Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

29 Aprile 2025
Aforismi che bucano lo sterno di Stefano Cazzato

di Francesco Sampogna

Passeggiando sul’ App antica, ultima raccolta di aforismi di Stefano Cazzato, alterna due tonalità emotive fondamentali: da un lato, il disincanto, l’elegia, il sentimento del tempo e, dall’altro, la corrosione, il taglio, la decostruzione.

Il tutto tenuto insieme da un lavoro sul linguaggio, inteso come serbatoio inesauribile di senso, come un potenziale narrativo e metanarrativo da mettere in moto con lo scopo di produrrre effettivi performativi o, come suggerisce uno degli aforismi, con l’obiettivo di “bucare lo sterno”.

Questa funzione giocosa e deliberativa della parola scritta si palesa nella convinzione, di derivazione desaussurriana, che “l’aforisma prende la langue e, con la parole, ne fa quello che vuole. Usa il patrimonio collettivo tramandato e codificato per elaborare con discreta indipendenza le proprie trasgressioni”.

Due mondi, le cose e le parole, che solitamente si corrispondono, si allontanano e mentre si allentano le cinghie della denotazione e della logica si aprono i territori inesplorati dell’immaginazione e dell’arte combinatoria.

I toni sentenziosi e moralistici, che pure si prestano alla forma breve, lasciano il posto a espressioni che ricordano la svista verbale, il refuso, l’errore grammaticale, il disturbo della comunicazione, il laspus freudiano, il non senso, il paso doble del linguaggio, il calembour. A volte ci troviamo di fronte alla creazione pura, visionaria, onirica.

Il libro consta di un’introduzione (La festa del linguaggio) e dieci capitoli (A ogni piè sospiro, Giochi senza portiere, Non binario, ma trinitario, La guerra mi sta sul Carso, Una belva persona, Frementi di un discorso amoroso, L’intellettuale riposa e tace, Ogni rosa ha il suo spid, La missione del duttile, Oh tofu tofu tofu) di cui ognuno dedicato a un maestro italiano del genere.

Un libro da leggere per la sua lievità e, non sembri contradditttorio, per la sua profondità, andando alla ricerca dell’aforisma adatto alla passione del momento perché – come sostiene l’autore – “ho avuto molti umori, ma non sono stato fedele a nessuno”.

S.Cazzato,
Passeggiando sull’App antica, Ladolfi editore, 2025, pp. 82, euro 10.00

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *