12 Febbraio 2025

Sul Patrimonio Culturale del Basso Cilento

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UNA NUOVA PUBBLICAZIONE

UNA NUOVA PUBBLICAZIONE: STORIA, CONSERVAZIONE E PROMOZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE, MATERIALE E IMMATERIALE, DEL BASSO CILENTO (II) a cura di Ezio Martuscelli

Edito: Associazione “Progetto Centola” e “Gruppo Mingardo/Lambro/Cultura” – Independently published, 3 febbraio 2025 – in vendita su Amazon.it


Scritti di: Innocenzo Bortone, Ferdinando De Luca, Luigi Leuzzi, Pasquale Martucci, Ezio Martuscelli, Michael Shano


Il massiccio del Monte Bulgheria, la cui vetta raggiunge i 1225 metri sul livello del mare, il mitico promontorio di Capo Palinuro, la collina di Molpa, le valli dei fiumi Mingardo e Lambro e le aree circostanti, rappresentano una regione del Basso Cilento di grande rilevanza sia dal punto di vista paesaggistico naturalistico che storico-culturale.

Nella regione ci sono numerosi e antichi centri abitati che si caratterizzano per un’importante presenza sul loro territorio di un rilevante Patrimonio che nel suo insieme è una testimonianza della storia e identità di un popolo.

Gli Autori, attraverso dei “case study”, si propongono di attirare l’attenzione delle Istituzioni locali e delle Autorità preposte sulla necessità di tutelare e valorizzare in maniera appropriata siffatto Patrimonio Culturale Materiale e Immateriale.

In questo volume, suddiviso in capitoli, sono stati presi in esami siti e beni culturali diversi per tipologia, collocazione geografica e per stato di conservazione e origine.

Il Santuario Diocesano Titolato a Maria Santissima Annunziata, tra i beni architettonici più importanti del territorio di Licusati, nel comune di Camerota, è stato oggetto di studio da parte di Innocenzo Bortone che ha ricostruito l’evoluzione storica dell’edificio religioso delucidandone le possibili fasi. Lo scritto non si pone come studio conclusivo ma, piuttosto, come punto di partenza per ulteriori e più approfondite analisi anche di natura multidisciplinare.

Le problematiche strutturali e le vicende storiche dell’antica chiesa parrocchiale nel vecchio centro abitato di San Nicola di Centola sono affrontate da Ferdinando De Luca. L’autore, dopo averne delineato la storia e l’origine, mette in risalto il grave stato di degrado in cui versa il manufatto, reso inagibile dalla frana del 1963, che in assenza di urgenti e impegnativi interventi potrebbe in tempi brevi crollare del tutto.

Luigi Leuzzi evidenzia come lo studio delle origini dell’insediamento di Roccagloriosa sia importante per comprendere le dinamiche di trasformazione etno-culturale che hanno portato alla transizione dalla civiltà enotria a quella lucana, a partire della fine del V sec a.C. sino al IV sec a.C. Sottolinea inoltre le affinità e differenze tra i Lucani stessi a seconda dell’esposizione a un gradiente d’influenza etrusco-campana o apula, o più genericamente alla grecità coloniale che determinano peculiari caratteristiche che si possono individuare attraverso un’analisi attenta alle dinamiche di sviluppo e di evoluzione antropologico-culturale di Roccagloriosa nell’ambito dell’ethnos lucano.

Pasquale Martucci nel suo saggio tratta della problematica delle risorse culturali territoriali, considerandole come processo socioculturale determinato dall’intervento dell’uomo. Per tracciare questo percorso si intenderà il bene culturale come provincia culturale, contesto a “cielo aperto”, dove esprimere la tipica cultura di un territorio. È presentato lo studio di un bene (i carruzzùni), un esempio identitario specifico della comunità di Roccagloriosa, che è entrato a far parte dell’Inventario del Patrimonio Immateriale della Campania (IPIC), uno strumento inclusivo e partecipato per la tutela, la salvaguardia e la valorizzazione degli elementi culturali ricadenti in ambito regionale.

Il quinto capitolo è dedicato da Ezio Martuscelli alla descrizione dell’evoluzione nei secoli della Contrada di San Basilio in Grancella, la più antica delle contrade di Centola. Essa include l’area del Vallone, la località dove ebbe origine il Paese e dove le strette e lunghe strade e vicoli, che si intrecciano in un articolato reticolo, conservano le testimonianze di un composito passato fatto di vicende e personaggi che ricordano avvenimenti che hanno determinato la storia e l’evoluzione sociale-antropologica e culturale del paese. Era la Contrada dove si avvertiva la presenza del Genius loci di Centola ma che oggi deve essere recuperato e tarato sulle nuove realtà che hanno caratterizzato e trasformato l’assetto sociale, antropologico e ambientale del territorio.

Il caso degli affreschi medievali della cappella di S. Maria ad Martyres di Lentiscosa, frazione di Camerota, è trattato da Michael Shano nel capitolo sei. L’autore rileva come “la tutela materiale di questo monumento sia stata gestita con cura: la pittura murale ha goduto un accurato e professionale restauro. Le mura della cappella stessa sono ben conservate e consolidate e l’insieme della cappella e gli affreschi sono adeguatamente mantenuti e messi a disposizione per una appropriata fruizione”. Pur tuttavia, non può esimersi dal denunciare la scarsa attenzione data alla promozione e valorizzazione di questa splendida opera, erroneamente considerata “arte figurativa di epoca bizantina di quasi mille anni fa e non, come sappiamo ora, un esempio di arte italiano tardogotico campano-lucano”.

L’auspicio è che gli studi presentati possano costituire per le comunità la riappropriazione della propria memoria collettiva e spingere le istituzioni ad implementare azioni per una più attenta tutela, valorizzazione e promozione dei Beni Culturali di questa zona a sud della provincia di Salerno.

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