L’incontro
I Sogni di Rosemary commuovono anche Papa Francesco
Emozionante colloquio per Giuseppe Manilia e Rosita Costa, accompagnati da don Donato Ciro Varuzza, guida spirituale e parroco di Montesano sulla Marcellana – enclave lucana- Parco Nazionale Cilento Vallo di Diano Alburni.
Un grande e sentito abbraccio con Papa Francesco, che ha mostrato grande empatia e commozione ascoltando la storia della loro Rosemary.
Momenti indimenticabili per Giuseppe e Rosita, che a Papa Francesco hanno consegnato un’opera realizzata dal maestro orafo Michele Affidato, iconografia del Premio Nazionale “I Sogni di Rosemary”, una delle tante iniziative ideate per portare avanti gli ideali della figlia, venuta a mancare prematuramente per un grave aneurisma.
Il Premio – di cui già si sta organizzando l’edizione 2025 – anno dopo anno consolida la sua straordinaria natura, confermandosi un vero e proprio inno alla vita.
Amore, amicizia e solidarietà rimangono gli ingredienti principali, insieme alla grande attenzione per i giovani e alla volontà di riconoscere e valorizzare l’eccellenza, locale e nazionale.
Il volume, dunque, non poteva trovare un destinatario più indicato del Santo Padre, che si è commosso guardando la foto dell’adolescente.
A Papa Francesco è stata donata una copia del libro (di cui in fondo leggerete la recensione di Pasquale Scaldaferri) che coinvolge e tocca il cuore, racchiudendo i sentimenti e gli scritti di questa giovane ragazza, che insegna attraverso il suo diario a tutti noi quanto sia bella sempre e comunque la vita. L’esempio di Rosemary ci spinge a non arrenderci e a non rinunciare mai ai nostri sogni, ma anche a rapportarci agli altri con meno egoismo e con più disponibilità.
Ad essere, insomma, persone migliori, anche attraverso la solidarietà che continua ad essere il motore dei progetti portati avanti dai genitori, con le iniziative destinate in particolare all’Ospedale Santobono Pausilipon di Napoli.
La Recensione
“I sogni di Rosemary“
di Pasquale Scaldaferri
e n’è andata col sorriso, quando ancora non aveva compiuto 17 anni.
I sogni nel cassetto, conditi di speranze, attese, pensieri, gioie, emozioni. Mai un cedimento alla rassegnazione, quella non può trovare ospitalità nel cuore e nell’anima di una persona speciale, alla quale un destino bastardo ha sottratto la vita, la pienezza dell’esistenza, l’irresistibile fascino anche della sana utopia.
I Sogni di Rosemary (Gagliardi editore) è più di un diario che la splendida creatura nata dall’amore di Giuseppe e Rosita ha condensato attraverso le sensazioni che una quotidianità difficile, irta di ostacoli, non è riuscita a scalfire, travolgere, annientare.
All’improvviso, il 5 febbraio 2009 Rosemary Manilia si trova in un mondo nuovo.
“Vorrei volare tra i miei desideri, esultando e sognando tra coccole e carezze. Vorrei volare in equilibrio, tra i sogni, tra mille colori. Vorrei volare come un angelo, vorrei che il cuore di chi amo, potesse vivere di sola felicità”.
È proprio dagli impedimenti fisici che il suo spirito e il suo animo hanno tratto energia, per scavalcare muri divisori, blocchi insormontabili, sentieri ispidi.
Un corroborante alle avversità per sconfiggere la crudeltà che si è affacciata sull’uscio della vita.
Giuseppe Manilia e la moglie Rosita, violentati dall’inconsolabile e lancinante dolore contronatura, non hanno disperso questo patrimonio esistenziale e inestimabile, diffondendo “l’anima coraggiosa e romantica” di Rosemary attraverso un elegante volume.
“Ogni mio sorriso sarà il tuo sorriso. Ogni mia lacrima sarà una tua lacrima. Ogni mia vittoria sarà una tua vittoria. Papà”.
Dalla tragedia di una figlia morta si può scorgere la luce di una nuova vita. E così i genitori di Rosemary si sono cimentati nella raccolta sistematica degli scritti dell’adorata, confezionando un libro il cui ricavato sarà devoluto all’ospedale pediatrico Santobono Pausilipon.
E’ qui che Rosemary intraprende il suo viaggio della speranza, mai soccombendo alla sconfitta, ma consapevole di dover affrontare una sfida ìmpari. E neppure le continue sofferenze, i dolori insopportabili, le perenni afflizioni, dipingono la sua esistenza di tinte fosche.
L’adolescente di Montesano sulla Marcellana, viceversa, disegna attraverso la scrittura un affresco di sfolgorante bellezza, in cui la vita è un caleidoscopio di emozioni e il male soltanto un dettaglio da affrontare, senza lasciarsi travolgere. Anzi, è dal continuo peregrinare tra ospedali che Rosemary intravede nei medici e in tutto il personale sanitario nuovi amici, con i quali condividere gioie, risate e carezze. Gesti di sana complicità che fanno volare la splendida diciassettenne nella galassia dell’amore. Anche platonico. Come quello per il giovane cantante Riki, di cui si innamora attraverso lo schermo televisivo e la dolce mamma Rosita -in occasione di un concerto dell’artista in provincia di Salerno- le confeziona una sorpresa facendole incontrare il suo idolo.
Una vita vissuta attraverso una prospettiva diversa, ma che non ha mai sconfinato nell’autocommiserazione e si è alimentata di breve ma intensa felicità, allegria, trasferendo in una sorta di vasi comunicanti, la sua gaiezza e tenerezza a chi amava e a quanti l’hanno amata.
“Noi, papà, siamo quei fiori della vita che quando diventano dolci hanno sapore d’amore” – è il 16 ottobre 2019, tra gli ultimi echi d’anima della solare Rosemary, quasi una metafora d’affetto al padre Giuseppe, rinomato pasticciere.
Un insegnamento e un monito per quanti abbagliati dalle frenesie faticano a cogliere le priorità della vita. Un inno alle libertà e all’indomita volontà di opporsi alla malattia, che la dolce Rosemary ha strenuamente combattuto, opponendole il candore delle sue espressioni, distillate sulle pagine del cuore.