Il terremoto del 16 dicembre 1857 che sconvolse il Cilento e il Vallo di Diano
Antonella Casaburi
La data del 16 dicembre è legata all’ orribile terremoto che, con due forti scosse, la sera del 16 dicembre 1857 con un’intensità di magnitudo 7.1 devastò il Regno delle Due Sicilie e in particolare la Basilicata. Considerato uno dei terremoti più distruttivi della storia sismica italiana, migliaia furono i morti (11000 secondo i dati ufficiali, ma si parlò anche di 20000 vittime), di cui 600 solo nel Vallo di Diano, con Polla e Pertosa i paesi più colpiti. Per l’intensità dell’evento catastrofico le violentissime scosse riguardarono anche il Cilento e la costa, dove la scossa fu avvertita dell’ottavo grado. A testimonianza della gravità del terremoto abbiamo molte testimonianze: della calamità furono scattate molte foto aeree dal fotografo Alphonse Bernoud, pubblicate poi sui maggiori quotidiani dell’epoca.
Vi fu paura e numerosi furono i morti e i gravi danni subìti dagli edifici quella notte nel Cilento e nel Golfo di Policastro. A Torre Orsaia crollarono due edifici e un pezzo del campanile, mentre a Camerota la Chiesa di S. Maria delle Grazie subì gravi lesioni. Anche la Chiesa di Palinuro subì gravi danni e a Vibonati a lungo rimasero visibili i disastri causati dal terremoto. A Sacco molte case crollarono ma fortunatamente non vi furono vittime. A Laurino invece ci furono un ferito grave e un morto.
Pellare fu tra i paesi meno colpiti dal terremoto del 16 dicembre 1857 e in ricordo di quel tragico evento ancora oggi gli abitanti di Pellare il 16 dicembre onorano San Bartolomeo Apostolo, loro patrono, con una celebrazione votiva per l’ intercessione con cui San Bartolomeo li ha protetti dal calamitoso evento.