“Se osi parlare” un libro di denuncia che assume un ruolo anche pedagogico


di Ivana Zannino
Nella raccolta di poesie “Se osi parlare”, casa editrice “La nave di Teseo”, l’autrice Lucrezia Lerro narra le storie di donne vittime di violenza, sia all’interno delle mura domestiche che fuori.

La raccolta è composta di componimenti brevi ma incisivi. Nella prima sezione vengono descritti 49 “abusi”, nella seconda vengono esposte le “prove d’amore”. Lucrezia Lerro, attraverso la poesia denuncia come spesso gli abusi si intrecciano alle prove d’amore.
I lettori è come se attraverso una macchina del tempo ritornassero a un mondo arcaico, patriarcale e maschilista che, purtroppo, ancora oggi non è scomparso. Tutt’altro!
Sono versi taglienti, pungenti, vibranti di dolore che esprimono con efficacia la violenza sulle donne e lascia una profonda traccia in chi li legge. Il messaggio della poetessa, rivolto a tutte le donne che subiscono ogni genere di violenza, è quello di denunciare. Sempre!
Ma le poesie di Lucrezia Lerro sono indirizzate anche a quelle donne che pur conoscendo questo mondo “sommerso”, preferiscono girarsi dall’altra parte, mostrando indifferenza e nessuna empatia e solidarietà verso l’universo femminile.
Il linguaggio poetico della poetessa, nel trattare questa tematica non ha bisogno di orpelli, ma è essenziale, chiaro necessariamente crudo. Alla fine del libro le illustrazioni di Gianikian e Ricci Lucchi.
Pur essendo molto diffuso, la conoscenza del fenomeno della violenza di genere è ancora frammentario e troppi sono i pregiudizi verso il genere femminile. Le donne hanno dovuto lottare, nel corso del tempo, per ottenere i più elementari diritti, eppure sembra che le loro battaglie siano state vane. Spesso il desiderio di essere amate ci porta a subite il predominio maschile. Ma l’amore non è mai possesso, è un rapporto paritario fatto di confronto, dialogo, rispetto. Ma per arrivare a ciò bisogna prima di tutto provocare un cambiamento radicale nella società. Violenza non è soltanto fare del male a una donna fisicamente: violenza sono tutte quelle azioni che si compiono contro la volontà di una donna.
Questa drammatica realtà può essere cambiata: basterebbe partire dall’assunto che non esistono differenze tra uomini e donne, tutti abbiamo la stessa dignità, concetto semplice ma ancora incomprensibile a chi non vuol capire; complici una cattiva informazione e la superficialità con cui le istituzioni, in particolare una grande parte della politica, affronta questo delicato tema.
Penso che il libro di Lucrezia Lerro sia rivolto anche alla scuola che riveste un ruolo rilevante nell’educare i giovani ai valori del rispetto con particolare riguardo all’accettazione dell’altro. Ma la scuola non può avere responsabilità esclusiva nella prevenzione della violenza di genere. La prima agenzia educativa rimane la famiglia. In questo senso penso che il libro di Lucrezia Lerro assume un ruolo non solo di denuncia, ma anche pedagogico. In tal senso la scuola non ha solo la funzione di prevenire comportamenti problematici, ma anche di formare individui capaci di comprendere le proprie emozioni e di affrontare situazioni complesse con strumenti di consapevolezza e rispetto. Indispensabile, quindi, un vero patto educativo tra scuola e famiglia. Perché se è vero che a scuola si apprendono i valori e il rispetto reciproco, in famiglia conta soprattutto l’esempio degli adulti verso i figli. Un libro che gli studenti, guidati dalla preparazione e sensibilità dell’insegnante, dovrebbero leggere in classe per condividere esperienze e vissuti.
Leggendo tra i versi della poetessa comprendiamo come tutti noi, nessuno escluso, abbiamo il dovere di combattere la violenza di genere con gli strumenti che possediamo. Lucrezia Lerro lo fa in modo efficace attraverso poesie del suo libro “Se osi parlare”.
Un libro da leggere più volte che deve farci riflettere come la vera emancipazione femminile inizia soprattutto da noi donne, ancora troppo legate a una società “perbenista”, che ci induce ad accettare i falsi moralismi, tipici di una società arcaica.Sono convinta che, attraverso la lettura del libro di Lucrezia Lerro, è possibile tentare di uscire da questo “letargo”. Sempre se lo vogliamo!
