22 Dicembre 2024

VALLO DELLA LUCANIA: “FRAGILE BARCA” POESIA INEDITA DI GENNARO SCELZA. LIRICA DEDICATA AI VIAGGI DELLE SPERANZA

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VALLO DELLA LUCANIA FRAGILE BARCA POESIA INEDITA DI GENNARO SCELZA. LIRICA DEDICATA AI VIAGGI DELLE SPERANZA

di Michele D’Alessio


Con immenso piacere, in questi giorni, ho ricevuto una bellissima lirica inedita dal titolo “Fragile Barca”, dell’eterogeneo poeta e scrittore Gennaro Scelza, cittadino di Angellara (ex Maestro di scuole elementare). Un poema in versi liberi, inedita, scritta a fine ottobre, sui viaggi della speranza degli africani verso l’Europa. Il possesso di una vita umana, il suo sfruttamento, la sua reclusione, sono solo alcune delle forme di coercizione che gli immigrati provenienti dai Paesi del Sud del mondo (come Siria, Africa, Afghanistan) devono affrontare per avere una vita migliore.

Ma loro sono disposti a farlo, proseguendo il viaggio attraverso il Mediterraneo, stretti in un barcone, 200 o più persone avvinghiate tra loro senza cibo né acqua per interi giorni. I ragazzi profughi infatti impiegano mesi, a volte anche un intero anno, per arrivare sani e salvi oltremare. Il loro non è un viaggio di piacere. Non hanno bagagli con loro, nessun oggetto che possa rallentarli, nessuna presunzione su quello che accadrà, solo i ricordi di quello che hanno passato e l’attesa di un futuro migliore. Il loro è il viaggio della speranza Sfidano il rischio della morte per mare, lottano contro la fame, la sete e l’infinità ignota delle acque.

Spesso non sanno dove verranno portati e quando approdano finalmente a destinazione per essere smistati nelle varie città e nei vari centri di accoglienza, provano sollievo, ma anche paura ed incertezza per quello che troveranno di fronte a loro da quel momento in avanti. Il sogno è sempre stato quello di una vita normale. E il modo per poterci riuscire è quello di migliorare sé stessi.
La poesia inizia cosi:

Fragile barca,
Avanzi sul mare in tempesta.
T’innalzi, scompari,
Riemergi improvvisa.
Sulla cresta dell’onda.
Sprofondi in frantumi
Sull’acqua rumorosa.

Nella strofa di sette versi liberi, il pensiero e lo sguardo del poeta si ferma all’immagine di una barca che avanza tra le onde in tempesta, la barca avanza lenta, appare e scompare tra i cavalloni d’acqua, poi si spezza in mille parti e affonda nelle acque tempestose del mare.

Poi il poeta continua:

Un grido s’eleva da’ flutti
Si disperde lo sguardo
Sulle onde frangertici
Solitario ritorna in riva.

Nei quattro versi liberi, sulla barca ci sono persone, perché un grido s’eleva e squarcia la notte, s’assopisce nel nulla e lo sguardo si allontana tra le onde e ritorna al luogo di partenza.

Poi il poeta prosegue:

Una voce pietosa riparte,
Carezza quell’onda che coglie,
Trasmette, ristora.
Nel regno di pace.

Una voce compassionevole si sente tra le onde che passano, riposa nel regno della pace.

Poi il poeta procede:

D’incanto quell’onda si placa.
Riprende a cullarsi
Sullo specchio di mare.

Come per magia, di incanto quelle onde tempestose, si tranquillizzano e il mare ritorna calmo e silenzioso.

Poi il poeta conclude:

I pezzi di legno
Galleggiano calmi
Sull’acqua sotto la luna.

Sullo specchio di mare si vedono i pezzi legno della barca che emergono dall’acqua sotto la luce riflessa della luna.

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