Guido Compagna, giornalista e politico, il ricordo dell’amico di una vita: Enzo Mattina
di Pietro Cusati detto Pierino
Se n’è andato Guido Compagna, aveva 78 anni, giornalista di solida cultura e con la passione per la politica. Era nato a Napoli, dove si è laureato in Giurisprudenza,nella città partenopea ha frequentato la redazione della rivista “Nord e Sud“, fondata dal padre Francesco Compagna, grande meridionalista . Dopo la collaborazione con “Nord e Sud”, cominciò l’attività professionale a Roma a “Il Globo” di Antonio Ghirelli ,per poi passare a “La Voce repubblicana“. Ha collaborato con “Il giornale nuovo” di Indro Montanelli e “Il Mondo” di Renato Ghiotto. ” La parte principale della sua attività giornalistica l’ha trascorsa al quotidiano economico il “Sole 24 Ore” a Milano, dove è stato responsabile delle pagine sui “Problemi del lavoro” e a Roma dove è stato notista politico di punta. Aveva scritto il libro “Quando eravamo liberali e socialisti – Cronache familiari di una bella politica”, edito da Rubettino. Enzo Mattina lo ricorda con la stima e l’affetto di una vita e traccia un profilo umano e professionale di Guido Compagna . Enzo Mattina ,già segretario della UIL Metalmeccanici di Napoli dal 1963, nel 1971 è stato tra i fondatori della Federazione unitaria dei metalmeccanici (FLM). Nel 1981 divenne segretario confederale della UIL. Parlamentare europeo dal 1984 al 1994. Deputato al parlamento italiano dal 1994 al 1996 nella XII legislatura. Dal 1998 al 2017 è stato Vice Presidente del Gruppo Quanta. Giornalista pubblicista dal 1966, professore a contratto di “Economia e politica del lavoro” nell’Università degli Studi di Salerno. Ha pubblicato diversi saggi, tra cui FIAT & Sindacati negli anni ‘80 del 1981 ed. Rizzoli; L’Europa disuguale del 1989 Ed. Associate; Una sfida per il Mezzogiorno del 1995 ed. A. Guida; Elogio della precarietà del 2010 ed. Rubettino. Guido Compagna faceva parte di un gruppo di universitari con cui Enzo Mattina era entrato in contatto nei primi anni “60, quando, frequentava un circolo socialdemocratico e aveva cominciato a ascrivere sul periodico Democrazia Socialista e ne era diventato il direttore di fatto: ’’ La linea di quel foglio era di forte sostegno al progetto di riunificazione dei due partiti socialisti presenti in Italia, il PSI e il PSDI. In forza di questa scelta, cominciai a frequentare le sezioni dei due partiti, in particolare quella del PSI alloggiata in un caseggiato poco lontano dalla stazione di Mergellina.Lavoravo come precario all’Intendenza di Finanza, frequentavo la facoltà di giurisprudenza e, pur con fatica, riuscivo a studiare e a sostenere gli esami.Lo status di studente lavoratore, apprendista giornalista e appassionato osservatore e sodale delle lotte sindacali dei metalmeccanici, nonché di giovane militante del PSDI forse favorì il contatto con un gruppo di universitari di estrazione borghese, ma dotati di forte sensibilità sociale.Erano più giovani di me, sia pure di poco, ma erano curiosi ed entusiasti e via via i nostri rapporti diventarono sempre forti.Erano Guido Compagna, Giovanni Muto, Fabrizio Perrone Capano, Claudio Corduas. Ognuno di loro ha compiuto il suo percorso di vita nelle professioni, nell’Università; io ho avuto una vita di sicuro più complessa: 23 anni da dirigente sindacale dei metalmeccanici campani e poi nazionali, nonché della Confederazione UIL, dal 1984 al 1994 da parlamentare europeo, Deputato nella 12° legislatura, dal 1997 al 2019 amministratore di un’Agenzia per il lavoro.Non ci siamo mai perduti di vista; anzi, sia pure con discontinuità,ci siamo contattati in presenza di accadimenti che meritavano di essere approfonditi, incontrati per scambiare opinioni soprattutto sugli andamenti della politica, sulle problematiche sociali del nostro Mezzogiorno. Guido lo incontravo di tanto in tanto alla Caffettiera in Piazza di Pietra a Roma e lo ricordo come il più allegro della comitiva. Anche la pubblicazione di “Quando eravamo liberali e socialisti” fu contributo all’elaboarzione politica che solo lui poteva dare, usando l’osservazione con ricchezza di dettagli, esaminando gli avvenimenti senza radicalismi ideologici e sempre alla ricerca di una sintesi equilibratrice’’.