Il piacere del testo: “Imparare dalle favole”


di Stefano Cazzato
“Il piacere del testo” rubrica a cura di Stefano Cazzato
Questa volta una favola magnificamente illustrata, e non dite che è solo una favola, perché le favole, come i miti e come le metafore, “non nascono dall’esperienza, ma consentono di fare un’esperienza”.
Perdonatemi se per un libro apparentemente così semplice, scomodo con una citazione un grande studioso del linguaggio come Hans Blumenberg, se lo faccio è per ribadire una convinzione che mi sono fatta negli anni a contatto con il pensiero mitico classico, a partire da Platone.
Un mito non è vero, ma verosimile, indica qualcosa che non è accaduto o è accaduto diversamente o forse potrà accadere. Non è vero, dunque, ma ci manda un messaggio, ci fa fare un’esperienza appunto.
Immaginate (la storia) che ci sia un topolino che ha paura di essere mangiato da un gatto che ha paura di essere azzannato da un cane che ha paura di essere divorato da un lupo che ha paura di essere fucilato da un uomo: chi può escludere che quest’uomo sia un cacciatore?
Potete pure vederla così con lo sguardo preconcetto dell’adulto. Ma se la scena è commentata da un bambino, ecco che dirà: “Che mondo meraviglioso così ricco di creature tanto diverse”.
Ecco che che cambia lo sguardo, e se è nuovo lo sguardo, se è innocente, pulito, originario, incorotto, pieno di stupore, anche il mondo finisce per essere nuovo, perché i mondi reali (ed è questo che dovremmo sempre insegnare) non esauriscono la totalità dei mondi esistenti. Ci sono anche i mondi possibili (scomodiamo pure Leibniz), i mondi immaginati e quelli sognati (e qui possiamo scomodare l’intera letteratura che dalla favola nasce e alla favola in qualche modo ritorna come suo nucleo caldo, come plot).

Vesna Misanovic, Illustrazioni di Nina Masina, Che mondo meraviglioso, Città Nuova editrice, 2024, Euro 15.90