltà ad accedere al credito. Anche il sistema di protezione sociale ha un ruolo importante, una pensione  e un sistema sanitario efficiente riducono l’esigenza di accantonare risorse. Le scelte di risparmio dipendono  dalla ricchezza, quella ereditata e quella che si intende lasciare ai propri cari.  Secondo il Fondo monetario internazionale il PIL mondiale nel 2025 crescerà poco più del 3 per cento, meno della media dei decenni scorsi. L’economia dell’area dell’euro rimane fiacca, pesano i tassi di interesse reali ancora elevati e il venir meno degli stimoli fiscali degli anni scorsi. L’economia italiana ne sta risentendo. Ma sono le tendenze di più lungo periodo a preoccupare, i conflitti, la frammentazione del commercio globale, le divisioni in blocchi contrapposti di paesi, un’Europa che patisce la decrescita demografica,accumula ritardi e perde influenza nelle relazioni  internazionali. In un tale contesto, l’Unione europea e l’Italia necessitano di profonde riforme.Perché il risparmio? Secondo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ‘’Nell’altalena della risoluzione di bisogni individuali e collettivi, l’accantonamento di risorse ha consentito che le famiglie potessero affrontare situazioni straordinarie, imprevedibili, impreviste e realizzare investimenti di lungo-medio periodo per l’abitazione, per l’istruzione, per l’avvio di attività, per altre esigenze imprevedibili.Il risparmio, con la intermediazione delle banche, serve – è servito – ad alimentare il credito. Serve – è servito – a finanziare il debito dello Stato. E questo aspetto è stato uno dei temi polemici sollevati dall’economista Maffeo Pantaleoni, nel corso del suo intervento a quell’appuntamento del 1924, tragicamente conclusosi con la sua morte.L’interrogativo che Pantaleoni si poneva era: è giusto che lo Stato si finanzi con il risparmio o, piuttosto, questo deve essere diretto ad altri impieghi che lui riteneva più direttamente produttivi? La ragione dell’inserimento nella nostra Costituzione del tema risparmio risiede in questo, il risparmio è esso stesso un valore, per il futuro delle famiglie, per il futuro del Paese.In realtà, una lettura attenta e completa delle norme dedicate ai rapporti economici, rende evidente come il risparmio sia funzionale agli altri obiettivi definiti dalla Carta, accrescendo la necessità di un intervento pubblico a sua tutela.Nella nostra Costituzione, l’articolo 47 prevede che l’esercizio del credito venga disciplinato, coordinato, controllato, sottolineando così la relazione esistente tra risparmio e credito; e il pubblico interesse in tema di intermediazione del credito.La propensione al risparmio delle famiglie è passata dal 7,8 per cento del 2022 al 6,3 per cento del 2023, il valore più basso dal 1995, come osserva l’Istat.Oggi è determinante l’educazione finanziaria: per l’esercizio consapevole ed efficace di uno dei diritti di cittadinanza che si presenta in grado di concorrere ad aumentare l’inclusione e, in generale, il benessere finanziario dei cittadini.In economia, l’estrazione di risorse a beneficio di pochi, produce soltanto concentrazione di potere, l’esatto contrario della democrazia. Lo hanno ricordato i tre premi Nobel per l’economia di quest’anno, Acemoglu, Johnson, Robinson, soltanto i Paesi che orientano le loro istituzioni economiche e politiche all’inclusione,anche quella finanziaria , sono in grado di prosperare nel lungo periodo.

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