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5 Maggio 2025
LaVoceallaGente

Caro giornalista Scaldaferri, 

ti prego di non toccare la questione ebraica.  

Il giornalismo ed i media, nella opinione comune del volgo, non possono fare una equivalenza Netanyahu, ebraismo ed antisemitismo.

Le eventuali e possibili manovre di politica estera, non possono e non devono infangare la storia di Israele, da cui fra l’altro discende anche la storia di coloro che si dicono cattolici, ma forse non lo sono tanto. 

Ricordo anche alle istituzioni massime del Paese ed anche ai canali di informazione che una parte della popolazione Italiana ha discendenza ebraica ed è ricompresa nei destinatari di quella che è la legge etnica valida per 65 etnie, fra l’altro promossa da Amintore Fanfani all’ONU e ratificata, tale legge delle “guarentigie”, detta anche grande legge etnica, nell’Ottobre 1966 all’Onu, quando parallelamente in Vaticano si redigeva il famoso ed importante documento di uguaglianza de nostra aetate, secondo il concetto fratelli in Abramo, di cui se non erro tornano a parlare contro l’antisemitismo alcuni cardinali, tra cui il Cardinale Muller. 

Il Likud, partito di Netanyahu, se mi consenti, non è il partito nazionalista, ma è partito conservatore ed insieme al partito Laburista ha voluto da sempre la soluzione dei due Stati ma dicendo anche che la storia di Israele non può essere buttata nel fango da coloro che si dicono fratelli cattolici. Aggiungo inoltre che fra Grecia ortodossa cristiana e Cipro,  non si sono creati quegli spigoli che una contro cultura italiota, sta montando, per andare contro l’antisemitismo, solo perché un leader, venga criticato.

Mi permetto di dire ciò poiché ho una discendenza, come tanti italiani e cattolici nascondono per opportunità, ma questo è un peccato grave secondo la Bibbia, nella quale è scritto, che il fratello che negherà l’altro fratello sarà negato da Dio nell’alto dei cieli.  Concludo dicendo che l’antisemitismo è nato da una azione pretestuosa,  voluta da Obama ed in parte da Biden, per delegittimare la storia di Israele, che per chi si dice cattolico o più in generale cristiano è un peccato molto grave. 

Se un presidente nero sobilla Hamas e con esso la Palestina è chiaro che scatta il principio di legittima difesa, che può arrivare anche all’eccesso di difesa. 

Faccio una domanda.  

Se l’Italia venisse attaccata all’improvviso da terroristi, con uccisioni violente, il governo italiano sarebbe inerme a tutto ciò oppure si difenderebbe ed in qualche modo chiederebbe giustizia, per le vittime?

È stato Barack Obama che ha iniziato questa disputa per delegittimare Israele e la sua storia, ma così facendo delegittima la storia di tutti I cristiani che da Israele discendono e di certo non dal mondo arabo, che è il vero nemico di cristiani ed ebrei, del quale mondo arabo è amico anche il buon Obama, che è iscritto ad una associazione che si occupa di petrolio ed armi dove vi era un certo Bin Laden socio di affari di un certo Bush.

Vedi film Fahrenheit 9/11, che fu bandito in Usa per volere del governo, ma fu proiettato prima in Europa, e poi venendolo a sapere 40 milioni di spettatori, gli Usa di quella amministrazione non potette più nascondersi dietro un dito, che Bin Laden socio di affari di Bush in questa massoneria in cui era collegato anche Obama, litigò per questioni di interessi e per ripicca lanciò gli aerei contro le torri gemelle.

                       lettera firmata

Gentile lettore,

la mia cultura liberale, innestata nel puro cattolicesimo democratico di stampo moroteo – ovvero conservatore nei princìpi ma proteso all’innovazione delle idee- mi proietterebbe naturalmente più verso le tesi di Israele, rispetto a una visione pro Palestina.

Da 40 anni a questa parte, la questione israelo-palestinese si è incancrenita per responsabilità dei governi, nonostante timidi accenni di tregua -mai di pace- favoriti da sane politiche di diplomazie internazionali, a cui l’Italia ha sempre  partecipato in prima linea.

Dal 2023 la recrudescenza ha raggiunto l’acme, dopo il vile e tragico attentato perpetrato dai terroristi di Hamas.

Ad un’unanime condanna espressa da tutte le voci buone e giuste (con Franciscus in primis) i maggiorenti di Israele hanno iniziato una carneficina, che ha prodotto un vero e proprio genocidio. 

Lo stesso che quel popolo ha subito con la Shoah nel _secolo breve_.

Perché l’aspetto dirimente della questione è proprio inerente a questo punto.

Nei lustri passati e anche in epoca attuale, gli ebrei hanno sempre avuto vicinanza, fratellanza e solidarietà dalla società civile, con i massimi rappresentanti del mondo cattolico a chiedere sommessamente perdono per gli eventuali peccati commessi e le colossali, pesanti responsabilità compiute.

Ricordi la sosta in preghiera dei Pontefici al _Muro_ _del_ _Pianto_ ?

Viceversa, non ho mai visto o sentito -e di questo chiedo venia per una mia eventuale deficienza- un rabbino o un ebreo ortodosso pregare per la pace e la concordia con altre autorità religiose, ma è sembrato quasi che il fuoco ideologico si dovesse espandere, quasi a risarcimento postumo della barbarie subita.

La personale storia umana e professionale mi ha educato a partorire in modo inequivoco analisi avulse da pericolosi sillogismi, giammai inquinate da sofismi e pregiudizi, seppure nella caducità di una naturale fallibilità.

Racconto i fatti, come è dovere di un giornalista attento e informato, scevro  di tesi surrettizie o linguaggi perigliosi.

Oggi per allora, rincaro la dose sul primo ministro israeliano, vero, grande, insormontabile ostacolo alla pace  in quella terra martoriata.

Un criminale di guerra, votato probabilmente anche da molti ostaggi di Hamas, sicuramente dalla maggioranza del popolo israeliano, che -salvo rarissime e isolate eccezioni- non ha mai espresso dolore e raccapriccio per l’olocausto nella Striscia di Gaza.

Ecco perché, un’opportunità sarebbe quella di seguire l’esempio del rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, che dimostrò grande lungimiranza nel 2007 visitando la Moschea della capitale, la più grande d’Europa, mentre respingere  con vigore le sceneggiate del presidente della comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici, che si vanta di scendere in piazza con gli ultrà, come nelle curve degli stadi di calcio dove si annidano -sovente- i delinquenti.

Rammentando, altresì, ai due esponenti dell’ebraismo in Italia, che il presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen, ha tuonato contro i terroristi di Hamas: <<Soldati figli di cani, liberate gli ostaggi>>.

Restando in attesa di sentire dalla voce degli ebrei, non solo di Israele, lo stesso tono perentorio contro la sciagura che hanno eletto a portabandiera della stella di David.

                             P.S. ✍️

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