13 Aprile 2025

Dott. Giovanni De Lisa, chirurgo in pensione, originario di Padula: gli anziani vanno curati sempre più nel loro domicilio

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Dott. Giovanni De Lisa, chirurgo in pensione, originario di Padula

di Pietro Cusati detto Pierino

L’invecchiamento della popolazione italiana impedisce di immaginare di mettere in campo strutture di assistenza coerenti rispetto al teorico fabbisogno, sia perché l’allungamento della vita media è destinato a portare un carico sempre maggiore di cura al servizio sanitario. Ne abbiamo parlato  con il Dott. Giovanni De Lisa,chirurgo in pensione, originario di Padula, ma residente  a Napoli,dove ha lavorato  all’Ospedale Fatebenefratelli  ,in qualità di Chirurgo ,fino alla pensione. E’ stato l’unico Ospedale nel quale ha svolto la sua attività con grandissima soddisfazione personale, maturando rapporti eccellenti con i colleghi e con il personale infermieristico. La vita professionale  raccontataci dal  Dott. De Lisa  ci aiuta a capire come è cambiata la sanità e la società   italiana.Il Servizio Sanitario Nazionale – fino a qualche tempo fa – secondo l’esperienza maturata  dal Dott. Giovanni De Lisa, era il fiore all’occhiello della Sanità italiana ed europea. Capillarità, assistenza di alto livello, continuità assistenziale, quest’ultimo era l’aspetto più coinvolgente. Frequentando le corsie ospedaliere quasi tutti i giorni si poteva seguire il paziente in tutto il suo percorso, cosa oggi difficile se non addirittura impossibile.

La spersonalizzazione del rapporto tra medico e cittadino comincia dall’assistenza territoriale e giunge sino alle corsie ospedaliere. Il diritto alla salute rischia di diventare diritto esigibile per chi possiede relazioni amicali o di conoscenza. La doppia velocità territoriale della sanità nel nostro Paese è sotto gli occhi di tutti, in caso di necessità sentiamo spesso dire che si va a cercare le cure  nel Nord ,dove si incontrano medici  del Sud. Carissimo Pierino ti  assicuro che ho incontrato e conosco colleghi della Sicilia, della Calabria, della Basilicata, della Campania laureati nel Sud ed emigrati al Nord. Le disparità poi sono visibili quando si fa il confronto tra le città metropolitane (Napoli ad esempio) e i piccoli centri. Dottor De lisa ,che ne pensi della medicina di base?  La medicina di base è fondamentale in una società civile ed economicamente evoluta come la nostra , negli ultimi anni ha mostrato evidenti problemi dovuti a tanti motivi, non ultimo la carenza di medici e l’aumento dei contenziosi medico-legali.Un medico, in presenza di una patologia non gravissima ma potenzialmente grave, invia senza problemi il paziente al Pronto soccorso, dove viene spesso controllato e rinviato a domicilio, con dispendio di risorse e di energie utilizzabili in altro modo.Dott. De Lisa ,come è possibile riportare il servizio sanitario sul corretto tracciato? L’intervento più urgente riguarda ora la mancanza di medici, che si può contrastare innanzitutto con l’abolizione immediata del numero chiuso. I risultati non verranno immediatamente, ma si potrà in prospettiva mettere in sicurezza il servizio sanitario nazionale. Servirà poi mettere in campo incentivi economici e di carriera per medici ed infermieri che operano nei pronto soccorso, si tratta di una frontiera che rischia di restare deserta proprio mentre le necessità di azioni e di cure immediate sta aumentando in modo costante. E’ venuto il tempo per effettuare una manutenzione straordinaria del servizio sanitario nazionale, evitando che continui a deteriorare esercitando male solo l’amministrazione di ciò che abbiamo ereditato dal passato. Molte coordinate di fondo della società contemporanea sono cambiate, è tempo per ragionare su una nuova frontiera del servizio sanitario.

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